sabato 30 maggio 2020

Le facce della luna - Parte prima

 Le facce d ella Luna di Eloisa Guidarelli  - L'attrice Tamara Triani nel ruolo di Cristina - Teatro dell'Argine -  Regia Salvatore Cardone



Le facce della luna
di
 Eloisa Guidarelli
 
Personaggi:
 
Ragazza
 
Cristina (segretaria)
 
Capufficio
 
Poliziotto
 
 
Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente reale
 
 
 
 
 
 
 
 
ENTRA IL POLIZIOTTO DA UNA DELLE DUE QUINTE
 
POLIZIOTTO - (Al pubblico) All'addestramento ce l'avevano spiegato... poche cose ma chiare. La disciplina... (pensa alle altre cose ma non ne ricorda altre) la disciplina! E poi… (è inutile per quanto si sforzi non ricorda proprio un cazzo) la disciplina… (dubbio) Già detto? Dicevo... pochi punti ma fondamentali... come (suspense) prevenire (cerca di spiegarselo) venire… prima… dev’essere uno dei motivi per cui la mia ex moglie mi ha lasciato... Ma torniamo a noi! Un vero duro... uno... con... uno... che... uno che se... (finalmente trova le parole e il gesto corrispondente) uno con due coglioni così! Un vero poliziotto faccio per dire… non aspetta che accadano i fatti! (urla) Comodo arrivare sempre dopo e fare quelle figure di merda che ci facciamo solitamente nei film! (urla) No... no… no…(tra i denti)  io… prima! Arrivo, sì ma quando non è ancora accaduto niente, se non accade, pazienza! Ma se accade… un eroe divento! Per questo sono qui, nessuno mi ha chiamato! Perché un vero poliziotto non sta ad aspettare che lo chiamino... e così era per la mia ex moglie, non ho mica capito cos'è successo con mia moglie (si riprende, sospetto... urla al pubblico) Non è accaduto niente vero? (pausa) Meno male che sono arrivato in tempo.
 
UN UFFICIO, RAPPRESENTATO DA UN UNICO SPAZIO CON DUE TAVOLI, SEDUTA AD UNO DEI DUE TAVOLI CRISTINA, UNA RAGAZZA DI BELLA PRESENZA CHE FA LE SOLITE TELEFONATE PER IL CAPUFFICIO.
 
Cristina – Buongiorno, parlo con il sign. Lambertini della ditta Lambertini & figlio pompe funebri? Bene, sign. Lambertini, sono della casa editrice “I Mecenati", la vostra pubblicità uscirà il martedì nella seconda pagina del nostro settimanale... sì... sì... no... il nostro settimanale ha appunto due pagine, può uscire nella prima o nella seconda, sì... nella prima parliamo di teatro, la seconda è riservata alle donazioni e agli indirizzi utili. Sì... la ringraziamo per la sua donazione. Arrivederci... arrivederci, grazie a lei. Pronto? E' l'estetica Luciana? Sì... qui è la casa editrice "I Mecenati" , il vostro slogan "morte certa ai peli superflui" uscirà il martedì sul nostro settimanale... sì, no, purtroppo la foto è troppo grande per il nostro giornale, sì, voglio dire, la foto di prima e dopo la cura... sì... lo scimpanzé e la modella, sa noi purtroppo abbiamo solo due pagine… sì, ecco se vuole, con una seconda donazione per il giornale, potremmo mettere vicino al suo l’annuncio della sua collega… sì… certo, sempre sotto indirizzi utili, certo… mi dica, aspetti che me lo segno… “Bello più che mai per un viaggio da dove non ritornerai” Oddio è un po’ lungo… no, si ho capito che loro lavorano per l’obitorio, sì segno… no… nessun problema, signora, il nostro giornale accoglie qualsiasi donazione, la ringrazio. Arrivederci. Sì?  Casa editrice “I Mecenati”, ha cambiato idea per lo slogan? Nessun problema, tanto prima che esca il giornale… Niente… niente, parlavo tra me, mi scusi… Sì? Me lo segno subito: “Per un make up resistente nel tempo” E’ sicura? Bene, si figuri, la ringrazio. (Pausa, Cristina prende fiato)  Buongiorno, sì, Hard Shopping? E’ la casa editrice … Sì, proprio noi, il suo slogan: “Se la vita vi butta giù, se vi sentite umiliati, se il lavoro non vi soddisfa, se siete depressi, comprate una frusta eccetera…” è troppo lungo, a meno di metterlo vicino a quello delle pompe funebri, ma non credo, come dice? Perfetto? Allora siamo a posto, naturalmente non possiamo pubblicare nessuna foto che ci avete mandato. No, mi spiace. No, neppure lei nudo, guardi se si accontenta… ecco. Sì, arrivederci.
 
CRISTINA CERCA ANCORA SULL’AGENDA, IL CAPUFFICIO GIRA FRENETICO GUARDANDOSI IN GIRO, SPOSTA ALCUNE CARTE. ANCORA QUALCHE RITOCCO PERFETTAMENTE INUTILE. TUTTO E’ OLTREMODO ORDINATO E SQUALLIDO. CRISTINA E’ SERENA, GENTILE, DEDITA AL SUO LAVORO, IL CAPUFFICIO LA GUARDA SODDISFATTO. FINALMENTE SUONANO ALLA PORTA. L’UOMO VA AD APRIRE MENTRE SI PASSA VELOCE UNA MANO TRA I CAPELLI E SI STIRA LA GIACCA, FA LARGO ALLA RAGAZZA CHE VEDIAMO TIMIDAMENTE ENTRARE. LA RAGAZZA E’ MOLTO GIOVANE E CARINA, E’ VESTITA IN MODO SEMPLICE, UN ABITO NERO, LUNGO, NIENTE DI PROVOCANTE, HA CON SE’ UNA CARPETTA PIUTTOSTO GRANDE. IL CAPUFFICIO LA FA ACCOMODARE. ADESSO SONO UNO DI FRONTE ALL’ALTRA, GLI OCCHI DEL CAPUFFICIO PUNTANO LA RAGAZZA COME A STUDIARNE LE REAZIONI, LA RAGAZZA DI REAZIONI NON NE HA.
 
Capufficio -  Bene, vedo che lei ha portato i disegni, come le ho spiegato al telefono, la nostra è una casa editrice, la mia, perché il titolare sono io, si chiama “I Mecenati”, l’avrà già sentita, probabilmente…
 
Ragazza – No, mai.
 
Capufficio – Beh! Perché poi, diciamolo, ha avuto svariati nomi, comunque lei mi ha mandato il suo curriculum, scusi lei come ci ha contattati?
 
Ragazza – L’annuncio sul giornale.
 
Capufficio – Ah! Brava, sì. Ecco, vede nel suo curriculum, ho letto che lei è grafica pubblicitaria, e l’ho chiamata subito perché, guarda caso, devo proprio ricoprire un posto di grafica pubblicitaria, lei è fortunata! E le dirò di più, lei mi fa già un’ottima impressione, sa io sono un istintivo, non sbaglio mai, ho come un sesto senso (si mangia la ragazza con gli occhi) , io sento che io e lei faremo grandi cose (si accorge che la ragazza è interdetta da tanto entusiasmo un po’ fuori luogo e cambia tono) Le spiego il lavoro, in poche parole, io mi occupo di una rivista di cultura, cultura generale, rivolta però soprattutto al teatro (mette particolare enfasi a questa parola). Questa è la rivista! Tredì e la luna ne è il simbolo. (Sbatte sul tavolo davanti agli occhi della ragazza una copia di due pagine, mentre cerca a fatica di estrarre un manifesto gigante da sotto il tavolo, con riprodotta la testata Tredì del giornale e  il disegno veramente pietoso di una luna) . Come vedi, il primo lavoro da fare, riguarda proprio la luna, questo è un manifesto in scala uno a uno (il capufficio ha un moto d’orgoglio e in quello stesso istante scivola sul manifesto in scala e cade. Si rialza velocissimo e riprende il discorso) Come dicevo il primo lavoro da fare riguarda proprio la luna, la rivista si occupa di cultura, spettacoli, (con enfasi) teatro ! Esce il martedì e il venerdì e la luna ne è il simbolo. L’ho inventato io… (sognante) Tredì… La luna… Tredì...  questa luna… bianca, tonda, bella… Tredì… questa parola… la luna… Tredì… e la luna e Tredì… (La ragazza rimane impassibile. All’improvviso urla) Perché Tredì?
 
Ragazza – (dopo una pausa) Non saprei.
 
Capufficio – Perché esce due volte alla settimana, quindi Tredì sta per tre giorni… (“tre giorni” se lo dice un po’ tra sé, rendendosi conto che si sta contraddicendo) sì, esce due volte alla settimana, Tredì… che significa tre volte alla settimana… tre… dì… dì significa giorno…
 
Ragazza – Ma esce due volte alla settimana, giusto?
 
Capufficio (Contrariato) Sì, due volte alla settimana, quindi Tredì
 
Ragazza – Capisco.
 
Capufficio (cambiando velocemente argomento) Come ti dicevo la casa editrice si chiama “I Mecenati" a ricordare il primo spettacolo di cultura e teatro che ho creato, per poi passare alla rivista (mostra alla ragazza una rivista patinata ed elegante) "La Claque", come vedi più raffinata ma troppo costosa, per poi giungere finalmente… (vuole creare sorpresa nella ragazza ma la ragazza non ha reazioni) … finalmente a… il Tredì (lo sbatte in faccia alla ragazza) un inserto che rimarrà argomento di cultura, aggiornamenti sul teatro e notizie di diverso genere (parla come a un comizio). Il simbolo della luna con scritto sopra… (di nuovo cerca di creare suspense nella ragazza che non reagisce minimamente)… "meno tv più teatro" dovrebbe convincere la gente a...?? (attende la risposta della ragazza) A...?
 
Ragazza – Leggere la rivista?
 
Capufficio – No! (incombe sulla scrivania) Ad uscire di casa!
(LA RAGAZZA SI ALLONTANA CON LA SEDIA. L’UOMO GUARDA LA RAGAZZA CON GLI OCCHI FUORI DALLA TESTA E LA MINACCIA CON IL DITO, PROSEGUENDO NEL SUO DELIRIO) Per ritrovare appunto i teatri e un altro tipo di informazione! (poi riprende il controllo di sé, si siede, la ragazza prende i disegni e lo guarda perplessa) La luna deve proprio invogliare a questo! Stai già pensando a una bella luna da mostrarmi al più presto? (La guarda con occhi come capocchie di spilli e un sorriso schizofrenico. La ragazza prende dalla scrivania la copia mostrata del Tredì).
 
Ragazza – Quindi io devo migliorare questa luna? Inizierò già a pensare a qualcosa oggi pomeriggio, lo farò comunque… non mi costa nulla e mi diverte.
 
Capufficio – Grazie...
 
LE PRENDE LA MANO, GLIELA STRINGE FORTE, MENTRE LA GUARDA FISSA NEGLI OCCHI.
 
Capufficio - E' il destino che ci ha fatto incontrare, lo sento.
 
Ragazza (Liberandosi e cambiando argomento) Senta io le ho portato i disegni, sono disegni scolastici, marchi e campagne pubblicitarie che ti fanno fare a scuola, però almeno potrà frasi un’idea.
 
L’UOMO SOLLEVA I DISEGNI E LI RIPONE A LATO, MA PIU' CHE I DISEGNI, CHE VEDE SOLO DISTRATTAMENTE, CONTINUA A OSSERVARE LA RAGAZZA.
 
Capufficio - Certo, si vede che lei ha una bella mano…(osserva la ragazza, se la scorre con gli occhi, si sofferma ai seni, poi di scatto la fissa negli occhi) E’ certo che lei ha una gran dose di creatività! (e su quest’ultima parola richiude di scatto la carpetta e le porge i disegni) Brava! Proprio brava! Belli, sì! Niente male.
 
Ragazza – Io la ringrazio ma non li ha visti tutti...
 
Capufficio – Ma ho visto abbastanza... voglio dire, mi è bastato, mi basta poco per rendermi conto, lei è un'artista!
 
LA RAGAZZA E’ SBALORDITA NESSUN COLLOQUIO DI LAVORO POTEVA RIUSCIRE MEGLIO.
 
Capufficio – E ti dirò di più! Guarda, io in genere proposte di questo tipo non ne faccio…
 
LA RAGAZZA E’ PREOCCUPATA.
 
Capufficio – Ma ho letto il tuo curriculum.
 
Ragazza – Ho scritto qualcosa che non va?
 
Capufficio – Ho letto che stai frequentando l'Accademia d'Arte Drammatica...
 
Ragazza (scusandosi) Oh, vede quel curriculum è un po’ vecchio, io ho già finito l'Accademia, ma non si preoccupi cerco un lavoro fisso, non la lascerò per seguire qualche compagnia di giro… su questo io sono certa, io non è che faccio l'attrice sa... non cerco un part-time, io lavorerò le mie otto ore, questo in fondo è quello per cui ho studiato… la grafica...
 
Capufficio – E’ fantastico, non capisci? E’ il destino!
 
Ragazza – Cosa, scusi?
 
Capufficio – Sono io che ti faccio una doppia offerta… Io sai, sono un lirico. (PAUSA LUNGHISSIMA) Un ex lirico, ora ho dovuto lasciare questo mestiere, sai la voce non è più quella di una volta, e poi mi sono dedicato completamente alla casa editrice, però ho sempre lavorato nell’organizzazione del teatro, insomma io sono quello che trova i posti a sedere, che fa sì che lo spettacolo si faccia, che prende i contatti, che gestisce il teatro, vedo registi di ogni tipo e loro devono ringraziare me se hanno il teatro, sono entrato in questo ambiente come lirico e da allora sono passato alla gestione dei teatri, sono io che trovo il pubblico, che trovo i posti a sedere… Ora ascoltami, io ti assumo come grafica e poi ti farò fare anche l'attrice, ti farò un provino... Tu sai cantare?
 
Ragazza – No, ma ascolti io voglio solo lavorare come grafica, io non c'entro con la lirica, la ringrazio ma io sono felicissima del posto di grafica.
 
Capufficio – Ma tu potrai fare tutte e due! Il sabato e la domenica o qualche giorno che toglieremo al lavoro tu sarai retribuita come attrice, sai recitare, no?
 
Ragazza – Sì, ma la prego, non mi interessa...
 
IL CAPUFFICIO PRENDE UNA FOTO DAL PORTAFOGLIO E GLIELA SBATTE IN FACCIA.
 
Ragazza – Sua moglie?
 
Capufficio – La protagonista! L'ho voluta a tutti i costi… brava, chissà, potresti esserci anche tu, se tu… ti piacerebbe?
 
Ragazza – Io vede, davvero, sono felice così.
 
Capufficio – Naturalmente ti farò fare un provino, ma so già che andrai benissimo, nella lirica servono anche parti solo recitate… quindi non importa se sai cantare o meno. Ma sto parlando di un musical, con grandi nomi, una cosa seria! Ho già in mente un personaggio per te, sì… sì... perfetta, sì. Nel frattempo mi sento di appuntarti qualcosa, così sai di cosa si tratta…
 
STRAPPA UN FOGLIETTO SCRIVE QUALCOSA VELOCEMENTE, LO RIPIEGA E LO PASSA ALLA RAGAZZA.
 
Ragazza “Tienti pronta!” E’ il titolo della commedia?
 
Capufficio – No... è una promessa. (Continua a guardare la ragazza in modo strano ammiccando a una complicità non corrisposta) Comunque per quanto riguarda il lavoro sei già assunta, ti ritelefonerò per dirti quando puoi cominciare e intanto mi raccomando: pensa alla luna.
 
Ragazza – Certo, la ringrazio, senza dubbio.
 
Capufficio – (al pubblico) Era vestita in maniera provocante, sì semplice ma… provocante. La semplicità è provocante. Intravedevo i seni, che viso d’angelo… e poi era timida. Fantastica! E non reagiva a niente… come piacciono a me, osservava, ascoltava, seduta... Era venuta per tentarmi, lo so! Era audace, era come tutte le donne, era! E il sorriso? Perché non parlava, ma con il sorriso diceva tutto… conosco quei sorrisetti timidi ma anche maliziosi, a sottintendere che sanno tante cose! L’avevo già assunta dal momento in cui mi era comparsa davanti.
 
Poliziotto – Finita la vita matrimoniale... e avendo… io già provato tutto quello che c’era da provare, mi arruolai, giurai che era per la patria, ma in realtà non mi restava un cazzo da fare! Ma non per questo venni meno a questa storia, al mio dovere… e di certo… Ah! Ah! Non per questo venni quella volta… rovinando del tutto il rapporto con mia moglie. Sto andando fuori tema? Musica, buio, cambio scena. Il giorno dopo.
 
E’ IL PRIMO GIORNO DI LAVORO, LE DUE RAGAZZE SONO NELLA SALA ADIBITA AD UFFICIO E REPARTO GRAFICO, CRISTINA COME SEMPRE E' OCCUPATA AL TELEFONO, NEL CORSO DELLA SCENA IL CAPUFFICIO ENTRA ED ESCE. LA RAGAZZA SI GUARDA ATTORNO SCONCERTATA, HA UN ATTIMO DI PERPLESSITA’, POI DECIDE  DI RIVOLGERSI A CRISTINA.
 
Cristina – Casa Editrice i Mecenati… pronto? Sì, esatto, la vostra pubblicità potrà uscire il venerdì… va bene? Sì… sì… (scrive) stop alle rughe, stop alle creme, ovvero come stare la maggior parte della vostra vita col viso in penombra... guardi che ho poco spazio… ho capito che è uno stage, posso solo mettere “stop alle creme” e il vostro indirizzo... capisco non ha  senso! Come? Non c'è spazio per sottotitoli e descrizioni! Sì... sì… ecco ci pensi.
 
Ragazza – Cristina, scusa sai se esistono matite, gomme, fogli, io qui non vedo assolutamente niente, solo il tavolo, forse tiene il materiale da qualche parte?
 
CRISTINA SI ALZA, LA GUARDA SENZA PARTICOLARE  ESPRESSIONE POI CORRE A PRENDERE I PASTELLI COLORATI, QUASI TUTTI SENZA PUNTA E FA UN GESTO COME DIRE: E’ TUTTO QUI.
 
 
Ragazza – Temperino, fogli?
 
CRISTINA SCUOTE LA TESTA SENZA RISPONDERE, LA RAGAZZA LA GUARDA PREOCCUPATA.
 
Cristina – (suona il telefono) Sì? Proprio noi... una linea politica? (ride) se il giornale ha un preciso impegno politico? (ride)... Sì... no... no... guardi che ho capito… sì... non stavo ridendo, tossivo (ride) sì. (Prende fiato e parte mitragliando parole in apnea) Le spiego, che lei sia di destra, centro sinistra, centro destra, centro, socialdemocratico, anarchico, fascista, verde, nero, bianco, buddista, protestante, cattolico, pagano, ateo, reazionario, conservatore, naturista, bigotto, santo, stupratore, lord o accattone, (prende fiato e riprende con diplomazia) il nostro giornale accetta chiunque basta che doni! Tutta la feccia del pianeta purché doni!
 
 
Fine - parte prima - To be continued