IL BISOGNO DI UN FINALE - PARTE QUINTA
L’UOMO GUARDA LA COMMISSIONE TUTTI FANNO CENNO DI
SI.
Max –
Magari davanti a loro ha pure tenuto lo sguardo basso?
L’UOMO STA PER CONTRADDIRE QUESTA AFFERMAZIONE.
Max
(interrompendolo) Peggio! Li ha guardati
negli occhi, sprezzante come Giuda? Li ha baciati? Prima o dopo? Prima e dopo?
L’UOMO ACCENNA UN SI, LA COMMISSIONE SCUOTE LA TESTA
IN SEGNO DI TOTALE DISSENSO.
Max – E non
ha ottenuto nulla?
L’UOMO GUARDA LA COMMISSIONE CHE ONDEGGIA FACENDO
SEGNO DI NO E SCOPPIA A SINGHIOZZARE.
Max – Vede
deve solo prendere coscienza, respiri a pieni polmoni (l’uomo esegue)
bene, ripeta con me: sono un fallito. Ho peccato. Sono un fallito che peccato!
Sono un fallito ho dato bustarelle all’Accademia d’Arte. Sono un fallito non faccio ridere neppure pagando! Sono un
vigliacco. Uno smidollato. Un parassita. Succhio soldi agli artisti. Coraggio
ripeta, coraggio.
L’UOMO GUARDA LA COMMISSIONE CHE GLI FA CENNO DI
RIPETERE E RIPETE COME UN AUTOMA, POI SCOPPIA A PIANGERE.
Max – Non
si abbatta così, (sarcastico) sta finalmente affermando il suo vero io!
Uscirà di qui leggero, come una colomba, adesso non si distragga, ripeta: cosa
posso fare io, come posso riparare? Lascerò in pace teatri e artisti invocando
loro ogni giorno perdono! Ripeta!
L’UOMO RIPETE.
Max – E ora
segua la mia mano ecco, bravo quella è la porta! Che Dio la aiuti e perdoni, se
potrà!
L’UOMO DELLA SIAE ESCE. TUTTI GUARDANO MAX COMPLICI.
Max – (mette
una mano distesa sul tavolo, tutti posano la loro mano sulla sua) Dobbiamo
essere uniti!
Tutti – (coro) Assolutamente.
BUIO. ESCONO DUELLANDO DI FIORETTO DA UNA DELLE DUE
QUINTE MAX E IL REGISTA, SONO ACCOMPAGNATI DA UNA MUSICA CHE ISPIRA ALLA
RIVOLTA, ALLA VENDETTA, ALLA RIVALSA, NON STO A SPECIFICARE LA MUSICA PERCHE’
TANTO IL REGISTA NE SCEGLIEREBBE UN’ ALTRA.
Max – (duellando)
Scegli l’arma!
Regista – I
gesti!
Max – Le parole!
Regista – Oggi
capirai che senza gesti le tue parole non hanno vita.
Max – (parando
le stoccate) Senza tregua, fino all’ultima parola! Saprai che senza le mie
parole nessuno qui avrà più vita!
ESCONO DALL’ALTRA QUINTA, PER RIENTRARE SUBITO DOPO
DALLA QUINTA OPPOSTA SEMPRE DUELLANDO, MA IL TUTTO HA PIU’ L’ASPETTO DI UNA
DANZA, I MOVIMENTI SONO LEGGERI E LENTI, I DUE SEMBRANO MUOVERSI NELL’ACQUA.
Max – Come
sto bene!
Regista –
Avremmo dovuto farlo prima!
Max –
Duellerei tutta la vita contro questa spada, è meraviglioso preoccuparsi solo
di salvarsi la pelle, tutto ti appare così piccolo e di poca importanza.
Regista – Già,
ma tu sei un pessimo avversario! (lo colpisce con un affondo, che Max para
con difficoltà) Ferisci molto meglio a parole, lì nessuno ti batte, vero?
Conosci i passi e come toccare i punti vitali!
Max – Parli a un volto stravolto nei lineamenti,
parli a un volto sanguinante per i tuoi tagli, parli a un uomo disarmato della
sua libertà, parli a un uomo che ha solo sentimenti di rivalsa, parli a un uomo
che ti ha dato l’anima e ti ha visto allontanarti con lei, parli a un uomo che
è come vuoto e ogni parola che gli nasce dentro fa eco al dolore di tutte le
altre che ha perso! (pausa) Cazzo
parli a fare? Questo è per i tuoi tagli! (affondo)
Regista – Con
un gesto darò la morte alla tua pazzia, pazzo che non distingui più tra
finzione e realtà, la guerra la stai conducendo a te stesso, vuoi sfidare il
mondo? Vuoi sfidare i tuoi personaggi? Vuoi morire per le tue stupide parole, è
questo che vuoi? Morire per principio, per ideali? Perché non ti adegui!
Sarebbe solo un segno di intelligenza.
Max –
Adeguarmi? Mai. Ho solo le parole, ci faccio l’amore, ci faccio la guerra, le
uso come armi. Sì la guerra a te, ad Alex, a quell’altro maniaco, a quel
coglione della siae, duellerò fino alla morte, ma almeno nessuno potrà darmi
della puttana! (urla) Nessuno può rubarti le parole, nessuno te le può
togliere e metterne altre e obbligarti ad amarle o dirti che sono tue! Nessuno
può prenderti l’anima e giocarci! (rabbioso e determinato)Tu mi hai
tradito, sapevi che quello che scrivevo era tutto quello che ero, che avevo,
hai provato a cambiarmi, umiliarmi. Principi, sì, potrei morire per principi!
Per testardaggine, perché ciò che avevo l’hai calpestato come hai calpestato
me. In quanto ai miei personaggi hanno sentito che ero debole e si sono
ribellati, si sono costruiti da sé, uccidendomi ogni giorno, ma adesso la
guerra è di tutti contro tutti e non sono disposto a cedere!
Regista – Non
c’é arma contro la pazzia! (duellando escono dalla quinta)
ENTRA MAX SEMPRE DUELLANDO MA CON ALEX .
Max – Ti amo!
Alex – Io non ti amo più.
Max – Per questo ti amo! Perché sei volubile.
Alex – Lo so!
Max –
Recita ciò che vuoi, bambina o donna, santa o puttana, dolce o crudele,
perversa o ingenua, o tutto questo insieme, io ti amo!
Alex – Chi
sei?
ESCONO DUELLANDO E RIENTRANO CON I FIORETTI IN MANO
MA CONDUCENDO UN TANGO.
Max – Uno
che comunque sa ascoltare, anche ciò che non gli piace, uno che scrive le
ultime parole per te, uno che forse ti odia perché quando ti guarda capisce che
ha perso troppo tempo a scrivere, i tuoi occhi Alex sono perle nere, i tuoi capelli alghe naufragate su guance di
marmo rosa bagnate di sudore, le tue
labbra coralli rossi che schiudono bianche madreperle timide, il tuo naso è
disegnato col pennello con tanta cura e perfezione da non sembrare vero, il tuo collo è bianco e profumato, le tue spalle (esita), il tuo sterno (esita
non gli vengono più paragoni), insomma
quante cose hai Alex? Ogni millimetro del tuo corpo, ogni cellula della
tua pelle, per non parlare di quando mi soffermo (pausa non gli vengono più
parole romantiche e decide per i crudi pensieri senza passare dalla censura) alle
tue tette e al tuo culo (pausa) scusa, Alex ma qui anche la poesia
sarebbe superflua, mi fanno dire che di scrivere non me ne frega più un cazzo!
Alex – (ride)
Le tue sconfitte, le tue paure, le tue cadute nel vuoto lasciano nell’aria
un’adrenalina contagiosa, odora di lotta, ce l’hai sempre addosso, ti monta
alle spalle come un toro inferocito, ci sei così abituato che non te ne curi.
Non smetterai mai di scrivere, sei tango e parole! Sei desiderio, istinto e
sensualità, sei razionalità e controllo.
Max – Lo
so, lo so, sono uno stronzo!
Alex –
Sento che mi sto innamorando.
ESCONO DI SCENA. ENTRANO
DUELLANDO MAX E IL REGISTA.
Max –
Taci! Questo è per le tue aggiunte! (affondo)
Regista – E
questo è per la tua mancanza di fiducia, e questo per esserti innamorato sul
lavoro!
ESCONO DALLA QUINTA DUELLANDO, RIENTRA MAX DUELLANDO
CON EHI.
Max –
Scegli l’arma è venuto il momento della verità anche tra noi, vedremo se sei
degno di abitare nelle mie parole!
Ehi – Il
sesso!
Max – Cosa?
Ehi –
Scelgo il sesso.
SILENZIO DI GHIACCIO I DUE SMETTONO DI DUELLARE, MAX
BUTTA IL FIORETTO, EHI LO LASCIA CADERE A TERRA, MANI IN POSIZIONE COME PER
SFODERARE UNA PISTOLA.
Ehi – Al
tre ci caliamo le brache, e vedremo chi è degno!
Max – Se
credi che te la dia vinta a tavolino ti sbagli! (pausa, riflette, al
pubblico) Pensate se le guerre tra i popoli avvenissero così.
Ehi – No,
Max so che ti batterai da eroe, (pausa) comunque. Uno, due, due e mezzo…
tre!
BUIO. SI SENTE L’URLO DI MAX SCONFITTO A MORTE NELLA
VIRILITA’, E UNA RISATA FEMMINILE GIOCOSA E INFANTILE.
Max – Non
avevi detto che c’era anche lei, bastardo!
Ehi – Sono
le regole, il testimone ci vuole!
Max – Sono
un uomo finito, finito.
Ehi – E’
che io sono un uomo di poche parole ma, come vedi le parole non sono tutto!
Max –
Neanche quello che ti ritrovi è tutto, un grande pisello non fa la felicità!
Alex – (Saltellando vicino ai due) Però
aiuta! (tra sé) Ho sempre cercato in un uomo il suo lato interiore, le
sue doti intellettive, non ho mai guardato all’aspetto esteriore, e cosa ne ho
ricavato? Che oltre a essere poco intelligente era anche poco dotato! Adesso la
prima cosa che guardo è quello! Se poi qualcuno sopra ci volesse scrivere anche
il proprio curriculum, faccia pure! Le donne devono diffidare dei tipi
cerebrali, di chi filosofeggia, di chi sa parlare, hanno dovuto imparare a
farlo per supplire a una grave mancanza! E poi un uomo intelligente ti frega,
un uomo dotato al massimo ti soddisfa!
Max – Zitta, Alex, poesia e filosofia da questo
qui certo non ne sentirai! Andatevene, devo mantenere le ultime forze per il
regista e voi mi avete già distrutto, tu Alex e questo qui siete d’accordo
vero? Volete umiliarmi, tutti, tutti quanti!
ESCONO ALEX ED EHI, MAX RACCOGLIE DA TERRA IL SUO
FIORETTO LI SEGUE USCENDO DALLA QUINTA, SUBITO DOPO LO RIVEDIAMO ENTRARE
DUELLANDO COL REGISTA. IL DUELLO PRENDE QUASI I PASSI DI UN VALZER.
Max –
Percepisci il finale?
Regista – No,
dovrei?
Max – No,
chiedevo.
ESCONO E
RIENTRANO DUELLANDO.
Regista – Stai
scrivendo, vero?
Max – No,
sto danzando ma con la mente scrivo, non smetto mai.
Regista – Ci
manca il finale, la stai tirando per le lunghe? Questa roba mi sembra il
carosello!
Max –
Pensavo a una sfida ma, le parole mi sfuggono e ne è nata una danza!
Regista – (colpendolo
al cuore con un affondo) Hai finito di sfotterci tutti! (Max si tiene
una mano al cuore e barcolla) Ferito?
Max – A
morte.
Regista –
Sciocchezze i gesti non feriscono mai quanto le parole, è risaputo! Mi stai
come al solito tirando per il culo, o è questo schifo di finale che vuoi
sottopormi?
ENTRA EHI CORRENDO.
Ehi –
Fermatevi, fermatevi! Siete pazzi, Max sanguina e se muore non ci sarà il
finale!
IL DUELLO TORNA DETERMINATO I DUE NON SI RISPARMIANO
COLPI, MAX E’ MORENTE E SI TIENE LA FERITA CON UNA MANO.
Max –
Rivoglio la mia libertà, rivoglio il mio testo, lo porterò lontano, lontano da
libere interpretazioni, da tagli, da cambiamenti improvvisi, dai tuoi innesti
di parole, persino dai tuoi complimenti, lo porterò indietro a quando eravamo
solo io e lui, lui ed io e non c’erano occhi e mani a sezionare parole, a
banchettare sui miei pensieri, tornerò a quando l’ho inventato, pensato e
trasformato come un film nella mia mente, tornerò a quando sapevo chi ero
perché scrivevo solo e non avevo venduto il mio testo a nessuno, a l’uomo della
siae, a te, ad Alex, a quell’esibizionista ingrato! (comincia ad ansimare
mentre a malapena para i colpi del regista) Non puoi capire la gelosia che
si prova, la paura e l’inadeguatezza nel dovere spiegare, leggere e ascoltare
ciò che si può solo sentire. Come una
storia d’amore che raccontata perde valore ma tenuta segreta ne acquista di più
fino a crescere immensa ed essere solo tua, condivisa da nessun’altro. Averlo
tenuto tanto dentro e conoscerlo così bene, averlo fatto vibrare ogni giorno
per i tuoi entusiasmi, le tue paure, avergli creduto prima che nascesse, nove
lunghi mesi, esserti fermato per la strada perché sentivi la tua fantasia dare
calci, prendere fuori un foglietto, una penna e scrivere, dove ti trovavi ,
ansia, gioia per quelle parole neonate. Non perderle nel traffico di pensieri
inutili, ti dicevi, tra la gente, tra i
rumori, perché quei vagiti senza senso per nessuno, per te erano parole, e
sarebbero diventate forti solo sulla carta. La fretta di
fermarle, di dargli vita, la distrazione continua nel pensare a quel progetto
che ti fa attraversare le strade senza guardare, che non ti fa più sentire la
fame, la sete, che non ti fa più cercare l’amore perché, perché tu sei già
amore, ecco perché, perché non hai bisogno d’altri e di parole d’altri quando
le sole che vuoi ascoltare ti nascono da dentro. (lunga pausa, ansimante
abbassa il fioretto) E vedere ora la mia commedia e, vederlo ora, questo
mio figlio, darti la mano e guardarmi con quegli occhi grandi, puri e luminosi,
occhi immensi che mi urlano muti: papà dove mi porta, papà chi é, papà mi farà
male? (urla) E tu papà perché non fai niente, perché mi lasci portare
via senza fare niente, niente! E io niente, non potevo fare niente solo
guardare e la colpa era solo mia, per averti dato fiducia, per averti dato
qualcosa che poi non ho più potuto chiederti! (prende le
ultime energie e punta il fioretto contro il regista, minacciandolo) Tu che te ne vai con lui e non mi dici altro, tu che
improvvisamente mi togli ogni diritto, tu che oggi non mi riconosci e mi manchi di rispetto, non ti ricordi
forse come è nato? Nella solitudine e nel buio della mia mente, solo noi, solo
noi e le nostre paure e le nostre gioie.
(ucciso dal dolore, continua rassegnato) Tu che un giorno me lo
riporti per mano affinché possa incontrarlo e io, lo vedo cresciuto, quanti
anni ho perso? Perché non lo riconosco, perché non ho il coraggio di guardarlo?
Perché lo hai educato, te lo avevo affidato non ti avevo detto di crescerlo al
mio posto. Oggi io non riesco più a toccarlo, a sfogliare le sue pagine, a
esserne orgoglioso, non so più se mi appartiene o con chi vuole stare e se
stima me o te, o tutte e due e, se vuole me o te, o tutte e due o nessuno.
Comunque io temo di non amarlo più. E non amando più ciò che era dentro di me
non posso amare più neanche me stesso e tutto ciò che da me potrebbe nascere un
giorno. (guarda il regista) Per questo mi hai ucciso, non mi aspetto che
tu mi capisca.
MAX SI ACCASCIA A TERRA IL REGISTA GLI PUNTA IL
FIORETTO.
Regista – Max?
Max, basta con le stronzate! Rialzati, ma guardati! Ho creduto anch’io nel
testo, quando ancora lo scrivevi, ancora prima che cominciassi quando mi raccontavi
la storia, l’ho amato e neanche ti ricordi di tutte le volte che abbiamo
sperato per lui, e che scuole avrebbe fatto, per cosa sarebbe stato più
portato, i drammi, le commedie, avrebbe scelto lui, ricordi? Stabilimmo così,
ricordi i progetti fatti insieme? (preso dal panico lo scuote e urla)
Max, rispondimi, parlami, ti proibisco di lasciarci tutti qui con questo cazzo
di finale!
Max – (parlando
a fatica) Ricordo una gestazione felice, un parto, poco tempo per
guardarmelo tra le mani e poi un furto. Non l’ho più avuto. Non so di cosa
parli.
Regista – E’
solo cresciuto. (pausa, a stento Max riesce a tenere gli occhi aperti)
Adattato? Certo, cambiato per forza, crescendo si cambia, non lasciarci nella
merda!
ALEX ED EHI SI AFFACCIANO SULLA SCENA PIANGONO IN
SILENZIO E GUARDANO IMPOTENTI, MAX ANCORA A TERRA, IL REGISTA GLI E’ SEDUTO
ACCANTO DISTRUTTO.
Max – (cercando
a fatica le ultime parole) Vedi, sono solo così stanco, finché scrivo tutto
ha senso, poi il lavoro termina e non so più che senso abbia tutto quanto,
finché scrivo non ho bisogno d’altro, le parole ti fanno una grande compagnia,
poi se per caso piacciono a qualcun altro che attratto le ascolta se ne vanno,
si fanno trasformare, vanno in scena sculettando e non sanno che erano tutto
quello che avevi. Se trovassi un finale ora…
Regista –
Dimmi, coraggio, (urla) qual’ è il finale, dillo!
Max – Poi
tu prenderesti questo figlio, perché sei un regista e sei esperto in sequestri,
tu gli daresti pure il mio nome, ma non lo riconoscerei comunque, e come
potrei, lo daresti in pasto al pubblico e io lo guarderei ancora impotente, lo
troverei bellissimo, un adulto bello e sconosciuto, sconosciuto, non potrei che
stimarti ancora, (pausa lunga) perché farli nascere è dura ma alla fine
chi li cresce non ne ha forse la paternità? E dimmi cosa c’è di più atroce che
togliermi questa paternità.
MAX CHIUDE GLI OCCHI.
Regista –
Possiamo non metterlo in scena, possiamo usare il teatro per giocare a carte,
non lasciarci!
TUTTI FANNO CERCHIO SU MAX. BUIO. ENTRA L’UOMO DELLA
SIAE DA UNA DELLE DUE QUINTE E’ SOLO E SI GUARDA ATTORNO CIRCOSPETTO. DA QUESTO
MOMENTO IN POI, OGNI DIDASCALIA SARA’ BATTUTA AL PUBBLICO CHE FARA’ MAX CHE E’
COME UN FANTASMA CHE NESSUNO VEDE.
Uomo della siae
– Se credono di fottermi anche questa volta! Per colpa di quel bastardo, tutta
colpa di quel bastardo di scrittore, tutti uguali! Ero alla fine della terapia
ero, adesso chissà quanti mesi con lo psicologo dovrò tornare a farmi, finisco
sempre dallo psicologo per colpa di questi artisti teatranti, accidenti a loro
e ai loro psicodrammi di merda, lo so come finirà che passerò ore umiliandomi
sul lettino, la mia vita sbattuta come una puttana e spogliata minuziosamente
fino all’ultimo particolare, fino all’ultimo imbarazzante segreto, che poi uno
non è che guarisce mai, è solo che a un certo punto non c’è più un cazzo da
dire, non ti è rimasto nulla da confessare e allora ti dicono che sei pronto
per affrontare la vita, daccapo, di nuovo daccapo cerchi di creartene un'altra
e io lo volevo fare, c’ero riuscito, finché questo stronzo d’autore mi ha fatto
tornare dallo psicologo che dopo avermi ascoltato 45 minuti, neanche un’ ora,
mi ha spillato novantamila lire e mi ha detto: cazzo, sei scemo? E’ un tipo che
lavora su un metodo nuovo, una specie di terapia d’urto. E infatti sono come
nuovo, sono! (Non vedendo nessuno urla) Perché dobbiamo farla così
complicata? Due date, il costo dei biglietti, qualche faccenda burocratica…
Max -
(Compare sulla scena come voce narrante, presente fisicamente ma invisibile
agli altri) - IL REGISTA ALLE SUE SPALLE MINACCIOSO
Regista - Ore 18.00 di domani torneo di bocce per
artisti nostalgici in pensione! Ore 19.00 partitone a domino, ore 20.00 scopa,
ore 2100 scambio di coppie tra artisti annoiati, ore 22.00 sagra del lambrusco,
ore 23.00 confessioni libere, ore 24.00 dibattito finale sulle confessioni di
artisti ubriachi dal titolo gioventù ubriaca, appunto. (solenne) se
vuole può appuntarsi quanto detto!
Uomo della siae
– Sa benissimo che a teatro non si fanno queste cose, a chi la vuole dare a
bere?
Regista – Si
sbaglia a teatro queste cose si sono sempre fatte, come copertura si recitava
ogni tanto, oggi visto la carenza di pubblico, la carenza di attori, la carenza
di registi e di guadagni di conseguenza, si è pensato di usarli come circoli
ricreativi, non lo sapeva?
Uomo della siae – Avete trasformato un teatro in un bordello, in un
luogo di lussuria e perdizione, quando era un posto di cultura per i giovani e
i meno giovani!
Regista – Ma
guardi che la gente è molto più interessata alla cultura del bordello,
oggigiorno!
Uomo della siae
– Basta, e io che vi ascolto anche! Teatro o non teatro avrete dei guadagni,
sicuramente, nessuno fa niente per niente!
Regista – Si
sbaglia noi artisti l’abbiamo sempre fatto.
Uomo della siae
– L’ha detto! Ha detto artisti, l’ho sentito con le mie orecchie, cos’ha da
dire, ora in sua discolpa?
Regista –
Vede, io speravo con tutto il cuore di non vederla più per il suo bene,
oltretutto riconoscendomi come ha fatto, lei si è appena firmato la condanna,
ha presente come quei sequestrati che riconoscono i propri aguzzini? A lei
capita lo stesso. Perché si è fissato con questo teatro, non vede che non c’é
nessuna commedia? Chi la manda?
Uomo della siae
– La siae, mi manda!
Regista – No,
no, c’é qualcosa di personale che lei dovrà confessarci.
Uomo della siae
– Se credete di fottermi ancora con lo psicodramma, vi sbagliate, io non
confesso più nulla agli artisti, più nulla, chiaro? Faccio io le domande qui,
faccio io le domande. (si interroga confuso) Le faccio io le domande?
Certo, per questo sono qui, oddio cosa gli dovevo chiedere, cosa ..
Regista – Il
teatro. Questo luogo porta inevitabilmente a farsi domande, è normale, non si
preoccupi, è la fase di ogni artista, una specie di iniziazione dalla quale
però non si esce mai, ci si inizia sempre e basta. (tra i denti) E non
si finisce.
Uomo della siae
– Io non mi faccio nessuna domanda! Neanche a teatro!
Regista – Ma
vede è inevitabile, uno appena entra qui si fa delle domande, autori, attrici,
pubblico, anch’io spesso entro solo, medito in silenzio, respiro a pieni
polmoni in questo luogo a me sacro come la vita e mi domando: ma chi cazzo me
lo ha fatto fare di fare il regista? E così fanno altri, e così farà anche lei,
perché il teatro ti mette davanti a te stesso, non c’é scampo, non c’é scampo!
Uomo della siae
– E’ tipico degli artisti farsi domande senza risposte, ma io grazie a dio non
lo sono!
Regista – Se
non vuole confessare se stesso a me, non potrà sfuggire alla nostra arma
segreta, un’arma biologica, contro cui
nessun nemico può spuntarla, un’arma messa a punto da me che assolverà alla sua
totale e definita distruzione, un’arma letale che agisce sul sistema nervoso
lasciando dietro di se una scia d’ormoni… (si riprende) e si ripercuote
al sistema cardiaco, forse prima sul sistema cardiaco a colpo d’occhio,
diciamo, poi sarà il momento del suo sistema nervoso che impazzirà di lì a
poco.
Max - IL REGISTA LO GUARDA SPREZZANTE, SCHIOCCA LE
DITA ED ESCE DI SCENA, CONTEMPORANEAMENTE ENTRA ALEX VESTITA SADOMASO ,
FRUSTINO, STIVALI FINO ALLA COSCIA, CORPETTO IN PELLE NERA, RIGOROSAMENTE FINTO
PER MOTIVI ANIMALISTI, COSI’ STRETTO AL SENO DA FARE USCIRE DUE PALLE DA
BOWLING, COLLARE CON BORCHIE E QUALSIASI ALTRO ACCESSORIO CATTIVISSIMO, AVANZA
COME UNA PANTERA IN PANTALONCINI INGUINALI, VEDO MUOVERSI LE CHIAPPE TONDE E
PERFETTE, DUE MAPPAMONDI, MI SCORRE DAVANTI AGLI OCCHI TUTTA LA MIA VITA,
MENTRE IN QUELLE CHIAPPE PERDO I CONFINI DELLE REGIONI E DELLA RAGIONE, SO CHE
SI PUO’ MORIRE PIU’ VOLTE.
Alex – Ti
trovo irresistibile quando sei così cattivo! (fa schioccare la frusta)
Affascinante quando impassibile pretendi le date di uno spettacolo inesistente,
senza fare una piega, ma io ti ho capito, lo so che tu vuoi essere insultato, e
io sono qui per questo, mi hanno creata apposta, sono il tuo sogno
inconfessato, sono il tuo segreto! (Alex avanza, l’uomo indietreggia
sudando) Sei così maschio, non ti pieghi a compromessi e non sai come mi
eccita cercarne uno con te, amo le sfide, amo chi non ascolta nessuno, chi
lavora solo! Lavori solo, non è vero? (lunga pausa) Ammirevole.
Max - ALEX
LO AFFERRA E LO TRASCINA AL SUO PETTO CON L’AIUTO DELLA FRUSTA CHE GLI FA
PASSARE COME CORDA ALLE SPALLE. GLI OCCHI DELL’UOMO SI TROVANO DAVANTI AI SENI
DI ALEX, CHE OTTENGONO IL PRIMO EFFETTO, LO STORDIMENTO CHE PRECEDE LA MORTE
LENTA!
Alex –
Conosco quelli come te sono delle furie! Tutti quelli fiscali, impacciati e
controllati sono bombe da disinnescare, (slacciandogli la camicia) Sei
sprecato per la siae.
Uomo della siae
– Signorina, io non mi faccio corrompere, io ho il totale controllo della mente
e del corpo, totale controllo sugli ormoni, se faccio un fischio persino gli
spermatozoi mi tornano indietro! (pausa) Ho dei principi!
Alex – (con una voce proveniente dall’utero – definizione
imparata all’Accademia d’Arte Drammatica, dove sovente ci era richiesta a
livello interpretativo) Sapessi quanti ne ho io!
Uomo della siae
– Capisco che per voi artisti, l’istinto spesso prevale, in quanto artisti
siete viscerali e, come le viscere avete
a volte spasmi incontrollati, ma
vede io sono in servizio!
Alex – Il
punto è che sono in servizio anch’io! Ma passiamo agli insulti che effetto ti
fa se ti dico che sei un porco, (schiocca la frusta, l’uomo arretra) che
quelli come te vanno legati e frustati e presi a calci, maschilista, fascista
che non sei altro, (esita) sciovinista! (tra sé) Ti prego, ti prego fai
che non me lo chieda, fai che non me lo chieda!
Uomo della siae – Che vuol dire?
Alex – (prendendolo a calci) Perfezionista di merda! Pignolo, rigido, schifoso
assassino d’artisti. Scommetto che la notte ti pisci ancora a letto e ti tocchi a guardare i giornalini sporchi,
guardi dalla serratura le signore e sei ancora vergine, vero?
Uomo della siae
– Se vuole possiamo trovarci in un
altro momento, lei è una donna molto alternativa, un’artista sicuramente, ora
io voglio solo due date, il costo dei biglietti…
Alex – In
ginocchio maiale! Leccami gli stivali
se vuoi sapere qualcosa da me, e
supplicami in ginocchio, rimani in ginocchio e ripeti sono un porco perdonami
padrona! Ripeti! Dì anche che sei il
mio schiavo, anzi dì che sei uno schiavo porco!
Uomo della siae
– Ma quanti anni hai, non è ora che ti trovi un ragazzo?
Alex (frustandolo) Taci! Avevo un ragazzo l’ha ucciso la parte
burocratica della vita, l’hai ucciso tu! E pagherai!
Uomo della siae
– Condoglianze, capisco il brutto
momento che deve passare, si vede che è in lutto, facciamo così per la parte
burocratica torno domani, domani va bene?
Alex – Non
avrò pace finché non ti vedrò strisciare, chiedere pietà, umiliarti fino a non
riuscire più a mettere piede in un teatro, (lo colpisce con la frusta l’uomo
cade e arretra strisciando, Alex gli è sopra in piedi e lo guarda con
disprezzo) quando ti guardo mi chiedo dove eri quando in cielo
distribuivano i coglioni!
Uomo della siae
– Non ho mai saputo che in cielo si distribuissero gli attributi, non conosco
la sua religione e non la voglio conoscere, guardi la prego io…
Alex – Tu,
burocrate di merda, capitalista, artista fallito, è tutta colpa tua se un
autore come Max è... (si commuove) è in cielo, lontano e, se siamo qui
senza un finale, aveva già sopportato troppo e non poteva reggere uno come te
all’interno della commedia! Per questo è diventato nervoso, talmente nervoso,
talmente nervoso da… innervosirsi, ecco! Ed io sono così nervosa, nervosa, che
se lui mi vedesse ora, credo, credo (tra sé) chissà se questo tipo di
donna potrebbe piacergli…
Uomo della siae
– Sicuramente sì signorina.
Alex – (frustandolo)
Padrona!
Uomo della siae
– Padrona, certo, dicevo certamente sarebbe felice di vederla così e sa perché?
(urlando in preda a una crisi isterica) Perché tutti gli autori sono
masochisti del cazzo, ecco perché, e mi lasci aggiungere che il suo amico non
può essere in cielo oggi più di ieri, perché quelli la testa non ce l’hanno mai
sulle spalle comunque e vivono nelle loro fantasie, in un mondo malato e
parallelo e , cara sign… padrona,
frequentarlo non le ha fatto molto bene! E non sa quanto questo mi rende
nervoso, nervoso, nervoso!
Alex – (Incredula) Ma cosa fai ti incazzi?
Uomo della siae
– (spaventatissimo dagli occhi carichi d’odio di Alex) No, no, no, no,
esprimo dissenso, a tratti, solo a piccoli tratti!
Alex (sedendosi
sopra l’uomo) – Sai sei l’uomo caduto più in basso che io abbia mai
conosciuto, il tuo cervello è talmente piccolo da fare il rumore di una biglia
quando scuoti la tua testolina di cazzo! Eppure mi attrai enormemente, sarà che
in me come in ogni donna è innato quello spirito (tra i denti) da
salvatrice delle cause perse, da crocerossina di merda, che mi attrae come
calamita ai casi più estremi. Forse la missione impossibile di trovare in te
qualcosa di buono, o almeno di motivato, forse come trovare un po’ di profumo
in una fogna, la verità è che non mi rassegno al fatto che un uomo può anche
essere uno schifo totale e tu mi fai talmente schifo, talmente schifo (pausa)
che non posso resisterti. (lo bacia con violenza)
Max - BUIO SENTIAMO SOLO LE LORO VOCI E
IMMAGINIAMO IL RESTO. UN’ALTRA SOLUZIONE E’ FARLI PARLARE DIETRO UNA TENDA CHE
LI RENDA OMBRE, NON ESPRIMO ALTRE SOLUZIONI
PERCHE’ TANTO IL REGISTA COMUNQUE FARA’ DI TESTA SUA.
Uomo della siae
– Devo dirti, padrona, devo dirti una cosa importante, è importante!
Alex – Sei
sposato?
Uomo della siae
– No, sono in servizio…
Alex – Ti
lascerò il 20%!
Uomo della siae – Su co…
cosa?
Alex – Ti
spiego, schiavo! Una donna sulla capacità maschile di un bell’esemplare di toro
che potrebbe darle un piacere completo, si prende sempre a mala pena un 20%, ho
passato la vita a studiare la tecnica per ottenere il massimo da un uomo dando
il minimo per farlo funzionare, chiaro?
Uomo della siae
– Ma lei cos’è una specie di vendicatrice della notte?
Alex – Taci
e lavora!
Uomo della siae
– Io ho bisogno di atmosfera, romanticismo, io non credo di poterle dare
neanche un 20% sign… padrona, e poi chi sono quelli?
Alex – Sono
un’attrice, ho bisogno di pubblico!
Uomo della siae
– Ma, saranno almeno trenta, quaranta, non vedo è buio magari di più!
Alex –
Credo lo dicesse anche Freud o qualche suo collega, si è sempre in più di due
quando si fa l’amore, è risaputo, e se lo fai con un’attrice c’é anche tutto il
pubblico, spiacente non possiamo farne a meno!
Uomo della siae
– (urla) Quanti siamo?
Regista – (sentiamo
solo la voce da una quinta) Trenta,
quaranta paganti! A sera!
Uomo della siae - Allora è uno spettacolo!
Regista –
Deprimente!
Alex – (arrapata)
Se ti impegnassi un po’ potremmo avere un’ applauso a scena aperta!
Uomo della siae
– (disperato) Pietà sono un uomo in terapia!
Alex – Il
sesso è l’unica terapia che conosco!
Max - SI SENTE AMPLIFICATO IL RUMORE DI UNA LAMPO
CHE SCENDE E UNA RISATA SADICA E FORTISSIMA. LUCE. L’UOMO DELLA SIAE E’ SOLO IN
MUTANDE AL CENTRO DEL PALCOSCENICO.
Uomo della siae
– Un altro decennio di terapia intensiva minimo, minimo. Cos’ho, cos’ho che non
va? (urla) Chi è quella! Perché proprio a me! Perché? Prima mi salta
addosso e mi fa sentire un toro da monta, una sensazione mai provata, mi
piaceva, verso la fine mi piaceva anche, (urla) sì mi piaceva dottore,
sono un maiale! (si calma come in trance) Lei si adagia, si lascia fare,
certo mi ci è sempre voluto un po’ di tempo per… per farlo funzionare, ecco, in fatti ci avevo rinunciato dopo
avere provato con un sistema di carrucole, una sensazione così umiliante, avevo
chiuso con il sesso, chiuso! Mi ero dedicato anima e corpo al lavoro! Poi non
so come questa fa il miracolo, o meglio lo sta per fare perché poi sul più
bello, quando ho le brache calate scoppia a ridere! (pausa) Rideva, o
come rideva, lei (pausa) rideva. Mi sono guardato in mezzo alle gambe e
non l’ho più visto! Sparito, ritirato. (pausa) Ancora non si vede. Lei
rideva, rideva la puttana, lo indicava e rideva. (urla) Non ti
preoccupare sono cose che capitano mi ha detto! (pausa) A teatro vi
rendete conto? Sono cose che capitano a teatro? Perché l’ha fatto a teatro la
sgualdrina! Mi licenzieranno. (urla) Il 40% gli chiedo a questi deviati!
Perché lo so che sono una compagnia! (urla) Lo so, lo so che state
allestendo uno spettacolo!
Max –
ENTRA EHI FISCHIETTANDO.
Ehi – Ma guarda, guarda, guarda e io che credevo
di essere l’unico a calarsi le brache a teatro! Qualcosa che non va amico?
Uomo della siae
– La denuncio quella, per adescamento, ricatto, molestie e istigazione al
porno e perché mentre fa l’amore come tutte di nascosto recita!
Ehi – Solo
perché la ragazza usa il diaframma, intendo porta la voce…
Uomo della siae
– E dove la porta eh? Ma cosa siete? Fate sesso per provare la voce? Per, per
voi é solo training?
Ehi –
Alex, vede è una cara ragazza, si deve ancora formare, gioca, per lei tutto è
un gioco! Scommetto che le ha detto che lo trova intrigante, che quelli come
lei sono sprecati per certi lavori, che doveva lasciarsi andare, insomma per
farla breve l’ha fatta sentire un toro?
Uomo della siae
– Sì, esatto!
Ehi – La
ragazza, glielo avevamo detto é un’assistente sociale.
Uomo della siae
– Quella?
Ehi – Si,
vede siccome è buona e generosa ha capito il suo problema e ha cercato di farla
sentire un uomo, purtroppo è estremamente sincera e non ha retto quando l’ha
visto, d’altronde vede (si apre il cappotto, l’uomo della siae urla) prima
aveva in terapia me!
Max –
L’UOMO DELLA SIAE URLA SCHIACCIATO DAL CONFRONTO, UCCISO NELLA SUA DIGNITA’,
INSULTATO NELLA SUA VIRILITA’ E NON PUO’ CHE CADERE SVENUTO, COME MORTO, FORSE
IN COMA IRREVERSIBILE. TUTTI FANNO CERCHIO SULL’UOMO, TUTTI QUELLI RIMASTI,
ALEX, IL REGISTA ED EHI. LA VITA CONTINUA
COME SEMPRE E NESSUNO E’ VERAMENTE INDISPENSABILE, UN AUTORE MUORE E NE NASCE
UN ALTRO, UNO DELLA SIAE ESCE DI SCENA? STATE CERTI CHE PRESTO AVREMO UN CLONE!
IN UN TEATRO CIO’ CHE NON MORIRA’ MAI E’ QUESTO GRIDO!
Regista – (voce fuori campo) Riunione di
compagnia!
Max –
TUTTI CORRONO VELOCI, COME AUTOMI, LA LORO SEDIA E IL LORO IMBARAZZO DIETRO LA
SOLITA IMMORTALE PAUSA REGISTICA.
Regista –
(urla) Max, lo so che ci sei! Qui giace un autore che non amava i finali
non è così? Che dovrei fare eh? Tirare una ghirlanda di fiori al pubblico e
spiegarglielo? (si calma, si rivolge agli altri) Senza Max non si fa
nulla!
Ehi – Io
la mia parte l’ho fatta! A qualcosa è servito, non l’avevo mai fatto davanti a
uomini, a parte il provino s’intende!
Alex –
Pensavo, pensavo che adesso che l’uomo della siae è morto non ha senso mettere
in scena la commedia.
Regista ed Ehi
– (con rammarico) Già!
Regista –
Manca la suspence e, non riesco più a
fare i tagli senza sentire quell’urlo che mi lacera le orecchie! Se tutto si
può fare chi se ne frega di farlo!
Alex – Vuoi
dire che siamo davvero dei sadici, masochisti?
Regista – No,
è che siamo una compagnia innovativa, se dobbiamo fare cose che fanno tutti che
senso ha, che senso ha senza ostacoli la vita? Mi annoio già, guarda qui
abbiamo tutti i copioni sul tavolo e nessuno entrerà più a perquisire il
teatro, allora chi se ne frega! Come le faccio poi le riunioni di compagnia? Se
c’era uno che mi faceva incazzare era Max o tu e Max con la vostra storia, ora…
(urla) Ora per cosa ci riuniamo, cazzo! Basta senza riunioni di
compagnia non c’è compagnia!
Ehi –
Facciamo una seduta spiritica e lo evochiamo?
Regista –
Tempo perso, non ha scritto il finale in vita, figurati se ce lo viene a
raccontare ora!
Alex –
Secondo voi cos’é Max?
Regista – Mi
ritiro per deliberare, anzi ci ritiriamo tutti, ognuno a pensare, so che non é
facile ma, proviamoci! Ci ritroveremo tutti tra un’ora e vi comunicherò quello
che, quello che deciderò tra breve!
Max –
TUTTI SE NE ESCONO IL TEATRO E’ VUOTO, E COME GIA’ DETTO IL TEATRO PORTA TUTTI
A FARSI DELLE DOMANDE, UN TEATRO VUOTO PORTA TUTTI A FARSI ANCORA PIU’ DOMANDE!
MA QUELLO CHE NON CAPISCO E’ QUESTO BISOGNO CHE PORTERA’ TUTTI UNO AD UNO A
CERCARE UN DIALOGO CON ME, ANCHE QUI IL BISOGNO DI UN FINALE, DI TRARRE
CONCLUSIONI, CHE POI RESTANO COMUNQUE LE LORO, PERCHE’ IO NON POSSO
RISPONDERGLI! UN AUTORE E’ PIU’ COMODO DA MORTO CHE DA VIVO, DOMANDE, DOMANDE E
DOMANDE SENZA RISPOSTE. ECCO CHE ARRIVA LUI! Il REGISTA.
Regista –
L’avevo capito Max che non avevi in mente alcun finale! O magari tanti e
nessuno, perché? Perché non potevi
semplicemente essere felice del fatto che il tuo testo sarebbe andato in scena,
perché non hai mai potuto godere del fatto che era un buon lavoro, perché dannarti
così? Rendere quei fogli di carta la vita e… la tua vita di carta! (tra sé) Bella
frase potrei scrivere, ti sei chiuso nella tua arte e non hai visto persone,
solo personaggi, ti sei maledetto e non ti sei mai perdonato di avere scritto
quel testo che io inevitabilmente avrei per esigenze registiche cambiato, credo
che tu abbia ragione su una cosa, vorrei capirti eppure non ci riesco, hai
preferito lasciarti morire, voltarci le spalle, lasciare il non senso su tutto,
il silenzio. (urla) Vigliacco! Spero sarai all’inferno a scrivere
finali! (pausa, si calma) Vorrei chiederti se tu almeno l’hai capita la
partita che hai appena giocato. (pausa) Non è stato il colpo di fioretto
lo so, come può una spada colpire ciò che è spirito e parole, una spada che
uccide un’idea, si è mai vista? Ti ho ucciso l’anima è questo che mi diresti,
ti ho ucciso l’entusiasmo e quindi ho ucciso lo scrittore che è in te e quindi
te! O forse che eri un’artista e ti buttavi nel vuoto più assoluto ogni volta
che lo credevi opportuno, senza pensare. Ti bilanciavi sul burrone come un
suicida che passeggia su un cornicione, ubriaco di quella follia che non gli fa vedere la morte come
morte no, ma come atto di spavalderia, e con quella spavalderia con cui eri
solito prendere decisioni fulminee saltellavi sopra quel cornicione e per chi
guardava da sotto ti preparavi soltanto a un tuffo. Io ti ho negli occhi mentre
saltelli sulla parole e ti sbilanci e provochi e giochi e nello sguardo hai una
luce che non ti è appartenuta mai, mentre osi e sfidi sentimenti e persone, ho
allungato la mano verso quelle parole, ho tentato di afferrarti per salvarti e
tu, sconcertato come se ti avessi tradito hai visto le mie mani come
impedimento a quel tuffo, un salto indietro ed eri nel vuoto col tuo stupido
sorriso sul volto, le mie mani, nelle mie mani un pugno di parole, che non so
neanche dire quali. (pausa, sguardo al cielo, sarà molto ironico se Max gli
sarà di fianco) Mi sono chiesto mille volte chi eri, e se eri troppo
coraggioso o troppo vigliacco, troppo maturo per l’umanità o estremamente
immaturo, fragile o forte, se eri un uomo o un’idea, se è morto un autore o
solo una commedia, se eri solo uno che amava i dispetti, mi riesce difficile
dirti ora…
Max –
PAUSA REGISTICA.
Regista – Che
eri soltanto uno stronzo!
Max –
AMEN! ECCOLA CHE ARRIVA ALEX, IN BILICO TRA INFERNO E PARADISO SENZA SPORCARSI
MAI, NON HA NIENTE DELLA DONNA CHE AVEVO IN TESTA EPPURE MI APPARTIENE
COMPLETAMENTE, HA IL POTERE DI ENTRARTI DENTRO IMPROVVISA E PORTARTI ALLA
CONFUSIONE PIU’ TOTALE, LA RIVOLUZIONE, LA VOGLIA DI GRIDARE E NON ARRENDERSI
MAI, LA RIVOLTA, LA FORZA CHE PORTA NEL CUORE COME LE SUE CAUSE PERSE SENZA
POSSIBILITA’ D’ARRESA, IL REGISTA DIREBBE CHE E’ TROPPO PER UNA DIDASCALIA, MA
ALEX E’ QUESTA, ALEX E’ TROPPO PER OGNI DIDASCALIA E POI, HO RISOLTO IL
PROBLEMA FACENDO DIVENTARE LE DIDASCALIE BATTUTE, E C’E’ DI BUONO CHE DOPO
MORTI NON CI SI INCAZZA PER I TAGLI! ALEX SI MUOVE SILENZIOSA COME UN FELINO,
CON QUEGLI OCCHI SEMPRE A CACCIA DI TUTTO, ED IO CHE LA GUARDO IMPOTENTE IN
VITA COME NELLA MORTE CERCHERO’ IN OGNI MODO DI FARLE CAPIRE CHE IL MIO AMORE
E’ VIVO SEMPRE, ORA PIU’ DI PRIMA, POTESSI BACIARLA.
Alex - Mi manchi Max.
Max – MAX LE SI AVVICINA, LE SFIORA I CAPELLI,
ALEX NON PUO’ SENTIRLO, NON PUO’ VEDERLO. OH QUANTO E’ BELLO ESSERE DIDASCALIA
DI TE STESSO
Alex – Max,
sapessi che casino! Il regista mi ha trasformata in una castratrice d’uomini,
era necessario per distruggere quello della siae. L’abbiamo distrutto, te lo
volevo dire. Non è stato neanche difficilissimo. Cosa faremo ora? Il regista si
è ritirato per pensare.
Max – Per
insultarmi Alex! Alex, mi senti? Alex, non ti ha trasformata il regista, tu sei
una castratrice d’uomini, a tua insaputa amore mio, a tua insaputa angelo.
Max – ALEX SI ACCASCIA A TERRA, E’
SEMPRE VESTITA COME UN RAGAZZO, NON L’HO DETTO PRIMA, LO DICO ORA, LA SUA
FEMMINILITA’ SI FA BEFFA DI PANTALONI LARGHI E CAPPELLO DA UOMO, NON PIANGERE ALEX,
NON PIANGERE ANCHE SE LO SCRIVO.
Alex – Max,
io, io non capisco più se questo è un teatro o una ludoteca!
Max –
Forse è la stessa cosa.
Alex – Max,
cosa siamo noi, e cos’eri tu? (perplessa) Potrei anche scrivere. Ho
cercato il tuo corpo e non l’ho trovato, quindi ti ho solo sognato? Mi manca il
tuo sguardo sprezzante, il tuo cinismo, la tua furia che rendeva ogni tuo gesto
sbagliato.
Max – Hai
le labbra più rosse che possa immaginare.
Max –
ALEX, LA PICCOLA ALEX TIRA FUORI UNA ROSA DALLA SUA GIACCA DA UOMO, CHE
PENSIERO GENTILE, AMORE! TIENE LA ROSA TRA LE MANI, SI ALZA SI GUARDA ATTORNO
PERPLESSA, INCORREGIBILE NON CREDE ALLA MIA MORTE, ANCHE A QUESTO SI RIBELLA,
IO GLI SONO ALLE SPALLE, IL SUO ANGELO CUSTODE. VOGLIO DIRE, MAX CERCA DI
SFIORARLE IL COLLO CON LE LABBRA, MA ECCOLA CHE PARLA:
Alex – Non
capisco, tu eri l’autore, la tua era una posizione privilegiata rispetto alla
mia…
Max –
Alex, povera Alex non hai ancora capito che essere un’attrice o essere un
autore non fa alcuna differenza, e che la posizione nei confronti del regista
rimane assolutamente la stessa…
MAX – ALEX
SI CHINA PER POSARE LA ROSA SUL PALCO, MIRABILE VISIONE CHE NON PUO’ CHE SUGGERIRE ALLE LABBRA
DELL’AUTORE L’AUTENTICA, UNICA RISPOSTA DA DARE.
Max – A pecora!
Alex – Ti ho
amato perché eri sempre fuori luogo, ti ho visto abbassare la testa amareggiato
e batterti a parole che ti uscivano senza darti il tempo di pensare mai, mai.
Avevi qualcosa dentro che ti tormentava sempre, eri troppo complesso per essere
sereno, troppo incazzato per essere felice . La vita erano tutte battaglie e
sempre quel figlio di carta tra le mani da proteggere. Neanche il nostro amore
ti è bastato, ne hai sempre avuto uno più grande e più forte. Era quel tuo modo
di osservare il mondo e di amarlo a tal punto da fermarlo sui fogli per
portartelo sempre appresso, ostinato. Non potevi passare sul mondo, camminare
sulla terra e sentire gli odori e le paure e le gioie degli uomini senza
fermarti per descriverle, per capirle. E quello che non ho capito è se vivere
sia scrivere o scrivere sia vedere la vita sfuggire mentre la descrivi e non la
vivi. Un prigioniero delle sue parole, hai vissuto scrivendo, non hai mai
smesso, i tuoi pensieri erano già scrittura, mi guardavi, ci guardavi e
scrivevi, hai occhi che scrivono e parole che guardano. Hanno dunque occhi le
tue parole e sento che mi guardano, grandi, gioiosi o tristi, o pieni di
rabbia. E’ così difficile trovare ora le parole, chiedere ai miei occhi di non
sfumare la tua immagine, ma di tenerla sempre dentro me, immortale.
Max – Alex,
sei la creatura più dolce che io...
Alex – Max,
se proprio uno stronzo!
Max – ALEX
SE NE ESCE, COME AL SOLITO NON POTEVO PREVEDERE ESATTAMENTE QUELLO CHE LE
PASSAVA PER LA TESTA, INUTILE PERDERE TEMPO A DESCRIVERE ALEX NELLE DIDASCALIE,
QUELLA TI SPUTTANA NELLA BATTUTA SUCCESSIVA. PER QUESTO LA AMO. MA I COLLOQUI
NON SONO FINITI, ECCO LA MIA VERGOGNA, L’ESIBIZIONISTA!
Ehi –
Vedi, Max io almeno l’ho capito subito che quello che conta nella vita è
calarsi le brache! Cercare un senso a tutti i costi, la verità, passare la vita
a scrivere, a fare filosofia a fingere di vivere! Per cosa? Tu e tutti quelli
come te siete tarati dalla nascita, ecco la verità. Eri un ragazzo bello,
giovane, sano, con tutta la vita davanti e cos’hai fatto? Hai passato il tuo
tempo, le tue ore, i tuoi giorni, i tuoi anni su una macchina da scrivere. E
ancora a scrivere mentre parlavi, passeggiavi, mangiavi, senza sosta, invece di
andare fuori, stare con una donna come Alex e fare sempre l’amore, dico non
parliamo di una donna qualunque. Perché vedi a me questa faccenda della
scrittura non me la racconti giusta, tu hai le rotelle fuori posto. E secondo
me anche la vita con te si é incazzata a morte! (tra sé) Bella frase
potrei scrivere… avrà detto la vita, questo invece che vivermi che cazzo fa mi
descrive? E secondo me questo l’ha pensato un po’ anche Alex, si sarà anche
sentita umiliata quando invece di amarla tiravi fuori carta e penna, perché
Alex è di carne in fondo! E ci sono momenti in cui uno scrittore deve staccare
e smetterla di prendere appunti, ti pare? Da quando la vita, l’amore hanno
bisogno di descrizioni, non hanno forse bisogno d’azioni? Insomma o si vive o
si descrive, sono cose differenti! Non mi ero preparato per il discorso e forse
non mi sono spiegato, comunque caro Max detto da amico, se
invece di passare giorni a descrivere il mio bell’arnese avessi dato un po’ più
sfogo al tuo non saremmo tutti qui a farci domande di merda, non ci sarebbe
stato nulla da mettere in scena, ma ognuno avrebbe vissuto qualcosa, cazzo!
Invece guardaci qua, siamo tutti personaggi indefiniti, incompleti, a metà! E
io non ti perdonerò mai per avermi lasciato qui con questo destino di merda.
Max – E’
IL COLMO FARMI FARE LA MORALE ANCHE DA QUESTO ESIBIZIONISTA, CHE FORSE NON HA
NEANCHE TUTTI I TORTI, HA USATO LA PAROLA AMICO? STRANO COME A VOLTE UN
PENSIERO GENTILE, O SINCERO VENGA PROPRIO DA CHI NON TE LO SARESTI MAI
ASPETTATO.
Ehi –
Un’ultima cosa Max, e questa te la devo proprio dire.
Max –
FARA’ UNA PAUSA, LO SENTO.
Ehi – Sei
proprio uno stronzo! E la pausa l’ho fatta perché tu stronzo l’hai scritta!
Max –
COSI’ SE NE ESCE, I MIEI PERSONAGGI NON SANNO MENTIRE A FIN DI BENE, DIRE LE
CLASSICHE PAROLE IPOCRITE DA FUNERALE, E QUESTO IN CERTI MOMENTI MI FA
INCAZZARE! NO LUI NO, NON POSSO CREDERCI, QUINDI ALEX L’HA SOLO TRAMORTITO, NON
UCCISO, D’ALTRONDE GLI STRONZI NON MUOIONO MAI, IO SONO L’ECCEZIONE CHE
CONFERMA QUESTA REGOLA!
Uomo della siae
– Ho qualche decennio di terapia prima
di essere pronto ad affrontare la vita, questo a causa tua! E di quelli stronzi
della tua compagnia. Lo psichiatra mi ha detto di stare per un po’ lontano dai
teatri, ma sappi che è già pronto un mio sostituto, che non muoverà un piede da
qui finché non avrà le prove! E vi assicuro che troverà i copioni prima o poi…
Sono passato allo psichiatra dopo che ho scoperto che lo psicologo a forza di
prendere appunti aveva messo da parte materiale sufficiente per una commedia.
Io parlavo, parlavo e ogni volta che cercavo di girarmi con lo sguardo, con la
coda dell’occhio lo vedevo, scriveva, scriveva, senza ritegno per quello che
avevo passato. Così ho capito, di certo era un autore e un giorno non ho retto,
a piè pari ho fatto un salto sulla scrivania gli ho sequestrato tutti i fogli,
tutti gli appunti di tutti e sono fuggito per le strade. Poi una pattuglia
della polizia giorni dopo mi ha bloccato, ma è tutto registrato alla siae, così
quando metterà in scena quelle storie, di quella povera gente dovrà, dico dovrà
pagare! Come dovrai pagare tu, (pausa) stronzo!
Max – CHE
VERGOGNA, CHE SCHIFO. CHE PERSONAGGIO PATETICO, ALEX L’HA DISTRUTTO DA VERA
PROFESSIONISTA, E’ ROVINATO, NON E’ NEANCHE UN UOMO. POVERACCIO. CHE DONNA
QUELLA ALEX. IL MIO ORGOGLIO! QUESTO
SCHIFO CHE HO SCRITTO ESCE DI SCENA, PREGO. E FINALMENTE ABBIAMO FINITO CON LE
CONFESSIONI PATETICHE! ORA ACCADE QUESTO, MAX CHE RAPPRESENTO IO SI INFILA UN
IMPERMEABILE LUNGO, HA IN MANO UNA VALIGETTA GRANDEZZA A4, UN GRIDO: RIUNIONE
DI COMPAGNIA! E LA SCENA E’ LA SOLITA, ARRIVANO TUTTI CORRENDO CON LA SEDIA IN
MANO SI SIEDONO AL GRANDE TAVOLO.
Regista – Ho
deciso che il testo si mette in scena e ho dovuto scrivere un finale, spero che
Max capirà.
MAX – IL
REGISTA DISTRIBUISCE I COPIONI ULTIMATI, IO MI FACCIO STRADA, ORA PERO’ TUTTI
MI VEDONO E SONO STUPITI PERCHE’ ASSOMIGLIO IN MANIERA STRABILIANTE A MAX, MA
SONO MAX? E BADATE BENE, SONO IL PRIMO A CHIEDERMELO! SBATTO LA VALIGETTA SULLA SCRIVANIA E MI SIEDO.
Alex – Non
puoi essere Max lui non si sarebbe mai reincarnato in un regista!
Max – Non
avete idea di quanto mi siano fischiate le orecchie ultimamente, come
attraversate da due locomotori, dicono che qualcuno ti pensa quando accade,
giusto? Alex come fai a giurare sulla gente proprio tu che sei tutto e il
contrario di tutto! Bene, comunque ho letto questo finale e (pausa
registica) devo dirvi (guardando l’attore quello che conosciamo come
regista) che ho fatto qualche taglio!
Regista – (urla)
No!
Max – Al pubblico: chi li capisce gli autori!
FINE.
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