IL BISOGNO DI UN FINALE -PARTE SECONDA
Max – No, questo no! Non dirmi che
dobbiamo vederlo nudo!?
IL REGISTA SI AVVICINA A MAX
CONFABULANO IN PRIMA A BASSA VOCE, EHI RIMANE SEDUTO IN ATTESA.
Regista - Non possiamo mandarlo in scena davanti a un pubblico femminile se
non ne vale la pena, dobbiamo assicurarci che non sia una leggenda
metropolitana, capisci? Pensa se tutte le donne scoppiassero a ridere ..
I DUE SI GUARDANO E ANNUISCONO
TERRORIZZATI ALL’IDEA DELL’ATROCE FIGURA.
Max - (comprensivo) Certo, certo.
EHI E’ DI SPALLE AL PUBBLICO, SI
APRE IL CAPPOTTO I DUE SONO INTERDETTI, IMBARAZZATI, NON RIESCONO PIU’ A
DISTOGLIERE LO SGUARDO, POI DI SCATTO E CONTEMPORANEAMENTE SI GUARDANO.
Regista – Mi sembra vero!
Max – (rassegnato) E’ tutto vero. (pausa) Ed è anche a
riposo!
IMMEDIATAMENTE I DUE LO GUARDANO
MINACCIOSI, EHI ARRETRA IMPAURITO. BUIO. SI SENTONO GRIDA E RUMORI CHE FANNO
INTENDERE CHE MAX E IL REGISTA LO STIANO RIEMPIENDO DI BOTTE. CAMBIO SCENA. IL TEATRO E’ COMPLETAMENTE VUOTO,
SENTIAMO UN GRIDO TERRIFICANTE FUORI CAMPO.
-
Riunione di
compagnia!
DALLE QUINTE E DA DIREZIONI
OPPOSTE ENTRANO TUTTI I PERSONAGGI CON UNA SEDIA IN MANO, VELOCI SI SIEDONO IN
PRIMA INTORNO AL TAVOLO. MANCA IL REGISTA CHE URLA FUORI SCENA:
-
A porte
chiuse!
EHI SI ALZA DI SCATTO E’ TUTTO
FASCIATO, ESCE DA UNA DELLE DUE QUINTE, SENTIAMO IL RUMORE DI ALMENO DIECI
PORTE CHE SI CHIUDONO, IL REGISTA
E EHI TORNANO CONTEMPORANEAMENTE
DA PARTI OPPOSTE E SI SIEDONO AL TAVOLO.
Regista - Ehi, il nostro teatro ha due porte!
Ehi – Lo so, le ho chiuse più volte,
così sembra più grande!
Regista – (riflette) Bravo!
Pensavo, con un gioco di specchi si potrebbe aumentare il pubblico in sala, eh?
(cambiando veloce argomento) Cominciamo, questo è il copione, Max ho
fatto alcuni tagli!
Max - (urla coprendosi la
faccia) No!
Come se non fossero già abbastanza!
Alex – (stupita) Max, sono i tagli che hai sulla faccia? Ma è terribile (al regista) tu, tu non
puoi continuare!
Regista - Sì che posso Alex, non è
colpa mia se Max somatizza!
IL REGISTA ESTRAE
DALLA VALIGETTA I COPIONI DELLA COMMEDIA E NE DISTRIBUISCE UNA COPIA
CIASCUNO.
Regista – Alex, comincia a leggere.
Alex – Sì (Alex legge) … Se
questo è un teatro e questo ha tutto l’aspetto di un teatro …
Max – (interrompendola) Io,
io non ricordo di avere scritto queste parole, e io ricordo ogni parola, ogni
cellula del mio bambino. (Rivolto al
regista) Dimmi almeno il perché, questo non aggiunge e non toglie nulla alla storia, non la migliora, non la peggiora, quindi perché? Perché mi fai questo, non mi vuoi bene? Ti sto
antipatico, (a Max viene un filo di voce) ti è successo qualcosa da
bambino, ti toglievano le matite quando coloravi? (Urla) Perché se è
così io non c’entro un cazzo! non devo pagare per questo! (cerca di
calmarsi, vedendo tutti esterrefatti) Calma, tu sai che per ogni parola
aggiunta io, io avrei bisogno di spiegazioni
ma tu, tu mi consegni questi fogli e impassibile fai dire ad Alex parole
che non sono di Alex, giusto? E il tutto senza un cazzo di motivo, senza
prepararmi prima con calma. (Urla) Passo giorni, notti insonni per ogni
parola non mia, mi sforzo, cerco di capire cosa ti spinge o perché non mi rendi partecipe prima dei
tuoi dubbi, (di nuovo si calma) penso di averne il diritto e, arrivo a una sola conclusione, comunque la
giro e la rigiro arrivo a una sola conclusione. (Pausa e urla) SEI
SADICO, GODI EVIDENTEMENTE NEL VEDERMI SOFFRIRE! (si calma di nuovo, la voce è isterica) Tu, tu è come se
prendessi una mia fotografia e… e mi dicessi, guarda Max , l’ho tagliata
a pezzi e, vedi Max, li ho anche un po’ spostati, qua e là, ma come vedi Max
non ho cambiato nulla al senso generale. . . (pausa, urla) Se non è cambiato nulla come mai mi ritrovo
la faccia al posto del culo?
Regista - (dopo avere ascoltato in silenzio e per nulla stupito, prende
un grande respiro e risponde con tutta calma)
Esigenze di regia, tempi teatrali e anche perché io sono il regista.
Max - Ma quella che hai tra le mani è la mia anima! E tutte le volte
che tu aggiungi parole non mie, mi si
paralizza una parte del corpo, mi riempio di crampi, cazzo!
IMPROVVISAMENTE MAX E’ COLTO DA
UN CRAMPO ALLA GAMBA, URLA, POI INSEGUE IL SUO BRACCIO CHE NON RIESCE PIU’ A
COMANDARE.
Max – Guarda cos’hai fatto, se tu
cambi le parole io, io perdo il controllo sul mio stesso corpo, perché l’ anima
e il corpo non possono essere divisi.
Ehi - (Interrompendo) Buddista?
Max – (Fulminandolo riprende)
Se tu torturi la mia anima, se tu non rispetti quella carta che hai tra le
mani... tu… (preso ad inseguire braccio e crampi) tu… dannazione! Tu (supplicando) mi
fai male, devi smettere, smettere! (torna aggressivo) Ci vogliono
motivi, ci vuole amore, (urla) non puoi rispondermi questione di tempi!
(tra sé) Soltanto il sesso è una questione di tempi ma, questo è amore, io (si spegne) io ho dato me stesso, io (pausa
lunghissima alla quale sembra debbano seguire insulti) credo che non assisterò più alle prove.
Regista - Ecco, Max credo sia meglio, tanto più che questo spettacolo da
contorsionista con la bava alla bocca è indegno e fuori luogo. Io, io
capisco, cercherò di venirti incontro
Max e penso di avere trovato la
soluzione, proprio perché capisco che i tagli ti fanno soffrire. Io immagino
che vedere questa riga rossa trasversale sulle tue parole… (Max urla)
appunto sia troppo, ascoltami, non ci saranno più righe trasversali sulle tue
parole, te lo prometto!
Max – (sorride di colpo,
estasiato e incredulo) Davvero? (parlando al suo copione e accarezzando
le pagine) Più sentito? Più righe trasversali, più cercheranno di cambiarti
identità, (sorride, poi verso il regista) fai ciao al signore, amore di
papà dì ciao …
IN QUEL MOMENTO IL REGISTA GLI
PRENDE IL COPIONE DALLE MANI, TIRA FUORI DALLA TASCA DELL’IMPERMEABILE UN PAIO
DI FORBICI E TAGLIA ALCUNE PARTI DEL COPIONE, MAX URLA E SI COPRE LA FACCIA.
Max – No! Che hai fatto!?
Regista – Calma Max, vedrai non vedendo
i tagli sarai meno scioccato, io la
taglierò a casa d’ora in poi e quindi tu i tagli non li vedrai, eh?
Max – Ma cos’hai al posto del cuore?
Una bomba ad orologeria, un metronomo? Tu devi togliere le aggiunte, le
aggiunte devi togliere, semplicemente
perché non sono le mie, e l’autore sono io… ( se lo ripete per rincuorarsi) sì
Max sei tu l’autore, sei tu, tu l’hai
scritta, sei l’autore, autore si chiama chi scrive, sì suona bene, sì.
Regista - E io sono il regista! (rincuorandosi se lo ripete più volte)
Sono il regista? Certo che lo sei, sei un regista, hai sempre fatto il regista
così, così si fa il regista, sei quello che mette in scena l’opera, che si
occupa degli attori, dei movimenti, sì regia, ti occupi della regia sei dunque un regista, sì. Hai anche un aiuto -
regista, quindi se lui è l’aiuto tu sei il regista, sì. (Torna sicuro di sé)
Io sono il regista, faccio e aggiungo e taglio e sposto e spunto e butto e… (prende
la commedia e la pesta sotto i piedi, mentre Max continua a urlare il regista
preso da una crisi isterica continua a parlare con il fiato corto dalla
rabbia e saltellando sopra il testo.) Se la cosa ti fa tanto soffrire la commedia non si fa, non si
fa, non si fa, non si fa, (tra i
denti) non voglio mica fare soffrire il ragazzo, voglio forse farlo
soffrire? No, non si fa, non si fa,
siamo sulle locandine? Poco male, non voglio mica fare soffrire il
ragazzo così, non si fa, non si fa, non si fa, non si fa! (termina esausto)
ALEX ED EHI IN SILENZIO
COMINCIANO A PIANGERE MENTRE INCREDULI SEGUONO LA DISCUSSIONE COME UNA PARTITA
A TENNIS.
Max - (Ringhiando e spostandosi fino a finire faccia a faccia col
regista) Mi stai dicendo, mi stai forse dicendo che o io faccio fare a te
tutto quello che vuoi o tu, tu non metti in scena la commedia? Ne fai una
questione personale?
Regista – Esatto!
Max – (pausa) E sia per tagli
e spostamenti! Ma ti proibisco le aggiunte, aggiungere pezzi non è un lavoro di
regia… io… io non posso capirlo, non posso.
Regista - Max io devo fare il mio lavoro, (cerca di rimanere calmo, tra
i denti) non posso avere sempre questi scrittori del cazzo con i denti
attaccati alle caviglie come barracuda! Pesate, ingombrate, io non riesco più a
muovermi, a respirare e poi mi ferisce
a morte questa tua mancanza di fiducia, devi solo fidarti, Max fidarti! Sono io
che ho creduto in te, ora questo figlio di carta è nostro, e io lo amo quanto
te ma, Max (urla) stiamo perdendo i confini! Il tuo lavoro, buon lavoro
è terminato, finito! (Si calma) Ora sta soltanto a me renderlo bello o
uno schifo e tu, tu puoi solo guardare! Quindi ti ripeto come stanno le cose
io, io potrò cambiare e aggiungere
tutto ciò che voglio, se ti va bene, bene! Altrimenti non si fa la commedia e
comunque non c’è tempo per continuare questa discussione, mi spiace ma ho
altro da fare, sarà per un’altra volta, va bene?
Max – Mi suona come un ricatto, un ultimatum, non mi suona da amico diciamo, siamo nemici, dunque? Perché
allora non si fa, tanto cosa me ne faccio di un testo che neanche riconosco!
Regista - Max, lasciamo perdere, le parole hanno bisogno di gesti e
movimenti e corpi è il mio lavoro la messa in scena, sta a me e se io decido di
aggiung…
Max – (Urla) Balle! Perché
non te lo sei scritto tu, perché non te lo scrivi tu e io provo a tagliartelo a
pestartelo e ad aggiungerci parole e mi
dici cosa provi eh? Non hai tempo e dici che mi capisci, capisci ciò che provo, ma non farmi ridere, non ne hai idea, non mi
avresti sentito morire dentro, risolvendo il tutto semplicemente dicendo, ne
parliamo un’altra volta! Un’altra volta è tardi, un’altra volta non è adesso. (Urla)
Io muoio adesso! E un’altra volta troverai solo il segno delle tue ferite, non
me. (Pausa) Voglio il divorzio!
Regista – (Urla) Basta! Parli e
non sai, non capisci la difficoltà, la responsabilità e l’impegno che ci metto,
non capisci un cazzo! (La voce non più urlata è isterica) Non capisci
che avrei bisogno di calma, serenità e della tua gioia, del tuo
incoraggiamento, non sai quanto è dura per me andare avanti sentendo che non ho
il tuo consenso, mi cresce dentro un silenzio di ghiaccio, l’aria diventa
pesante, si soffoca, la tensione si taglia a fette! Potrei dirti lo stesso,
perché non provi a fare la regia mentre io continuo inesorabile a romperti i
coglioni, a farti sentire un traditore assassino! (si calma, lunga pausa)
Faremo così: una linea di scotch dividerà il palcoscenico, ognuno avrà una metà di spettatori, metteremo in scena
la stessa commedia, ma tu potrai esprimerla solo a parole e non potrai fare un
minimo gesto, sarai un monolite, hai presente un monolite? E io l’esprimerò
soltanto a gesti, movimenti e… non mi
sfuggirà una sola parola, te lo giuro!
Vedremo chi la spunterà con il pubblico!
TUTTI RIMANGONO INCREDULI.
Max – (Pausa) Ci sto, ma gli
attori? Perché non possiamo recitarla noi, non potremmo controllarci
adeguatamente.
Regista
- Alex!
Alex – (Terrorizzata) No!
Regista - Alex, non puoi rifiutare tanto più che per te sarà una grande
prova di recitazione, ascolta! Ti posizionerò a metà tra la riga che divide il
palcoscenico, la tua parte destra del corpo reciterà solo a gesti e
naturalmente solo per la parte destra di pubblico, mentre la tua parte sinistra
reciterà solo a parole, e solo per la parte sinistra di pubblico, non potrai
dire una parola con la tua parte destra
o fare un minimo gesto con la parte sinistra, chiaro?
Alex – Non so muovere solo metà
bocca io, io non ce la faccio.
Regista – (Urla) Non esiste la
frase non ce la faccio per un’attrice!
Max – Non puoi coinvolgerla, devi
tenerla fuori, non puoi!
Regista – (Urla) Chi è l’attrice
qui? Hai voluto fare l’attrice? Recita!
Alex
- (Singhiozzando) Basta,
è un incubo! Siete tutti pazzi, pazzi io, non ce la faccio ad affrontare il
lavoro.
Regista – Lavoro? Hai detto lavoro?
Alex, ti parlo come a una figlia, chi sceglie di fare l’attrice deve, deve essere stronza la sua parte e questo te
lo avranno anche detto alla scuola di recitazione, fa proprio parte del
programma del primo anno: spiegare agli attori che sono degli stronzi! Certo
anche chi fa lo scrittore, (guarda Max che lo ricambia truce) non ne
parliamo! E infine per chi fa il regista
si arriva all’ennesima potenza, è importante esserne coscienti, sempre!
Dobbiamo renderci conto tutti, che per
chiamare i nostri ruoli, le nostre passioni “lavori” (Urla) offendiamo
la gente che realmente lavora! Il muratore lavora, l’operaio, chi è in miniera,
chi si alza alle cinque per fare il pane lavora! Sia chiaro per tutti, tutti!
Che l’attrice, lo scrittore e il regista si fanno le pippe non l . a . v . o . r . a . n . o !
Ehi - Anche quello è un lavoro!
Regista - (Amareggiato) Già! Sei l’unico sincero Ehi, tra tutti noi,
l’unico sincero! Bene, domani cominceremo le prove.
Alex – State scherzando? E’ inumano,
è… è… io non posso tagliarmi in due!
Max – Cosa ti avevo detto Alex? E’
più forte di lui.
Alex – (Ha una crisi isterica) No, no! (pesta i piedi e piange) Non
è giusto che io debba stare nel mezzo, non litigate, basta! Non litigate…
Regista - A chi vuoi più bene Alex, Eh? A chi? Fai una scelta, vuoi stare col papà o con la mamma eh?
Rispondi cazzo!
Max - Smettila! La sconvolgi.
Alex – (Tirando fuori lo yo-yo)
Non lo so, non lo so, voglio fuggire,
voio Ehi..
Max - Oddio sta regredendo, è tutta colpa tua (verso il regista)
fai qualcosa!
Regista - Se sta regredendo perché vuole stare con chi ha l’arnese più
grosso!
Alex – Voio Ehi!
MAX ABBRACCIA ALEX E SE LA PORTA
VIA.
Max – (Verso il regista)
Questa non te la perdono!
ESCONO DI SCENA, IL REGISTA
RIMANE SOLO CON EHI, EHI PRENDE CORAGGIO SI TOGLIE GLI OCCHIALI SCURI COME SE
SFODERASSE UN’ ARMA E LO FISSA, IL REGISTA GLI TIRA IMMEDIATAMENTE UNA SBERLA.
Regista - Così impari a impressionare la bambine! Schifoso!
Ehi – (Amareggiato) Ma non
gli ho tolti gli occhiali con lei.
BUIO. ALEX E’ SOLA IN SCENA, SI
STA SFORZANDO DI FARE GESTI SOLO CON LA SUA PARTE DESTRA, PROVA POI A PARLARE
CON LA PARTE SINISTRA, A PARLARE CON LA PARTE SINISTRA E A MIMARE CIO’ CHE DICE CON LA DESTRA, E’
CONCENTRATISSIMA, PER POCO CI CREDE, MA OVVIAMENTE NON RIESCE. SI BLOCCA COME
SE SI VEDESSE DA FUORI, SI INGINOCCHIA A TERRA EMETTENDO UN URLO DISUMANO.
Alex – Mi rinchiuderanno lo so, lo so!
Mi vogliono fare impazzire, devo fuggire, fuggire. (Piange, interrompendosi
immediatamente, diventa fredda, sguardo fisso, determinata) Non devo
piangere, tempo, prendi tempo Alex, calma, ragiona, ragiona, quello di cui hai
bisogno è un piano di fuga…
(si guarda intorno medita la fuga
come un’esperta fuggiasca, medita ancora a lungo, cerca con lo sguardo, estrae
dai pantaloni un foglio) questa è la mappa del teatro, vicino ai
bagni durante la pausa ci sarà il regista che fuma, di là non posso passare, l’aiuto
regista è in pausa e… sarà di guardia?
Durante le pause i registi mettono sempre guardie un po’ ovunque e Max? Ci sono! La porta è là, vado! (si
incammina verso il lungo corridoio a passo veloce, quando dallo stesso
corridoio le viene incontro Max)
Max – Dove vai Alex?
Alex – Me ne vado Max!
Max – Non puoi non è questo il
finale!
Alex – Max, io vado!
Max – Ma io non ho scritto che te ne
vai!
Alex
- (Piangendo) Max, se mi vuoi un po’ di bene lasciami andare.
Max – Alex, io potrei anche scrivere
che te ne vai così, in questo modo ma,
senza te, qui non sarà più lo stesso, e
come potrei poi sostituirti con un’altra, certo potrei scrivere di un’altra ma tu,
tu sei Alex, (commosso) la mia Alex, con i capelli tagliati, con
quelle parole ribelli che io non ho ancora scritto, tu, tu sei Alex, Alex e basta, non sei un personaggio come un
altro, io ho pensato tanto a te, ho pensato più a te che a ogni altro! Io non
ce la posso fare ad affrontare il regista da solo, per non parlare di quel
maniaco. Siediti Alex, siediti che ti devo parlare.
I DUE SI SIEDONO SULLE SCALE DEL
PALCOSCENICO.
Max – Non è facile per me dirti
quello che sto per dirti, non è facile dirlo a me stesso figurati! Uno
scrittore Alex, vedi dovrebbe amare ogni personaggio della sua commedia allo
stesso modo sai, il regista, quel
maniaco e altri se verranno e, te
ovviamente, tutti allo stesso modo, capisci? E tutti siete qualcosa di me che a
volte io stesso non so di essere. E’ difficile dirti Alex, difficile dirti che io, per te io, quando scrivo di te
io, io, io mi sono innamorato di te perché tu
continuavi come ora a sfuggirmi tra le mani quando ti scrivevo e descrivevo, ti
scrivo in un modo e tu agisci in un altro, tu sei il solo personaggio che si è
scritto da sé e che continua a farlo, come questa tua fuga e… io ti amo perché, mi hai stupito credo,
perché sfuggi sempre, perché sei un mistero incomprensibile, un desiderio che
non posso fermare neppure sulla carta, io ti amo nonostante tu sia…(diviene
triste e imbarazzato)
Alex – Di carta? Carta e parole?
Anch’io ti amo Max, Max io sono di carne, io sono l’attrice della
tua commedia, Max toccami, (Max la tocca con un dito) noi possiamo
baciarci, guarda! (lo bacia) noi possiamo fare l’amore, siamo di carne,
guardami!
Max – (Urla) Non illudermi e non
illuderti! Sei carta e parole, sei
della stessa materia inafferrabile dei sogni ed io, cosa ho fatto, cosa ho
fatto? Siamo carta e parole.
Alex - (Urla) No! Non è giusto, è una lotta personale tra voi due e io
sono nel mezzo e mi sento morire! Ho anche dei sentimenti, lo sai? (si
calma) Per lui sono solo gesti, lo strumento dei suoi gesti, per te la voce
delle tue parole, io, io chi sono? Se non fossi le tue parole,
l’incarnazione dei tuoi pensieri (pausa) tu mi ameresti?
SILENZIO. I DUE SI GUARDANO PER
UN TEMPO INFINITO ALMENO A DUE INNAMORATI, MAX ABBASSA LA TESTA, ALEX SI GIRA
SPREZZANTE E SI INCAMMINA VERSO L’USCITA.
Max
- Ferma, Alex! Ferma…
Alex - (Continuando a
camminare senza girarsi) I tuoi silenzi sono molto più sinceri delle tue
parole, ti prego quindi di portare silenzio sulle parole che sanno solo
mentire, (urla) ami soltanto te stesso, le tue proiezioni, la tua
commedia, il tuo io del cazzo! (si calma, tra sé) questo ho sempre
sognato di dirlo e me ne sbatto se lui non lo ha scritto! (di nuovo girata
di spalle verso Max) Ti innamori ogni giorno dei tuoi personaggi, quando
guardi la gente vedi personaggi, sei un adulto che non vuole crescere ecco cosa
sei, ma io non sono la tua mammina! (Tra i denti) E non ne posso più di
questa tua crisi da mezz’età del cazzo! Lo so che questo non lo hai scritto,
l’ho sentito in un film, (tra sé)
ho sempre sperato come attrice di dire frasi di questo tipo, cos’hai da
guardare eh? (si gira e lo fissa) Non è tua lo so, ma per una donna è
una bella frase da dire, fa stare bene!
Max – Calmati Alex, io te la lascio,
sempre che non la tagli il regista, è solo che io ho anche una crisi, anche del
cazzo, ma non di mezza età io non ho neanche trent’anni!
Alex
- (Le lacrime agli occhi)
Ti sembra questo il punto? Adesso che ci hai reso i personaggi della tua
commedia e ci hai fatto ballare e vomitarci addosso parole, adesso cosa ne dici
di te? Hai una lontana idea di chi cazzo sei!? (Continua rabbiosa) Di
quanto tu sia solo, solo. Ti vedo
legato a fogli di parole mentre ti lasci sbattere alle morbide pareti della tua
fantasia, la chiami arte, arte ed è
solo pazzia. Il maestro che vive in uno studio buio. E’ sempre così buio?
Conosci la solitudine. E’ come una sorella che ti cerca le impronte digitali
per non lasciarti più, per ritrovarti ovunque. Ma tu scrivi, affinché le parole
trabocchino dalla mente, allaghino lo
studio ed evaporino nell’aria come seducenti donne che non potrai mai avere dal
momento che le hai fatte nascere. Se solo le desideri è un incesto. Ma ti
sorridono, e ti chiamano poeta, e ti sussurrano artista. E questo è ciò che
conta. Sui muri bianchi dello studio che si restringono piano, fino a prendere
le tue esatte misure per la sepoltura. La desolazione non cambia. Ma è ciò che
si paga se non ci si adegua. Scegli. La
poesia. La morte. La poesia. Sei così solo.
Max – Lo siamo tutti. E’ il destino
di tutti. Devi solo accettarlo. In quanto alle mie parole, alla mia scrittura o
alla mia poesia non posso farne a meno, mi accompagnano da sempre, forse non me
lo hanno chiesto mai il permesso di essere il loro strumento, non so se sono le
parole armi contro la solitudine o io l’ arma per liberarle dalla solitudine. Nessuno sa chi è mai in
fondo, e la libertà vera penso che sia vivere senza chiederselo. Tu mi riporti
di colpo alla realtà, in un mondo in cui ho perso da tempo i confini e io sono
disposto a tutto per te, parlerò con il regista e lo convincerò a non farti
fare questa ridicola sfida di gesti e parole per noi. Guarda, questo è il
copione! (Le mostra il copione) Se vorrà aggiungere, togliere, quello che ho scritto sei tu e, dovesse
tagliare tutta questa storia, buttarla e pestarla io, mi ricorderò di te. Non si possono fare tagli alla memoria, e
meno male, non trovi? Ci ricorderemo di noi, resta! Sei tutta la mia storia e
ti stai scrivendo da sola, io sono soltanto un innamorato che agisce senza
pensare e scrive d’istinto, come un innamorato resterò solo a guardare vivere e
mostrarti, bellissima e vera.
SI BACIANO APPASSIONATAMENTE
QUANDO ECHEGGIA UN URLO TERRIFICANTE:
-
Riunione di
compagnia!
SI STRINGONO TERRORIZZATI. BUIO.
DI NUOVO SONO TUTTI AL TAVOLO SEDUTI DI FRONTE AL PUBBLICO, DI NUOVO TUTTI
NERVOSI PRIGIONIERI IN UNA IMMENSA PAUSA DEL REGISTA, IL REGISTA ALZA LO
SGUARDO SU TUTTI E TRE E TUTTI CAPISCONO CHE NON PROMETTE NULLA DI BUONO.
Regista - Max, (cercando di rimanere calmo) Max io amo il tuo modo
di scrivere, davvero, certo a volte è duro, sarcastico, pungente e per questo
lo apprezzo, non sei quello che si può definire un autore ordinato, non mi
stupirei se le ultime parti di questa commedia terminassero su carta igienica,
sei un autore che sta lavorando a se stesso, ancora indisciplinato, molto
istintivo e molto poco razionale,
razionale per nulla, diciamo. Ti si perdona tutto o quasi perché
comunque ci credi e lavori, da cialtrone ma lavori! E tutti stiamo ancora
lavorando alla tua commedia, io e te la continuiamo ad aggiustare giorno dopo giorno, c’è da aggiungere e da
togliere, (Max ha un crampo improvviso alla gamba) c’è da soffrire lo so, togliere è
il mio compito, duro compito, mentre tu Max per aggiungere non hai mai avuto
problemi, il fatto è che mi hai consegnato queste pagine (prende dal tavolo
i fogli e glieli sventola sprezzante davanti agli occhi) Cos’è Max?
Max – Una scena d’amore.
Regista - Lo vedo questo, l’ho letto anzi! Sì, ma Max non c'entra proprio
nulla capisci? Nulla con il contesto generale, l’hai piazzata lì come caduta
dall’alto, ci sta come una cacca di
piccione su quella che io consideravo fino ad ora un’opera d’arte.
Max – (Rabbioso) Ho sempre
apprezzato i piccioni! Tutti gli uccelli che volano e liberi sganciano le loro
bombe a chi guardando il cielo sprezzante crede di conoscere quasi tutto!
Quanto vorrei essere un piccione in questo momento. Cacca su un’opera d’arte?
Segno del tempo che passa, segno di libertà di chi vola, di movimento su ciò
che è fermo, di vita su ciò che è morto! Morto! Questo è il punto, pensi di
potere decidere anche dell’amore? E dove collocarlo, quale il momento e la
durata, pensi di potergli dire non ora, sei fuori luogo, non voglio guai? O
pensi di poterlo trattare come un venditore che ti disturba alla porta,
dicendogli non mi serve, non ci credo e non compro? Anch’io lo credevo, s’é
preso tutto, la mia mente, la mia carta, la mia commedia, sta scrivendo la mia
commedia…
Regista - Commuovente, ma torna in te e fallo ora! Prima che questo
progetto nostro, al quale lavoriamo tutti, finisca per non avere logica e
finale, perché questo é il rischio! Max, lo so che sei stanco, solo poche
pagine coerenti e poi un finale, l’amore no, l’amore allunga le commedie in
maniera esasperata, le rende banali, pensaci.
Ehi – E io? (Tutti lo guardano)
Max, un motivo, una particina, una scena devi darmela! Un modo per riscattarmi,
devi Max.
Max – (Esasperato) Basta! Mi state
sfuggendo dalle mani ogni giorno. Il fatto é (rivolto al regista) giorno
e notte scrivo di voi e per voi e di me e non so più chi sono, ora, ora
io, vorrei solo recuperare il tempo
perduto in questo macerare pensieri come verdure marce, voi dovreste restare
qui fermi, appena accennati o già quasi personaggi, mentre io…
Regista – E tu, pazzo irresponsabile,
vigliacco che non sei altro?
Max – (Guardando appena di
sfuggita Alex) E io farò l’amore ogni giorno, per settimane, o mesi, anni,
sempre, e chi se ne frega di parole e
commedie, chi se ne frega! Ma davvero chi se ne frega!
Ehi – Ci sono cliniche dove va a
finire la gente così.
Regista – Guarda Max che io so tutto!
Conosco il tuo problema, che è anche quello di Alex, vero? (Guarda Alex che
rimane a testa bassa) Vi siete innamorati. (Con disprezzo) E io che
vi credevo due professionisti, guardatevi, una che recita da schifo! (Urla
verso Alex) Perché quando c’é l’amore chi se ne frega di recitare, é ovvio!
(Di nuovo con totale disprezzo, verso Max) L’altro, l’autore! Peggio
ancora, si innamora non tanto dell’attrice che sarebbe sbagliato, anzi
proibito, ma umano , ma... (pausa prende a calci il copione) del suo
personaggio! Con chi ho a che fare io? (Urla) Con chi ho a che fare? E
dire che è così semplice, poche regole
ma chiare, volete fottere? Fatelo! Ma cercatevi il partner in un’altra
compagnia, il mondo è pieno di compagnie! Perché tutte le storie d’amore devono
nascere nella mia? (Cerca di calmarsi) Innamoratevi finito il lavoro,
che ci vuole? Chi lo ha detto che non si può aspettare, la rovina si può sempre
aspettare, perché andargli incontro dico io! (Urla) Lo so perché voi due vi siete
innamorati per fare dispetto a me, ecco perché! Perché sapete tutte e due che se c’é una
cosa che mi fa incazzare a morte é questa! (Rassegnato) Alex, ragiona
almeno tu, finito di dire le parole che questo folle ti mette in bocca ogni
giorno, il suo amore svanirà, ed è meglio che tu lo sappia ora, tu sei i suoi
pensieri, si é innamorato di se stesso!
Alex (Urla) Ma io no! Io non
amo l’autore, io amo Max, (si calma) e tu non puoi essere sempre certo
di tutto, anche se sei il regista! Non puoi prendere questa storia e girarla
come vuoi tu, Max si è perso? Io con lui è vero e, tutti forse. Però ci sono cose, come i sentimenti che vanno al di
là di parole e commedie, e ci sono ferite che rimangono e noi ne stiamo
collezionando troppe a testa, ecco! (Con rabbia) Ti ho tradito? (Urla,
e parla tutto d’un fiato) Scusa! Scusa se non riesco più a reggere la
parte, scusa se ho fatto tutto ciò che è più proibito dal tuo regolamento,
scusa se Max non ha fiducia in te, scusa Max se dico cose che non dovrei,
scusa per avere avuto pensieri che non
ero tenuta ad avere, scusa, scusaci tutti!
Ehi – Scusa un cazzo! (Pausa
silenzio di ghiaccio tutti gli occhi lo puntano contemporaneamente) Io cosa
dovrei dire, potevo diventare la pornostar più pagata con il mio dono, potevo
pensare solo ai soldi, mi avevano già offerto una parte nei quattro dell’oca
selvaggia e invece sono qui che attendo un significato da almeno venti pagine!
Max - (Sprezzante) E non lo avrai almeno per altre venti!
Alex - (Verso il regista)
Perché non ci parli senza ordini di quello che provi o, ti sfoghi, ci sfoghiamo
tutti ma senza sarcasmo o odio?
Ehi – Io pos… pos… posso andare a fumare fuori? So… so… Sono un
sentimentale e non reggo, non reggo questa seduta, lo so che finisce con uno
psicodramma, lo sento.
Regista – Tu resti! Alex, sì mi sento
tradito, come tutti qui dentro, il pubblico che pagherà il biglietto per vedere
sta roba si sentirà ancora più tradito! Parlerò con te e Max separatamente,
dirò solo che non posso permettermi di perdere la calma in questa follia da
libro cuore, va bene? Max, ti sei calmato?
Max – (Come da un altro pianeta)
Sì, sì… sì… sì
Regista – Beh! Lo scrittore sei tu, non
posso toglierti dal cervello io l’amore per Alex, non posso psicanalizzarti e
capire o perdere tempo a capire se ami lei o te, questi saranno problemi tuoi,
Max. E’ certo che se troverò cento pagine che parlano di Alex, e nel corso
della commedia Ehi rimarrà uno zombi appena accennato, uno zombi esibizionista,
perché questo é lui per ora, lo sai vero? Dicevo, se ci sarà un disinteresse
totale sugli altri personaggi, io Max, non userò le normali forbici, ma quelle
cesoie per tagliare le siepi (tutti
e tre emettono un grido) e non so cosa rimarrà del tuo testo. Un ultima
cosa! Tu e Alex non vi troverete più durante le pause ad amoreggiare sulle
scale, mentre il lavoro di giorni va a puttane! E da oggi io e te Max (sguardo
di sfida tra i due, immensa pausa) ci separiamo, tu lavorerai alle aggiunte
e al testo, io mi occuperò della regia! Alex, vedrai Max i fine settimana, e
solo per lavoro! Me tutti gli altri giorni, devo farti tornare un’attrice e ho
poco tempo per l’impresa!
Alex - No, no! Non vi separate!
Regista – Alex, ancora una volta a chi
vuoi più bene?
Max – Non finisce qui, andrò
dall’avvocato, otterrò la custodia di Alex per tutti gli altri giorni, non la
vedrai più!
Ehi – (Cercando di consolare
Alex) Alex, non è male, vedi per
conquistarti a Natale il regista ti affiderà le parti più belle e Max, Max ti
scriverà copioni incredibili, lo so va a finire sempre così, ti riempiranno di
regali e attenzioni.
Alex – Basta! Sono stanca di essere
al centro delle vostre dispute assurde!
Ehi - Io devo andare a fumare, devo, devo o ci esco pazzo!
Regista – Hai mai visto fumare a teatro?
Ehi – No, ma non ho neanche mai visto niente di simile a
teatro!
Max – Questo personaggio mi uccide,
perché non lo tagli eh?
Regista - Perché lo trovo interessante, va bene? Ehi tu resti!
Ehi – Io volevo parlare…
Tutti – (Scandalizzati) Cosa?
Ehi – Lo so, volev… volev… posso?
Regista (Bloccando Max che si alza
minaccioso dalla sedia) Lascialo parlare Max, tanto ormai, peggio di così,
anzi, quasi, quasi, gli lascio anche la
regia, gli lascio!
Ehi – Poss… allora io volev…
Regista – (Interrompendo) Ma sì,
lascialo dire Max! Lasciamogli fare la regia, il testo e l’attore, come
potremmo rimanerci se poi avesse persino successo eh?
Ehi – Ecco a proposito di…
Regista – Adesso vi parlo di ciò che sento,
mi sento preso per il culo! Tu Max mi dai un testo, io lo metto in scena, cerco
di farlo e tu mi impedisci ogni giorno di lavorare, non solo non mi sei
minimamente riconoscente, ma ti permetti di odiarmi, senza avere la pazienza di
aspettare e vedere!
Ehi – Se posso interv…
Regista – Fiducia, solo fiducia ti
chiedo, e non ho neppure quella!
Ehi – Dunque se…
Regista - Sei preso dai tuoi sentimenti, dai tuoi problemi, dalle tue
gelosie e dai tuoi amori!
Ehi – Poss… posso dire che…
Regista – Io secondo tutti voi dovrei
riuscire a portare in scena questa roba surreale con un’attrice che fa i capricci
un giorno sì e uno no, con un autore che invece di remare a favore rema in
senso contrario?
Ehi – Posso…
Regista – Sai qual’ é la verità Max,
sapete qual’ é la verità tutti? Io forse sono un sadico, ma è molto più probabile che siamo un gruppo
di masochisti di merda ! E questo è il posto sbagliato per tutti! (Urla)
Non dovremmo essere a teatro ma in un bordello a farci frustare, ecco!
SILENZIO DI GHIACCIO.
Regista – Fa male la verità eh?
Ehi – Ecco io…
Regista – (Urlando) Tu cosa,
parla cazzo!
Ehi – Io volevo dire, (tra sé) cosa volevo dire? Io volevo, oddio
non ricordo più.
TUTTI IN CORO :
- Vai a fumare!
EHI ESCE DI SCENA SCONSOLATO.
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