mercoledì 10 aprile 2024

Il gioco della verità - (seconda parte) Drammaturgia Eloisa Guidarelli genere farsa

                  Il gioco della verità - Da sinistra Vania Moretti (Lisia) Benedetta Conte (Brigit) Eloisa Guidarelli (Gula)

 

Il Gioco della verità - parte seconda

 

SILENZIO, SGUARDI BASSI DI LISIA E BRIGIT, GULA FUMA IN FACCIA A BRIGIT CON ARIA DI SFIDA.

 

Gula – Bene, dimmi un poco, quando eri bambina, qual’è stata la tua prima cotta, perché tutti i bambini e le bambine si prendono delle cotte, anche in tenera età e… non sono affatto da sottovalutare, tu Brigit non ci hai mai raccontato nulla, eppure siamo cresciute tutte e tre insieme, bene questo è il momento, quale bambino ti piaceva di quelli che si frequentava tutte? (Pausa, poi tutta d’un fiato) Ricorda che hai giurato!

 

BRIGIT COMINCIA A SENTIRE CALDO SI SLACCIA I BOTTONI DELLA CAMICETTA, LIBERANDO IL COLLO, SI AGGIUSTA GLI OCCHIALI, GIOCA NERVOSA CON GLI ANELLI POI SI DECIDE E INCONTRA LO SGUARDO SADICO DI GULA.

 

Brigit – In effetti io faccio fatica a confessare questa cosa…

 

Gula – Anche perché io e Lisia col cazzo che ti assolviamo!

 

Lisia – (Verso Gula) Abbi pietà!

 

Gula – Sì, sì, lo dicevo con affetto, racconta.

 

SI SDRAIA SULLA SEDIA E SBATTE GLI ANFIBI IN FACCIA A BRIGIT SUL TAVOLO, CONTINUA A FUMARE MA IN MANIERA SENSUALE.

 

Brigit – Si giocava a nascondino…

 

Gula – Ma guarda! Ci giocavi anche tu?

 

Lisia – (Verso Gula)  Se non la finisci…

 

Gula – Scherzavo, scusate, scusate è solo per creare suspence. (Quasi tra sè) Che palle!

 

 

Brigit – Dicevo, si giocava a nascondino, era la prima volta che vi conoscevo, ricordate? Tutte e tre ci siamo conosciute quel giorno giocando a nascondino, ricordate?

 

Gula – Arriva al punto!

 

Brigit – Ricordo di un  bambino con i capelli neri, gli occhi grandi e neri, mi prende per mano all’improvviso e io lo seguo, ricordo che corriamo, ricordo che avevo i codini che volavano e che, lo amavo era, era una sensazione stupenda io, io non sapevo neanche il nome e... non importava lo seguivo e basta era, era il capo della banda era… forte la sua mano e mi stava salvando, mi stava nascondendo, (presa dall’entusiasmo alza la voce) immaginavo di uscire con lui e gridare pace libera tutti e salvare tutti gli altri bambini e… (trattiene di nuovo l’entusiasmo) le bambine mi avrebbero guardato come una principessa, perché ero con il bambino più bello e più veloce del vento, (presa dai ricordi, estasiata, come in trance) quello che aveva vinto la gara di sputo lontano, l’unico che sapeva cantare  Fratelli d’Italia a forza di rutti e… non ricordo gli altri primati, ero così felice. Io… (Si infiamma tutta, Lisia e Gula sono al culmine della sorpresa, Gula ha persino smesso di fumare) io ricordo quella stretta alla mano, l’erba  frustarci la faccia e, le gambe nude quando ci inoltriamo nella siepe per nasconderci, ricordo il suo dito contro quelle labbra perfette ancora sporche di more che avevamo mangiato mentre mi dice: SSSSSSST altrimenti ci scoprono!

 

Gula, Lisia – Poi, poi?

 

Brigit – Poi mi dice, faccio la pipì non ce la faccio più!

 

Lisia – (Presa dall’entusiasmo) E se lo tira fuori?

 

GULA GUARDA LISIA DI TRAVERSO, MA VIENE DISTOLTA IMMEDIATAMENTE DAL PIANTO DI BRIGIT.

 

 

Brigit – Mi sembrava strano che lui,  che lui non si vergognasse a farla davanti a me, io però mi ero girata e…

 

Lisia – (Sbuffando) Ma no!

 

Brigit – Ma poi la curiosità io,  (pausa) non ne avevo mai visto uno vero…

 

Gula – Non piangere Brigit, io ho ventisette anni e uno vero devo ancora vederlo! Beh? Allora, com’è finita?

 

Brigit  - Insomma, piano, piano cercavo di girare la testa, senza che lui mi vedesse, cercavo di vedere con la coda dell’occhio. Alla fine mi decido, mi giro e (pausa) non c’è più! (Scoppia in singhiozzi)

 

Lisia – Bastardo, se ne era andato così?

 

Brigit (Senza smettere di singhiozzare) – No, no, no, no! C’era! (Pausa) Ma era a chinino, era!

 

PAUSA , LISIA E GULA SI GUARDANO INTERROGANDOSI  MUTE.

 

Gula – Faceva la cacca?

 

Brigit – Magari!

 

LE DUE SI GUARDANO ANCORA PERPLESSE.

 

Brigit – Non avete capito niente, (sempre singhiozzando) era, era, era una bambina (scoppia in lacrime di nuovo).

 

LISIA E GULA RIMANGONO IMMOBILI, NON SANNO CHE FARE O CHE DIRE, POI GULA SINCERAMENTE COMMOSSA PROVA A SCUSARSI.

 

Gula – Brigit io non credevo che...

 

Brigit – (Urlando e piangendo disperata) E’ così che ho conosciuto te Gula, non ricordi?  Era Gula! Era Gula! (Con odio verso Gula) Sei soddisfatta adesso? (Se ne esce piangendo).

 

SILENZIO DI GRANDE IMBARAZZO. LISIA E GULA SI GUARDANO PERPLESSE. POI GULA ROMPE IL SILENZIO, ANCORA SMARRITA:

 

Gula – Mica mi ricordo io di questa pisciata!

 

BUIO. LA STANZA VUOTA, SUONA IL CAMPANELLO, LE TRE RAGAZZE URLANO ED ENTRANO IN SCENA CONTEMPORANEAMENTE CON UNA CORSA, LISIA E’ IN MUTANDE E MAGLIETTA, GULA ARRIVA INCIAMPANDO SUI PANTALONI MILITARI CHE SI TRASCINA SALTANDO A PIE’ PARI COME UN CONIGLIO, IN BOCCA LA CANOTTA, IN UNA MANO GLI ANFIBI, BRIGIT AVVOLTA NEL LENZUOLO.

 

 

Gula – (Allacciandosi i pantaloni, parlando con la canotta ancora in bocca e in reggiseno)  Hanno suonato!?

 

Lisia – (Balbettando) Sono… soltanto le otto. As… aspettavamo  qualcuno?

 

RIFLESSIONE, POI CORO SCONSOLATO.

 

-         No.

 

Gula – Allora ci siamo è il porco! (Parlando e masticando la canotta)

 

Brigit – Calma.

 

IL CAMPANELLO CONTINUA A SUONARE.

 

Lisia – Potremmo non esserci.

 

SI GUARDANO TERRORIZZATE.

 

Gula – E’ ora di affrontarlo, state dietro, apro la porta!

 

LE RAGAZZE CERCANO DI FERMARLA MA E’ TROPPO TARDI, GULA  APRE, SENTIAMO SBATTERE IMMEDIATAMENTE LA PORTA E VEDIAMO RIENTRARE GULA, CON L’ESPRESSIONE DI CHI HA APPENA VISTO UN FANTASMA.

 

Lisia – Che ti ha detto di così veloce?

 

 

Gula – Ha detto "Ah"! (Pausa) Siamo nei guai, (masticando la canottiera) è un uomo.

 

 Brigit – Lo sapevamo questo!

 

Gula  - Non è il vecchio!

 

Lisia – E chi è?

 

Gula – E che ne so, è giovane e bello e adesso che ne facciamo del nostro piano, col vecchio si andava sul sicuro, qualche smanceria e si prendeva tempo… tempo,  ci manca il tempo per organizzare un altro piano.

 

Lisia – Ma sempre uomo è!

 

SUONA DI NUOVO IL CAMPANELLO.

 

Gula – (Ancora con la canotta in bocca e gli anfibi in una mano, va nervosa verso la porta) Va bene bastardo, vuoi la guerra! Guerra avrai!

 

GULA ESCE DA UNA QUINTA, LA VEDIAMO RIENTRARE ARRETRANDO DI SCHIENA , ENTRA IN SCENA IL GIOVANE UOMO SORRIDENTE E SOLARE.

 

Fenice – Buongiorno, scusate per l’ora, signorina ha una canottiera in bocca.

 

GULA SI RENDE FINALMENTE CONTO E CON IMBARAZZO SE LA INFILA IN UN BALENO GUARDANDO CON ODIO LO SCONISCIUTO.

 

Fenice – Per carità non ho nulla in contrario, magari tutte le donne mi aprissero così! Scusate ancora il disturbo, in effetti io sono qui per riscuotere l’affitto, faccio le veci del vecchio, mio padre, lui si è dovuto assentare  per motivi di lavoro e ha chiesto a me, (guardandosi attorno e vedendo le ragazze in un angolo seminude che lo guardano a bocca aperta) sì, decisamente non è un bel momento, o cioè per me è bellissimo, ecco se, se volete andare a vestirvi, io… io, aspetto…

 

GULA FA UN CENNO ALLE RAGAZZE CHE ESCONO IMMEDIATAMENTE, POI SI AVVICINA ALL’UOMO SI PRENDE IL SIGARO  DALLA TASCA DEI PANTALONI, CONTINUA A SQUADRARLO, L’UOMO SI IMBARAZZA SEMPRE DI PIU’, FINO A QUANDO GULA LO FISSA ESPLICITAMENTE IN BASSO, L’UOMO DISPERATO CERCA UN DIALOGO CON LA SPECIE DI VIRAGO CHE SI TROVA DAVANTI.

 

Fenice – Non ci siamo presentati io…

 

Gula – Gula, (porgendo la mano e stringendogliela fino a fargli male, senza distogliere mai lo sguardo di sfida) nella mitologia assira, divinità femminile, compagna di Nibib, (l’uomo deglutisce, Gula scandisce ogni parola, la voce è calda e sensuale proveniente dall’utero) detto anche Zamama, Dio delle armi o della guerra. Era considerata come una personificazione del calore, (gli si avvicina alle labbra) sotto i due aspetti del calore, (di nuovo fa scendere lo sguardo lentamente verso il sesso, l’uomo è impietrito) quello che vivifica e… (pausa, di scatto lo guarda negli occhi) quello che uccide.

 

Fenice – (Imbarazzatissimo) Ah! Certo, un bel nome (pausa, lei lo sta divorando con lo sguardo, lui sta sudando) ma guarda che viaggi che si facevano questi Assiri eh?

 

IN QUEL MOMENTO ENTRA LISIA, HA UN VESTITINO ROSSO CHE CADE COME UNA SOTTOVESTE, UNO SPACCO SUL SENO, UNO SPACCO NELLA GONNA, SI AVVICINA AL RAGAZZO CHE LA GUARDA COME DI FRONTE A UN MIRAGGIO, PORGE LA MANO CON UN SORRISO RADIOSO.

 

Lisia  - Lisia, una delle più rinomate sirene.

 

Fenice –  Piacere, nessun nome potrebbe esserle più indicato. Piacere io...

 

FA PER PRESENTARSI QUANDO ENTRA BRIGIT  CHE PASSANDO DAVANTI A LISIA PORGE A SUA VOLTA LA MANO.

 

Brigit – Brigit, nella mitologia dei Celti d’Irlanda, dea della poesia e della sapienza.

 

 

L’UOMO RIMANE IMBARAZZATO DAI SEI OCCHI CHE FANNO CERCHIO SU DI LUI.

 

Fenice – Bene, tocca a me presentarmi, io, io mi chiamo Fenice.

 

SILENZIO, TUTTE LO GUARDANO CUPE, NON SODDISFATTE DAL NOME.

 

Fenice – (Fa un grande sospiro e si adegua) Fenice Anculis. Si, Fenice (pausa) uccello favoloso degli Egizi.

 

Lisia – (Rapita) Oh!

 

 

Fenice – (Incoraggiato) Originario dell’arabia, (guardando negli occhi Lisia) compariva soltanto ogni cinquecento anni…

 

Lisia – Oh, no! (Implorante)

 

Fenice - Già, che costituivano la sua vita, e giunto al termine di questo periodo si bruciava, per poi risorgere dalle proprie ceneri e (pausa, guardando tutte e tre con un sorriso) rivivere rinnovato.

GULA  LO GUARDA SOSPETTA E DIFFIDENTE.

Fenice – (Guardandola negli occhi come a sfidarla) Anculis, nella mitologia romana… (esita di fronte allo sguardo di sfida che gli ricambia Gula) quelle divinità minori (minimizzando con un gesto della mano) maschili e femminili, che servivano gli dei principali. Tali per esempio Ebe, Ganimede, Iride ecc…

 

Lisia – E riusciva a servirli tutti? (Eccitata)

 

Fenice – Oh beh! Questo io non lo so, ecco. (Trasale immediatamente ricordandosi il motivo per cui è venuto) Se vogliamo venire alla parte burocratica, io, io vi confesso che non ho mai sudato tanto nel richiedere un affitto.

 

Brigit – Ma non c’è fretta, si sieda, ci scusi non viene a trovarci tanta gente, così, beh… ecco non faccia complimenti, una tazza di thè? Qualche biscotto?

 

SENZA NEANCHE RENDERSENE CONTO SI ACCOMODA A SEDERE, LISIA GLI SPOSTA LA SEDIA E SUBITO SI SIEDE VICINA, GULA E BRIGIT ESCONO CON ARIA COSPIRATORIA.

 

Lisia – (Appoggiandosi sul tavolo e mostrando il generoso seno) Lei non tornerà tra cinquecento anni, vero?

Fenice – Cara Lisia, se potessimo scegliere i nostri nomi, beh… io non avrei mai scelto Fenice Anculis, soffro ogni volta che mi presento, lei è la prima che ha apprezzato questo nome, ma la sua amica, Gula, è sempre così, così, vede io temo di non piacerle affatto, per questo forse è meglio sbrigare questa faccenda dell’affitto, ecco…

 

Lisia – Si sbaglia, ti sbagli, posso darti del tu? Io la conosco gli piaci, anzi!

 

Fenice – Si? Come si comporta quando qualcuno non le piace?

 

Lisia – (Abbassando lo sguardo) Diciamo che è meglio non contraddirla.

 

Fenice – (La voce tremante) Capisco, c’è, c’è un bagno?

LISIA GLI INDICA UNA DELLE DUE QUINTE, FENICE SI INCAMMINA MENTRE BISBIGLIA DA SOLO:


Fenice – E poi dicono che con le donne bisogna prendere l’iniziativa, facile a dirsi! Non mi fanno respirare non mi fanno, e chi ci prova a prendere iniziative con queste, io no, io no di certo, ah! Io no!

 

BUIO. SONO TUTTE E TRE SOLE.

 

Gula – Dov’e’?

Lisia – In bagno.

Gula – E tu lo hai lasciato andare?

Lisia – Ma cosa dovevo fare?

Brigit – Prendiamo tempo, oggi diciamo che…

RIENTRA FENICE.

Fenice – Eccomi, qua. Sono ottocentomila.

Gula – (Con occhi di fuoco) Siamo pari,  hai utilizzato il bagno, no? (Lisia e Brigit la guardano sconcertate, Gula fa una grande pausa, poi feroce) Non li abbiamo.

Fenice – Ecco, temo sia un problema e tra qualche giorno?

Brigit – Sarebbe perfetto, sì…

Gula – Non li avremo neanche tra qualche giorno, è chiaro?

Fenice – Bene io non ho altra scelta che andarmene e…

Gula – Tu non hai altra scelta che rimanere! Chiudi la porta Lisia.

Lisia –   Sì.

 

LISIA SI ALLONTANA  SALTELLANDO PER CHIUDERE LA PORTA. BUIO. DI NUOVO LE TRE RAGAZZE IN SCENA. GULA PASSEGGIA NERVOSA.

 

Eloisa Guidarelli nella parte di Gula

 

 

giovedì 28 marzo 2024

Il gioco della verità - Parte prima - drammaturgia Eloisa Guidarelli

 

Il gioco della verità - Eloisa Guidarelli - Vania Moretti - Benedetta Conte - Foto Andrea Moretti



 Il gioco della verità

di

Eloisa Guidarelli

 

 

 

Personaggi :

 

 

Gula – la femminista.

 

 

 

Lisia – la seduttrice.

 

 

 

Brigit – la moralista.

 

 

 

Fenice Anculis – l’affittuario.

 

 

 

 Il Gioco della verità

 

 

INTERNO DI UNA MODESTISSIMA CASA, UN TAVOLO DA CUCINA, QUATTRO SEDIE, VESTITI DA DONNA SPARSI UN PO’ OVUNQUE, UNA RAGAZZA GIOVANE, VESTITA CON PANTALONI MILITARI E CANOTTA MIMETICA, STA FUMANDO UN SIGARO SEDUTA SU UNA SEDIA, PIEDI SUL TAVOLO, DI FRONTE AL PUBBLICO, FUMA E SI PASSA NERVOSA PIU’ VOLTE LA MANO SUI CAPELLI CORTI E PETTINATI ALL’INDIETRO, SPEGNE IL SIGARO DA QUALCHE PARTE E RIMANE CORRUCCIATA A GUARDARSI PENSOSA GLI ANFIBI, IMPROVVISAMENTE UN URLO COME DI GUERRA, UNO SCATTO IMPROVVISO ED E’ IN PIEDI CHE PRENDE A CALCI LA SEDIA, SI FA MALE E CALCIA LA SEDIA COME A PUNIRLA DI AVERE OSATO TANTO. ENTRA IN SCENA LISIA, SVOGLIATA, IN TUTA DA GINNASTICA,  LISIA E’ IL TIPO DI DONNA CAPACE DI AMMUTOLIRE CHI GUARDA, COME UN PANORAMA CHE TI SPEZZA IL FIATO E PUOI SOLO OSSERVARLO, CERCANDO DI COGLIERE TUTTO NEL PIU’ BREVE TEMPO POSSIBILE, SAPENDO CHE COGLIERE IL TUTTO E’ IMPOSSIBILE, LISIA E’ ABITUATA A VEDERE QUESTO SGUARDO AVIDO NEGLI UOMINI E QUESTA GRATITUDINE PER QUALCOSA CHE HA E DI CUI SA DI NON AVERE PARTICOLARE MERITO, IL TUTTO UNITO A UNA SEMPLICITA’ DISARMANTE CHE LA PORTA INEVITABILMENTE AD ESSERE IL SOGNO CONFESSATO O INCONFESSATO DI OGNI UOMO. LISIA GIOCA CON GLI UOMINI COME CON TUTTA LA VITA, CONSAPEVOLE DEI SUOI POCHI ANNI E DEI SUOI EFFETTI DEVASTANTI.

 

Lisia – Gula, accidenti a te, stavo cercando di rilassarmi, ero, ero arrivata a quando devi immaginare di essere un gabbiano che sorvola il cielo e tutto ti appare così piccolo e infinitamente lontano, lontani i tuoi problemi, come le case, la gente… innocua, piccola e… tutto così lontano, lontano e tu sempre più in alto e… (si incontra finalmente con lo sguardo di ghiaccio di Gula) e… e… tutto lontano, no? (Gula la pietrifica) Lontani i parenti… anche, sai? (Lisia abbassa lo sguardo attendendo l’uragano).

 

Gula – (urlando) Vicino è l’affitto, porca puttana!

 

 

Lisia – (arrabbiata, come una bambina a cui viene strappato un gioco) Sto precipitando al suolo, ora tutto mi si ingrandisce a vista d’occhio, mi sfracellerò a terra entro breve, dopo avere visto tutti da così vicino, (pausa) che stronza! Tu rovini sempre tutto, lo sai quanto ci vuole a diventare un gabbiano? Non lo si improvvisa dall’oggi al domani.

 

Gula – (perplessa) Si vede che è un po’ come l’affitto, neanche quello lo si improvvisa dall’oggi al domani, ma se tu riesci a spiegare a quello stronzo del padrone di casa che siamo tre gabbiani e siamo quindi ben lontani da tutto,  compreso l’affitto, io Lisia giuro, parola di soldato, che non ti distoglierò più dai tuoi studi. (sorride sarcastica).

 

Lisia – (deglutendo) Qual’è il piano? Devo sedermi?

 

Gula – Non ho ancora nessun piano, ma di certo è meglio che tu ti sieda. (urla) Brigit!

 

ENTRA BRIGIT, E’ IL TIPO DI DONNA CHE NON SAPRESTI DEFINIRE, CASTIGATA NEL VESTIRE, CASTIGATA NEL TENERE LEGATI RIGOROSAMENTE STRETTI I CAPELLI, GIOVANE EPPURE VECCHIA, SCIALBA, ESILE, SILENZIOSA, QUASI FARE RUMORE FOSSE UN PECCATO MORTALE, HA OCCHIALINI CON LENTI TONDE E UNA MONTATURA ANTIQUATA, QUANDO ENTRA A LISIA E GULA VIENE SEMPRE UN’ ESPRESSIONE PERPLESSA E INDAGATORIA CHE DISTOLGONO IMMEDIATAMENTE NON APPENA BRIGIT LE GUARDA CON LA SUA ARIA COMPITA.

 

Gula – L’affitto!

 

 Brigit  - (sedendosi) Qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare (pausa, si guardano tutte e tre) io non l’approvo!

 

 Gula – Brigit,  Lisia ha proposto di diventare gabbiani.

 

SILENZIO.

 

Brigit – (stizzita) Smettila di parlare in codice con me Gula! Risparmia questo linguaggio con quelle, quelle (con disprezzo) femministe che frequenti, e... e pensa a vestirti da donna, mi ferisci lo sguardo, quando mi alzo al mattino sei lì che mi guardi in mimetica e penso sempre sia scoppiata la guerra!

 

Gula – Anche tu Brigit mi ferisci lo sguardo e mi blocchi persino il respiro, mi sembra di avere un incontro ravvicinato con la mia bisnonna, anche se lei forse vestiva un po’ più giovane! Sono le bigotte come te che uccidono tutte le nostre rivendicazioni, noi a sbatterci per i diritti e la parità e voi a testa bassa angeli del focolare e schiave felici, che poi tu non puoi essere felice, non puoi, sei solo una caricatura (urla) dillo, cazzo! E comunque non parlo in codice, Lisia diceva sul serio! (ride isterica) Coraggio, sù, sù ragazze cominciamo con le prove di volo! (ride sarcastica, mentre agita le braccia verso l’alto, poi si blocca di colpo e guarda Brigit aggressiva) Sai perché non ho bisogno di vestirmi da donna? Perché io lo sono! (fa il gesto di sistemarsi le palle, insito in ogni uomo).

 

Brigit – Sei un uomo e non te ne rendi neanche conto.

 

Gula – Neanche tu sei una donna, neanche si capisce cosa sei, sei una mortificazione vivente, sei il proibizionismo, sei soltanto una puritana complessata, ma se pensi di castigarmi con i tuoi giudizi morali che sanno soltanto di muffa, ti sbagli! (urla) Adesso mi preoccupa solo l’affitto e un piano dobbiamo trovarlo e subito e starci tutte, tutte, se qualcuna ha qualcosa in contrario prende ed esce.

 

SILENZIO, POI  LISIA TIMIDA.

 

Lisia – Faccio un thè?

 

ANCORA PRIMA DI OTTENERE UNA RISPOSTA SE NE ESCE. LE ALTRE DUE SI GUARDANO CON OCCHI DI FUOCO,  I PENSIERI SONO PROIETTILI E SI RESPIRA PIOMBO. RIENTRA LISIA, HA UN VESTITINO LEGGERO, ESTIVO, CON UNO SPACCO SUL SENO ESAGERATAMENTE PROVOCANTE, SI E’ EVIDENTEMENTE CAMBIATA D’ABITO IN UN BATTIBALENO.

 

Lisia (imbarazzata dagli sguardi delle due) Ho messo su l’acqua.

 

Gula – Hai messo su anche qualcos’altro! (osservando i seni ingigantiti dal reggiseno a balconcino)

 

Lisia – Pensavo di portare una tazza di thè al padrone di casa, ecco.

 

Gula – Sarebbe il piano? Potresti anche intontirlo, Lisia, ma poi vorrebbe di certo qualcos’altro da te. (sbotta di colpo) Merda, non puoi pensare di sedurre tutto quello che ti sbarra la strada! Forse tu hai sempre vissuto così, forse a te è sempre bastato sbattere quelle ciglia da cerbiatto, o vestirti come una caramella da scartare, io non lo so, magari quel vecchio ti vede e gli viene anche un ictus e allora sarebbe un gran bel piano, ma se gode di ottima salute?

 

Lisia – Ma io, pensavo solo di essere gentile e di spiegargli che abbiamo tutte appena perso il lavoro, ecco.

 

 Brigit – Lisia, vai a toglierti quella roba, metti in imbarazzo.

 

Gula – Vai,  non turbare Suor Brigit!

 

Lisia – Perché siete così testarde, non fate che darvi addosso, tu Gula sei così bella, perché non ti fai carina e lo facciamo schiattare? (guarda Brigit che abbassa lo sguardo) Brigit, chiunque vestita e conciata così apparirebbe insignificante, lasciati pettinare quei capelli lunghi e scioglili e, vestiti leggera e, fai vedere il seno e le tue gambe e apri gli occhi e sorridi!

 

Brigit – Andiamo, Lisia. Per diventare cosa? Una seduttrice, una che… che...

 

Lisia (offesa) – Una che cosa?

 

Gula – Finiscila! (verso Lisia) Non siamo al mercato, non diamo cosce e seni in cambio di un affitto, non mi vesto e agghindo per mercanteggiare niente. Non è la passera in cambio dell’affitto è chiaro!?

 

Lisia (offesa) – Io non la do a nessuno, io… io…  faccio capire che è (immensa pausa, Lisia cerca la parola giusta) un’ipotesi!

 

 

LE DUE RAGAZZE LA GUARDANO INDIGNATE.

 

Lisia – Non c’è tempo per trovare un lavoro, non abbiamo soldi, sarà qui oggi, massimo domani o tra un’ora e questa volta ci butterà in strada e, voi siete stupide! Io dico di fargli perdere la testa, di stordirlo, di sedurlo e divertirci, di farlo fesso, di fargliene vedere tre non una, ma (esita) tre!

 

Brigit – Tre cosa?

 

Gula – Il piano di Lisia ora è di trasformarci in passere! (Gula riflette) Brigit, anche se l’hai messa sotto spirito forse è l’unica via d’uscita, ma ricordiamoci una cosa, nessuna, nessuna deve vendersi a quel vecchio schifoso, cercheremo solo di prendere tempo e di distrarlo in qualche modo, comunque io (riflette, poi tra sé) col cazzo che mi metto una gonna! Brigit tu invece dovresti…

 

Brigit – Mai, è chiaro? Mai!

 

Lisia – Ma (verso Brigit) faremo finta di…

 

Gula – Faremo sul serio, e quando quel maiale avido allungherà le sue luride mani verso una di noi glielo taglieremo e sarà legittima difesa, tre testimoni contro uno! Ci inventeremo una bella storia, tra lacrime e passati sconvolgenti e…

 

Brigit –  (quasi scandendo le parole con un filo di voce) Gli dobbiamo solo un affitto, non ci ha fatto nulla, solo un affitto e, qui stai parlando di castrare un uomo!

 

Gula – Chi ha parlato di castrare?

 

Lisia – In effetti hai parlato di castrare Gula.

 

Gula – Si? Beh mi sarò fatta prendere dall’entusiasmo, andiamo, male che vada si prenderà qualche schiaffone, qualche calcio ben assestato e poi lo faremo sentire un tale verme, uno che non ha mai capito nulla e ha travisato le nostre intenzioni.

 

Lisia – Che noi gli faremo travisare!

 

Gula – Potresti essere un ottimo soldato, Lisia, se non fossi così, così (l’osserva dal basso in alto, come a spogliarla) ben armata di tuo insomma!

 

Brigit –  (verso Gula) Capisco che rinsavire te sia tardi, ma Lisia è giovane e non sa quello che fa, sai bene che per lei tutto è un gioco e tu la stai spingendo in questa specie di... di pornografia di piano, stai vendendo le tue amiche, bel soldato, parli di diritti delle donne e poi, poi ti tiri giù le brache al primo inconveniente di percorso, sai dire solo parole!

 

Gula (ringhiando) Ogni guerra ha le sue armi, questa è la nostra guerra e queste (si tocca in mezzo alle gambe, Brigit trasale) le nostre armi, che non concederemo al nemico, ma ci serviranno a sparare è chiaro? (Lisia perplessa si guarda tra le gambe) Inoltre Brigit, cosa ti costa fare un po’ la puttana, poi vai in chiesa e ti confessi, qualche Ave Maria e sei a posto, invece pensa a me e Lisia! Pensa a chi non crede! Noi qualsiasi cosa facciamo non possiamo andarla a confessare a nessuno, noi viviamo con i nostri peccati, per questo ci pensiamo sempre almeno due volte prima di farli, ma tu, tu puoi commetterne quanti ne vuoi, porti l’anima al lavasecco dal prete e te  la restituisce candida come prima, quindi se ci esponiamo io e Lisia, tanto più ti devi esporre tu. (Voltandogli le spalle, in segno di indifferenza) Dai, che quelle come te una volta che la danno via…

  

Brigit – (verso Gula)  Sei una schifosa, non sai niente, quella che hai tra le gambe non è solo una tagliola, non è necessariamente un’ arma, è… è anche per procreare e…

 

Lisia – Anche per pisciare.

 

 

TUTTE LA GUARDANO.

 

Lisia – Sparare?

 

Gula – Ma guardatevi! Brigit, non abbiamo scelta, il vecchio è un maiale, solo per questo ci ha affittato la casa, le donne gli piacciono tutte, senza distinzione, come si dice, basta che respirino, quindi, quindi non dovremo certo agghindarci per lui, solo prendere tempo, poi penserò io a tutto, illudiamo il nemico, gli facciamo vedere… (osserva le facce turbate) immaginare scusate, immaginare ciò che vuole e poi, poi non ne ho idea, poi si vedrà, è talmente idiota che ce la darà lui la soluzione, ne sono certa. E poi da che mondo è mondo l’arma più grande e portentosa che abbiamo qual’è? (di nuovo le mani tra le gambe) questa! E’ lei che fa muovere ogni cosa, (urla) la sbattono sui giornali, la sbattono negli spot, la usano per vendere sogni e vacanze, la usano per attirare, distrarre, (urla più forte) la usano ovunque! (tra i denti) E’ insostituibile come l’energia elettrica! C’è chi ha vere e proprie crisi d’astinenza, chi uccide, chi lascia tutto quello che ha di certo, chi si attacca a tutto quello che ha di certo, chi  la cerca tutta la vita, chi la idealizza, forse anche chi la odia, forse per alcuni è una bussola, forse per altri una passione, una dannazione, un culto, una religione, di certo a nessuno è indifferente perché gira e rigira intorno a lei tutto si muove! (grande pausa) E le uniche a non usarla siamo noi? (urla) No!

 

Brigit – Io ho paura, io non sono in grado. Gula ti stai comportando come un pappone!

 

Gula – (urla) Finiscila di fare la bigotta, non sei diversa da noi, solo che probabilmente i tuoi presunti peccati li confessi a un prete e ti senti una santa! Mentre siccome io  e Lisia non andiamo in chiesa (pausa, poi indignata) rimaniamo due porche! Insomma tu (verso Brigit) sei una santa, o comunque ti avvicini alla santità, non ti manca il sesso, non ti manca un uomo, vivi di fede, spirito e non hai desideri, pruriti di nessun tipo e tu insomma... tu... (sbotta) Non ci credo! (urla) E non ci crederò mai!

 

 Lisia – Lasciala in pace! E tu, tu sei davvero questo soldato o magari sogni serate romantiche e un vestito da sera e un rossetto o mutande di pizzo o un uomo con cui fare l’amore e dei bambini magari… (si blocca guardando lo sguardo di fuoco di Gula, poi esitante) : magari...  dicevo, magari sì, perché no, magari, no?

 

Gula –  (ringhiando e andandole incontro) E tu non avresti voglia di essere guardata in faccia prima che sulle tette!?


 Brigit – Gula, sei insopportabile, certo è Lisia che non puoi continuare a giocare con quelle bocce tutta la vita e mostrarti sempre come una, una di quelle…

 

Gula – (verso Brigit ) Ricorda è cento volte meglio essere puttane che bigotte! Perché le bigotte sono la peggiore specie di puttane! E visto che non ne usciamo, (pausa, Gula deglutisce, è arrivata a una conclusione difficile,  per la quale soffriranno tutte e tre, ma non c’è altra via di scampo) facciamo il gioco della verità.

 

TUTTE E TRE SI METTONO SEDUTE AL TAVOLO, COME SE SI TRATTASSE DI UN RITO, O DI UNA PAROLA MAGICA CHE LE FA DIVENTARE SUBITO SERIE E MOLTO TESE.

 

Gula – Conosciamo le regole, ognuna di noi fa una domanda a chi vuole e chi riceve la domanda deve assolutamente dire la verità e giurare su ciò che ama di più (pausa) Io giuro sul Che

 

Brigit - Io giuro su Dio!

 

 

 SILENZIO, TUTTE E DUE GUARDANO LISIA. LISIA E’ IMBARAZZATA.

 

 Lisia – Devo pensare.

 

Gula – Lisia, qualcosa di cui non puoi fare a meno, che adori, un pensiero che ti guida, un mentore, ci sarà qualcosa, qualcuno, no?

 

LISIA FA UN GRANDE RESPIRO, SOMIGLIANTE A UN GEMITO.

 

Gula, Brigit – (esitanti)  Un uomo?

 

Lisia – No, cioè non completamente.

 

SILENZIO.

 

 Gula (urlando) - Come puoi avere come mentore, come spirito guida l’uccello!?

 

Lisia – Io ho bisogno di… di… qualcosa di più tangibile, più... più terreno, ecco.

 

Brigit – Ma non possiamo accettare questo schifo di giuramento, io ho giurato su Dio!

 

Gula – Lisia, io ho giurato sul Che!

 

Lisia (alza la testa orgogliosa come a difendere un idolo) E io ho giurato su una parte di loro!

 

TUTTE E TRE RIFLETTONO.

 

Gula – Bene, se è così, non che siano stati riconosciuti per questo. Ma è pure vero che l’avevano, generalmente non ci si ispiravano ma…  beh! (lunga pausa tutte si guardano) A ognuno il suo Dio! Cominciamo.

 

Brigit – (verso  Gula, con disgusto) Sei blasfema!

 

Gula – (Gula non la calcola) - Lisia, Lisia tu giuri su questo, sei sicura, determinata, è... è la cosa cui tieni di più al mondo?

 

Lisia – (gemendo) Si.

 

Gula – (accendendosi un sigaro nervosa) Passiamo ai veri e propri giuramenti, Brigit tu giurerai su Dio, e quindi sai che se dirai una sola bugia sarà spergiuro e non ti serviranno gli ave maria! Chiaro? Giura!

 

Brigit – (deglutendo) Hai detto Ave Maria con la minuscola, l’ho sentito! (guardando Gula) Lo giuro, lo giuro su Dio. Gula tu giuri sul Che, grande rivoluzionario e per te unico esempio di uomo che meriti il tuo amore e la tua stima, se dirai una sola bugia tradirai lui, te stessa, tutte le tue compagne che lottano per la parità dei diritti e me e Lisia, ovviamente, giura!

 

 

Gula – Lo giuro, sul Che. Lisia se dici una sola bugia (pausa) Che tu sia condannata alla castità a vita, (sibilando) Non vedrai mai più un uccello in vita tua!

 

Lisia – (terrorizzata, si affretta a giurare) Lo giuro! Giuro!

 

Gula – Bene, cominciamo, chi vuole fare la prima domanda a chi?

 

SILENZIO, SGUARDI BASSI DI LISIA E BRIGIT, GULA FUMA IN FACCIA A BRIGIT CON ARIA DI SFIDA.

 

 

(Continua...)

 

Eloisa Guidarelli (Gula) con il regista - attore Roberto Garagnani (Fenice Anculis)


Roberto Garagnani attore regista e Eloisa Guidarelli nella parte di Gula