Foto Grafica Andrea Moretti
IL
BISOGNO DI UN FINALE
Di
Eloisa Guidarelli
Personaggi:
Il
regista
Max
(l’autore)
Alex
(l’attrice)
Ehi
(tecnico luci- aiuto regista-esibizionista)
Uomo
della S.I.A.E
Il Bisogno
di un Finale
UN TEATRO
ABBANDONATO, UN RAGAZZO GIOVANE ENTRA ATTRAVERSANDO IL CORRIDOIO CENTRALE (AI
LATI SARA’ IL PUBBLICO, SE NON CI SARA’ POTREMMO DIRE CHE E’ VOLUTO, SE CE NE
SARA’ POCO ANCHE, SE CE NE SARA’ SFIGA, MA QUESTI SONO PROBLEMI DEL REGISTA)
PORTA UNA LUNGA SCIARPA E UN BERRETTO DI LANA, HA PANTALONI TROPPO AMPI, CHE
NASCONDONO UN CORPO ATLETICO E SLANCIATO, CAMMINA STRISCIANDO I PIEDI PER
TERRA, LO SGUARDO E’ VERSO IL BASSO NON VEDIAMO IL VOLTO, SALE SVOGLIATO LE
SCALE FINO A TROVARSI SUL PALCOSCENICO, LO ABBIAMO SEMPRE DI SPALLE, FA PER
SPARIRE DIETRO LE QUINTE IN FONDO, POI
SI SOFFERMA, ESITA E DI SCATTO SI GIRA,
VIENE VELOCE IN PRIMA A TESTA BASSA, COME CHI, FIERO, HA PRESO UNA DECISIONE
DIFFICILE, FINALMENTE ALZA LA TESTA, IL VOLTO FEMMINILE E’ PIENO DI TAGLI, LO SGUARDO E’ TORVO E GLI
OCCHI TRADISCONO UN PASSATO DI RECENTI
FERITE.
Max - Se
questo è un teatro (lunga pausa il ragazzo si guarda attorno) e
questo ha tutto l’aspetto di un teatro,
(tra sé) non riuscirò mai a dire queste parole, (riprende, dopo un
sospiro) tante sedie, poco
pubblico, imbarazzo, schiarimenti di
voce, terrore di essere coinvolti in qualche performance con
qualche cretino di attore, di conseguenza posizione bassa sulla sedia stile
interrogazione a tappeto. Vorrei chiedere alla gente presente perché è venuta, tranquilli non lo faccio. Non faccio neanche
l’attore, come se non lo sapessi che in
teatro non si viene più per seguire uno spettacolo, come si faceva fino a poco
tempo fa, si qualcuno c’è, è vero, ma non si aspetta nessuno
spettacolo. La gente qui ai miei lati e
lì, là, non assiste a nessuna recita (pausa
lunghissima) prega! La chiesa ha
avuto finalmente il sopravvento sui teatri! (pausa) E come se non
bastasse ha ricoperto anche gli ultimi posti a sedere di viola. (Urla)
Ma il teatro si regge sulla sfiga da anni e non saranno certo questi colpi
bassi a fare paura agli attori,
(pausa, diventa triste) per non parlare degli altri. Quelli
che non potrebbero fermare neppure le crociate, (il tono del ragazzo
tradisce una profonda amarezza) quelli che non ferma nessuno, quelli che
non vedono ostacoli, quelli che non vedono…non
vedono …(cerca le parole)
UN UOMO ALTO, IMPONENTE ENTRA ATTRAVERSANDO IL LUNGO CORRIDOIO, FA LO
STESSO TRAGITTO FATTO DAL RAGAZZO, SALE LE SCALE SI TROVA SUL PALCOSCENICO E
PASSA SOPRA AL RAGAZZO USCENDO DALLE QUINTE IN FONDO, IL RAGAZZO RIMANE
SDRAIATO, POI LENTAMENTE SI RIALZA, AL PUBBLICO:
- I registi !
Max - I registi (parla come in trance) ne
avverti subito la presenza, e non solo perché ti passano sopra, d’altronde se ti trovi in un teatro, nel loro
habitat devi sapere che corri grossi
rischi. (Tra sé) Sono capaci di tutto, solo all’esterno, per le
strade, sono innocui, sembrano anche
gentili, sensibili, (il ragazzo ha una risata sarcastica che sfocia in un
singhiozzo sommesso, poi cambia tono e di colpo diviene truce, imperturbabile)
ma nelle vicinanze di un teatro si trasformano e una volta varcata la soglia
che li separava dal palcoscenico diventano… diventano… diventano (il ragazzo
cerca le parole)
IL
REGISTA ESCE DALLE QUINTE E GLI PASSA SOPRA CALPESTANDOLO PER LA SECONDA VOLTA,
IL RAGAZZO SI RIALZA A FATICA:
Degli
imperturbabili stronzi! Non fatevi trarre in inganno dalla loro cultura e
intelligenza che li fa sembrare creature soavi e leggere, come razze indifferenti che sorvolano un
mare di squali, mentre ancora leggeri fanno l’amore con le proprie idee, ecco
perché non ti vedono poi, sono, sono…
(il ragazzo tira fuori un foglio e una penna dalla tasca e scrive
rapito) sono come razze leggere sulle acque fredde e scure e leggere fanno
l’amore con le proprie idee e al posto delle ali marine hanno, hanno… (si
sofferma a pensare e ripete ad alta voce) hanno sempre quegli impermeabili
lunghi che si aprono ai lati, quando camminano e prendono vento, come ali appunto, i registi… (ha come una
folgorazione) ma guarda sono pesci! Anche sott’acqua respirano. (Improvvisamente
si stupisce del foglio e della penna
che ha tra le mani e li butta come se bruciassero, urlando e portandosi
le mani alla faccia) Basta scrivere! Basta, guarda come ti sei ridotto,
guardati, guarda i tagli che hai sulla faccia non ti bastano? E’ una malattia
non riesci più a smettere. (Dopo una pausa urla contro sé stesso) E’
tardi, non puoi vedere, ascoltare, sognare, gioire, soffrire, stupirti, vivere,
fare l’amore, senza scrivere! Se tu non
fossi uno scrittore non avresti incontrato un regista. (E’ colto da un altro
pensiero, prende dalla tasca foglio e penna di scorta). Non sembrano
pericolosi, (scrive e ripete ad alta voce) hanno famiglia, amici, sono
come animali preistorici, sopravvivranno a tutto, anche ai teatri, i registi
sono capaci di adattarsi a qualsiasi forma di spettacolo, possono gestire
spettacoli ovunque. (Smette di scrivere, parla al pubblico di nuovo in
trance) Invaderanno il mondo, e quando avranno occupato monti e pianure non
gli basterà (pausa lunghissima) andranno per mare, dove neanche la
S.I.A.E potrà raggiungerli! Gestiranno
spettacoli su zattere con tanto di controscene, gli attori, poveracci, non
dovranno ottenere solo un diploma di attori, ma essere in possesso di infiniti
brevetti: da sub, da salvataggio in acqua e ovviamente un certificato di sana e
robusta costituzione, si sposteranno in gommoni e canoe, comunque a remi perché
il rumore del motore disturberebbe lo spettacolo. E il pubblico, povera gente,
guarderanno direttamente lo spettacolo seduti sull’acqua, una maschera per
bagnino distribuirà loro dei salvagente, qualche spettatore affonderà
all’improvviso mangiato da qualche squalo, speriamo che riesca a vedere il
finale.
( Urla )
I
registi chiederanno al sole di sorgere
a proposito! Ai pesci di coordinarsi secondo i colori e di seguire la musica e di non mangiarsi
più di uno spettatore a sera. (Il tono si abbassa, diviene triste e malinconico)
Per non rischiare l’estinzione della razza. I pesci in compenso dovranno
bloccarsi durante gli applausi a scena aperta,
applausi dove qualcuno per applaudire affogherà. E non pensate di cavarvela fuggendo in
montagna! Allestiranno spettacoli sulle seggiovie, il pubblico sarà attaccato
ai fili e scorrerà con loro. Durante gli applausi cadranno uno a uno. Qualcuno
cadrà anche prima perché non è facile rimanere attaccati ai fili con la sola
forza delle braccia e così si perderà il finale, capite? Ma i registi diranno
che il pubblico deve essere selezionato (urla) Non possiamo aspettare
che accada, cazzo! (cambia in volto) Oh
no! Eccolo di nuovo…
IL
REGISTA GIUNGE DAL CORRIDOIO IN FONDO. SILENZIO. IL RAGAZZO E’ TERRORIZZATO E
MENTRE LO GUARDA SI PARA LA FACCIA D’ISTINTO. IL REGISTA SI BLOCCA A DUE PASSI
DAL RAGAZZO, ESITA COLTO DA ALTRI PENSIERI, IL RAGAZZO HA UN SOSPIRO DI
SOLLIEVO, IL REGISTA GLI PASSA SOPRA ED ESCE DA UNA DELLE QUINTE. BUIO. ENTRA
IN SCENA ATTRAVERSANDO IL LUNGO CORRIDOIO UNA RAGAZZA DALL’ASPETTO MASCOLINO,
INDOSSA PANTALONI MOLTO LARGHI E UNA GIACCA DI TAGLIO MASCHILE, IL VISO PULITO
E I CAPELLI RACCOLTI SOTTO UN CAPPELLO DA UOMO, SALE LE SCALE ARRIVATA SUL
PALCOSCENICO COMINCIA A FISCHIETTARE, IMPROVVISAMENTE SI ACCORGE DEL RAGAZZO CHE LA OSSERVA SOSPETTOSO IN DISPARTE,
SI GUARDANO MUTI COMPLETAMENTE ASSORTI L’UNO DALL’ALTRO, SILENZIO, LA RAGAZZA
SI TOGLIE IL CAPPELLO DA UOMO, UNA CASCATA IMPROVVISA DI CAPELLI NERI LE SCENDE SUL VISO, SORRIDE E PORGE LA MANO
SICURA.
Alex - Alex , Alessandra,
piacere.
Max - Max ,
Massimiliano, piacere.
Alex - Sei tu il regista?
IL
RAGAZZO LA FULMINA IMBARAZZATO CALA UN SILENZIO DI GHIACCIO, LA RAGAZZA LO
GUARDA STUPITA.
Alex
- No?
Max - Ti sembro un regista?
SILENZIO.
LA RAGAZZA LO GUARDA PERPLESSA HA OCCHI VIVACI E INTELLIGENTI:
Alex - Perché no, mi piacerebbe se fossi tu.
Max - E’ evidente che non hai incontrato molti registi.
Alex - Qualcuno,
faccio l’attrice.
SI
STUDIANO ANCORA COME PER CAPIRE SE POSSONO FIDARSI L’UNO DELL’ALTRO.
Max – Allora soffrirai
anche tu.
Alex - Che
vuoi dire?
Max -
Sei qui per il provino?
Alex - Si.
Max - Sei
perfetta più delle parole.
Alex - Sei
strano.
Max –
Anche la tua bellezza lo é.
Alex - Senti, io ho una certa fretta, c’è molta
gente che deve vedere, dov’ è il regista,
l’hai visto?
Max - No,
l’ho sentito passare però! Ma se vuoi vederlo aspettalo qui, passa sempre di qui, dove sono io, è certo.
Alex - Ma tu chi sei?
Max - Non sono il regista! (stizzito)
Alex - E io che ne sapevo! (stizzita)
Max - Li riconoscerai anche tu un giorno!
Alex - Sei uno che odia le donne?
Max – Non
ancora, solo i registi. (La guarda estasiato) E comunque sei come ti ho
immaginata.
ALEX LO
GUARDA SOSPETTA, POI SCOPPIA A RIDERE E VEDENDOLO ESTREMAMENTE SERIO E
CORRUCCIATO DIVIENE SUBITO SERIA, PIANO SI AVVICINA, GLI OCCHI CONTRO GLI
OCCHI, DESIDERI IMPROVVISI E TRATTENUTI, BLOCCATI DAI PASSI IN FONDO AL
CORRIDOIO, I DUE RIMANGONO A GUARDARSI, LE LABBRA VICINE, I PASSI SI FERMANO,
MAX ALZA LO SGUARDO, ALEX NON DISTOGLIE IL SUO, IL REGISTA LO CALPESTA E PASSA
OLTRE E SEMPRE DI SPALLE AL PUBBLICO SE NE ESCE MENTRE CHIAMA:
-
Alex! Seguimi.
BUIO. MAX SI STA RIALZANDO A FATICA QUANDO PASSA
ALEX FURIOSA, INDOSSA IL SUO CAPPELLO DA UOMO.
Alex – Era quello il regista!
Max – (Improvvisamente
agitato) Come lo sai?
Alex -
Si riconoscono subito!
Max – (Avido)
Perché?
Alex – (indignata
e offesa) Non mi sbaglio più ormai, guardano ovunque prima di arrivare ai
tuoi occhi, hanno quello sguardo a trecentosessanta gradi, con un colpo
d’occhio hanno registrato le tue mani e come le tieni, come tieni i piedi e,
dove guardi e, come ti muovi e, dove ti appoggi e come respiri e, poi arrivano
ai tuoi occhi e tu (Alex comincia a piangere presa dalla rabbia) ti senti nuda tu… ti senti inadeguata tu, ti
senti in ritardo anche se non lo sei! (Urla e parla tutta d’un fiato) Ti
senti in colpa perché hai fatto movimenti che lui non ha montato e quindi non
possono andare per il tuo personaggio, che di
certo stai recitando male!
MAX
L’ABBRACCIA FORTE E TENENDOLA
ABBRACCIATA PARLA COME IN TRANCE.
Max - Hai notato il modo di muoversi dei registi? (accarezza
la testa ad Alex teneramente come quando si racconta una favola a una bambina,
Alex ne è completamente affascinata) E’ come se volassero, i
passi, i passi sono sempre lunghi e si adagiano sul terreno
come per sbaglio, come se non avessero
intenzione, (tra sé colpito da stupore) solitamente se è freddo portano
lunghi impermeabili, lo fanno perché falcando l’aria con questi lunghi
passi l’impermeabile si apre, come due
ali sai, come due ali ai lati, (improvvisamente
il volto si stravolge in una smorfia di disprezzo) portano sempre
quelle valigette, quelle grandezza A 4 (pausa lunghissima, poi tra i denti) con
copioni (pausa e urlo soffocato dall’orrore) TAGLIATI! Assassini! Ma
cosa vi è successo da piccoli eh? Perché qualcosa deve esservi successo! Cosa
vi ha spinto a fare questo mestiere eh?
MAX E’ SCONVOLTO, CERCA DI RIPRENDERSI MENTRE
SCIVOLA CON LA TESTA ARRESTANDOSI SULLA PANCIA DI ALEX E RIMANE IN GINOCCHIO
VICINO A LEI.
Alex - Ho capito chi sei.
Max – Io
non lo so più chi sono!
Alex – E’
tua la commedia!
Max – E
allora perché non la riconosco più, è stata troppo sotto i ferri di là, poi un
innesto di parole non sue, ha avuto un rigetto, era prevedibile, non
sopravvivrà, inutile illudersi, sarà qualcosa di efficiente e funzionale e a
me estraneo e artificiale!
Alex - Guarda!
ALEX SI TOGLIE IL CAPPELLO I SUOI CAPELLI NERI SONO
TAGLIATI CORTI.
Max –
(Addolorato) Oddio io, io
credevo tagliasse solo i copioni!
Alex – (Sorride) L’ho fatto perché volevo esserti vicina, tenevo molto
ai miei capelli, come tu alle tue parole, ma l’aspetto e le parole sono
immagini di passaggio, la vita è cambiamento, le ferite sono cambiamento.
Max – Ma i capelli ricresceranno. Un attimo tu, io ho scritto che tu hai i capelli lunghi.
Alex - Il fatto è che… il regista ha cambiato, ha tagliato quel
pezzo, ha cambiato il regista, ecco.
Max - Non ho più potere neanche sulla
descrizione dei miei personaggi, dove
andremo a finire! (Improvvisamente se la prende con Alex) E tu perché
menti? Ti ho forse descritta come una bugiarda, rispondimi? Perché mi hai detto
che l’avevi fatto per me, quando invece, (tra i denti) l’hai fatto per
lui! Vi assomigliate.
Alex - Anche tu gli assomigli, tutti e tre ci assomigliamo!
Max - Taci blasfema!
Alex – Tutti e tre ci amiamo!
Max – Non sai cosa dici, e non
ti rendi conto del pericolo che corri, é partito dai capelli ma, vedrai, se lo lascerai fare!
Alex - Max sei ridicolo!
Max - Alex,
ascoltami, non credo siano
cattivi, fatto sta che… E’ più forte di
loro, non ce la fanno, per questo fanno i registi! Devono cambiare
tutto ciò che hanno tra le mani e più
lo apprezzano e più lo cambiano, non potendo cambiare i copioni li tagliano,
non potendo tagliare gli attori li cambiano. (Sospetto, dubbio e poi una
certezza improvvisa fanno sì che Max inaspettatamente afferri Alex scuotendola
fino a farle male) Ti cambierà Alex!
Alex - Mi cambierà soltanto in scena!
Max – Allora ti taglierà (sconsolato)
peggio ancora! D’ altronde (guarda la testa di Alex) ha già cominciato.
Sicura che ha tagliato solo quelli?
Alex – Max,
certo!
Max – (Guardandola
di traverso) Sono sempre più teneri con le
donne!
Alex - Max, prenditi una vacanza!
Max - Scherzi!? Tra poco cominceranno le prove,
che orrore, non verrà risparmiato nessuno,
avrai bisogno di me, ora tu sei le mie parole, sei come un figlio, scusa una figlia per me, lo sarai anche per
lui, sarai le mie parole e i suoi gesti, sarai nostra figlia. (Accarezza
Alex e se la stringe al petto, poi è preso dal panico) Questo cosa
significa, (pausa) tra noi chi sarà la moglie?
SI ACCASCIA ATTERRITO. BUIO. ALEX E’ SOLA AL CENTRO
DELLA SCENA GIOCHERELLA CON UNO YO-YO PRESO DALLA TASCA DEI PANTALONI,
IMPROVVISAMENTE SI BLOCCA, DAL CORRIDOIO IN FONDO ENTRA UN UOMO MISTERIOSO, HA
OCCHIALI SCURI E CAPPOTTO SCURO CON BAVERO RIALZATO, I CAPELLI SONO NASCOSTI DA
UN CAPPELLO RIDICOLO, LE MANI IN TASCA, DOVE FINISCE IL CAPPOTTO COMINCIANO GLI
STIVALI, L’UNICA COSA CHE E’ APPENA VISIBILE DI LUI E’ IL NASO. SALE AGILMENTE
LE SCALE, E’ DI SPALLE AL PUBBLICO E DI
FRONTE AD ALEX. SILENZIO. I DUE SI GUARDANO. L’UOMO DI SCATTO APRE IL CAPPOTTO,
ALEX URLA, UN GRIDO BREVE E ACUTO, AL QUALE SEGUE UNA VOCE POTENTE E SPAVENTOSA
FUORI SCENA CHE GRIDA:
-
Riunione di compagnia!
L’UOMO SI COPRE, BORBOTTANDO TRA SE’, UN CALCIO DI
MALEDIZIONE AL PAVIMENTO E POCHE PAROLE SOMMESSE:
-
Accidenti! Lo sapevo, mi rovina
sempre tutto, (quasi piangendo dalla rabbia) mi concentro un’intera
giornata anche allo specchio! Per cosa?
Cazzo!
L’UOMO ESCE BORBOTTANDO DA UNA DELLE QUINTE, ALEX
RIMASTA SOLA NON SA SE ESSERE PIU’ ATTERRITA DALLO SPETTACOLO APPENA VISTO O
DALLA RIUNIONE DI COMPAGNIA, FINALMENTE PRENDE UN PROFONDO RESPIRO COME A FARSI
CORAGGIO, UNO SGUARDO CARICO DI MALINCONIA AL SUO YO-YO CHE RIPONE IN TASCA ED
ESCE. BUIO. IL REGISTA, MAX E ALEX SONO SEDUTI VICINI INTORNO A UNA SCRIVANIA,
FRONTE AL PUBBLICO, UNA SEDIA VUOTA. IL REGISTA CHE VEDIAMO PER LA PRIMA VOLTA
E’ UN UOMO IMPONENTE, PORTA L’IMPERMEABILE LUNGO DESCRITTO DA MAX, SUL TAVOLO
VICINO A SE’ HA UNA VALIGETTA, DALLA
QUALE MAX NON DISTOGLIE LO SGUARDO TERRORIZZATO, ALEX SI MANGIA LE UNGHIE
NERVOSA, IL REGISTA E’ ASSORTO IN UNA PAUSA INFINITA, LA PAUSA DIVENTA
IMBARAZZANTE, IL REGISTA PARLA, LA VOCE E’ POTENTE E METTE I DUE RAGAZZI IN
SOGGEZIONE:
-
Max, Alex (pausa registica) Oh! Eccoti
finalmente, ragazzi vi presento il tecnico luci, uno dei più bravi che conosca!
VEDIAMO SEDERSI L’UOMO DAL CAPPOTTO SCURO, ALEX E’
STRAVOLTA, L’UOMO SI SCHIARISCE LA VOCE E SI SIEDE.
Max –
(indignato, verso il regista) Hai chiamato ancora quel maniaco?
Regista - Max, non discutere tu sai che è il migliore
che abbiamo!
Max –
Anche perché è il solo che abbiamo!
L’UOMO VESTITO DI SCURO RIDE, IL REGISTA GLI TIRA
UNA SBERLA.
Regista - Non c’è niente da ridere coglione!
SILENZIO.
Regista – (Verso
l’uomo misterioso) Ce l’hai un
nome? (con tono di sottile minaccia) Vedi, devo presentarti e sono tre
anni che lavoriamo insieme, tre lunghi anni (pausa, poi urlando) che ti
chiamo “ehi !”
I RAGAZZI ATTENDONO GUARDANDOLO DI TRAVERSO. L’UOMO
TACE.
Regista - Continuerei
a chiamarti così ma, siccome da oggi sarai anche aiuto – regista… ( il
regista che fino a quel momento era riuscito a controllarsi, sbotta di colpo e
urla) io non posso scrivere vicino al mio nome aiuto - regista : ehi! E non
ho tempo per queste cazzate burocratiche, quindi fuori un nome del cazzo!
Tiralo fuori!
ALEX SI COPRE GLI OCCHI.
Ehi - E... en... Alb... Fr…
MAX HA LA TESTA FRA LE MANI.
Regista – Max,
sei tu l’autore inventagli un nome!
Max - Per lui non mi viene!
Regista - Ditemi che sto sognando! (Tra i denti, tamburellando
le dita sulla valigetta in tono di minaccia) Max, un nome! Avanti, e
chiudiamo questa storia.
Max – (La
testa tra le mani in preda all’agitazione) Non mi viene, non mi viene, non
mi viene, non so creare su commissione!
Regista –
Basta così! Tu (rivolto all’uomo) vedi
di trovarti un nome, è chiaro? (lo guarda e si fa cogliere dalla rabbia) Stiamo
cercando di conoscerci puoi toglierti quei cazzi d’occhiali e quel cappellaccio
schifoso?
L’UOMO ESEGUE LENTAMENTE, TUTTI SONO ATTENTI, SOTTO
IL CAPPELLO GRANDE PORTA UN CAPPELLO PICCOLO ANCORA PIU’ RIDICOLO, SOTTO IL
PAIO D’OCCHIALI UN ALTRO PAIO D’OCCHIALI CON LENTI TONDE E MINUTE.
Ehi – Ecco
fatto, questi in effetti sono per vedere da vicino.
Max –
Questo non è un uomo, è una matriosca! (verso il regista) Perché un
aiuto regista? Cos’è poi un aiuto – regista devo ancora capirlo, come se i
registi come te volessero aiuto, tanto fai comunque di testa tua! Cos’è, cosa
mi sta a dire aiuto – regista, cosa aiuta? Perché vedi questa figura di
aiutante misterioso, silenzioso, che ti bisbiglia all’orecchio, sulla cui
faccia si riflette prima ogni tua possibile reazione, prima che tu la abbia,
intendo, è inquietante! Cos’è una sorta di porta borse, di fante, di
consigliere del re, quando il re ha sempre ascoltato per fare poi sempre
l’opposto, forse che deve esserci per contratto, perché una compagnia deve
averlo? Sinceramente, in cosa ti aiuta? E soprattutto chi aiuterà lui? Perché
so che poi c’é l’aiuto dell’aiuto, dell’aiuto - regista! (pausa) Le
gerarchie a teatro per me restano un mistero. E poi non si sa mai che cosa
pensa un aiuto – regista e questo mi fa incazzare, non si esprime mai, guarda,
riflette i pensieri cupi o gioiosi del regista come uno specchio, tanto che poi
si guarda prima l’aiuto – regista e poi il regista, ma già dall’aiuto - regista
capisci che aria tira! Diventano come una sorta di fratelli – siamesi attaccati
per le idee, io so solo che l’aiuto regista non lo conosci
mai, ti é sempre dietro, di fianco, lo vedi ogni giorno, ci puoi parlare,
ridere, ma tanto non lo conoscerai mai! (riflette) Totalmente
impermeabili, (prende appunti tirando fuori carta e penna, ripete ad alta
voce mentre scrive) hanno anche una forza sovrumana e innaturale, fanno
ogni lavoro di fatica, ruotano intorno al teatro come la terra intorno al sole,
non dormono mai, non li vedi mangiare, solo portare praticanti, instancabili,
sorridenti, che cazzo avranno da sorridere! Poi li vedi correre dietro un
attore o un’attrice che piangono, causa i registi, e non sai cosa si dicono, ma
tutti si amalgamano di nuovo come se non fosse accaduto niente, il regista non
ha quasi mai rapporti diretti con nessuno, solo quando deve distruggere
qualcuno, allora ci pensa personalmente, ma per il resto c’è lui, l’aiuto – regista! (colto da
folgorazione) Ho capito! Sono angeli, angeli custodi, (pausa, dubbio)
ma di chi? Degli attori o dei registi? Resta il mistero.
Regista – Caro
Max, l’aiuto – regista è diciamo, una specie di apprendista, che forse un
giorno farà il regista, un tirocinante, lo facciamo per assicurarci che
continui la specie! (verso Ehi, cambiando argomento) Vedo che hai già
conosciuto Alex, altrimenti perché sarebbe disgustata, giusto? Alex vi
siete già visti?
Alex - L’ho già visto sì. In parte.
Max –
(Afferrando Ehi per il bavero del cappotto e urlando) Lurido maiale! Se solo la sfiori se solo, io, io…
Regista - Basta Max! Ehi, sì tu, spiegaci cosa facevi prima, avanti.
Ehi - F … facevo l’ … l’… l’esibizionista facevo!
Alex - Non intendeva così prima!
Ehi –
Sempre l’esibizionista, prima e dopo, poco prima, sempre!
Regista –
Guarda che non intendevo i tuoi hobby,
le tue esperienze lavorative, il
lavoro!
Ehi – (Offeso)
Io, io faccio l’esibizionista di
lavoro! E il tecnico luci e aiuto regista per hobby, ecco!
Max - (Tra sé) Come lo giustifico questo
personaggio nella commedia, e scommetto che il regista neanche lo taglia!
Regista - Max, che dici?
Max – (In
un impeto d’orgoglio) Taglialo non
è degno!
Alex – Max,
sei impazzito? Non si possono tagliare gli uomini, (tra sé) anche se
qualcosa gli taglierei!
TUTTI GUARDANO ALEX.
Regista – Alex,
non essere volgare! Ehi continua, spiegaci, con parole tue, ti prego di
giustificare la tua presenza qui, che so, parlaci di te, va bene? Cerchiamo di
conoscerci visto che tra poco, che ci
piaccia o no, diventeremo indispensabili l’uno per l’altro e lavoreremo
tutti senza tregua a un unico scopo, che poi è il solo che ci interessa, mettere in scena la
commedia scritta da Max, nel migliore dei modi.
Ehi – Facevo
l’esibizionista, faccio l’esibizionista,
farò l’esibizionista, è quello che si chiama destino, lo faccio perché
così io mostro il mio, il mio lato
migliore, ecco.
Alex - Modesto!
SILENZIO TUTTI GUARDANO ALEX.
Alex -
Perché? Ho visto di meglio e allora?
TUTTI E TRE IN CORO.
-
Impossibile!
Regista - Sciocchezze Alex! Tutti qui sappiamo che Ehi
è veramente dotato, un professionista, è risaputo che il suo sesso è tanto
quanto lui è cretino! Quindi enormemente dotato!
Max – (amareggiato,
ma consapevole) Vero, vero!
Ehi – (commosso)
Vi ringrazio, amici!
Regista e Max
– (coro) Dovere!
Alex –
Questo è incredibile voi, voi lo
incoraggiate anche, come, come se io non ne fossi rimasta altrettanto
impressionata poi! Solo che . . .
IL REGISTA E MAX LA GUARDANO DI SCATTO GELOSISSIMI,
IN CORO:
Max e
Regista - Quanto impressionata?
Alex - Beh… io… io non credevo che si potesse
arrivare a tanto, ecco!
Max – (al
regista) Taglialo, taglialo,
rovinerà la commedia!
Alex - (al
regista) Non tagliarlo!
Max – Sì!
Alex – No!
EHI E’ PREOCCUPATO E NON FA ALTRO CHE GIRARE LA
TESTA TRA ALEX E MAX, TENENDOSI LE MANI IN MEZZO ALLE GAMBE COME A PROTEGGERLO.
Regista - Basta! Alex
sei stata tu la prima ad alludere a tagli di questo tipo!
Alex - Perché… p... perché... dicevo per dire, per rabbia
ma, indubbiamente, ecco, sarebbe
un peccato, voglio dire…
Max –
Basta Alex, più parli e più peggiori le cose, e io che ti avevo descritto come
una Madonna!
Regista - Max, non te la fare con lei, l’hai solo
appena accennata, è giusto che prenda la sua identità. In quanto a te Ehi, sia
chiara una cosa, non devi avvicinarti
ad Alex, se non per motivi di lavoro! (pausa, guarda Alex che sembra
perplessa) Alex, neanche tu devi
avvicinarti a lui.
ALEX RIMANE IMBRONCIATA LEI E MAX SI GUARDANO
STORTI.
Ehi - Posso continuare?
Max – No
che non puoi, stai già riducendo tutto
a uno schifo!
Regista – Avanti!
( guardando male Max )
Ehi - Quando le donne mi vedono non mi dicono di coprirmi, non é mai accaduto
una sola volta in anni di... di... esibizionismo! Loro lanciano gridolini
estasiati di stupore, io faccio del bene,
io non sono come gli altri io, ho qualcosa da mostrare, è una dote, perché nasconderla mi sono
detto! Io ne vado così orgoglioso, gli uomini, mariti e fidanzati (pensa)
ma anche single mi picchiano sempre, solo gli uomini perché é comprensibile
temono il confronto e poi li urtano
anche le espressioni delle loro donne, quei loro occhi increduli ipnotizzati
sull’arnese, capite? Mi rendo conto che non deve essere facile da digerire per
il partner o per l’uomo in genere, ma il mio è difficile volontariato, inoltre
debbo scontrarmi ogni giorno con colleghi indegni che farebbero meglio a
tenerlo nascosto! Credete che sia stato facile per me? Non ho avuto un’infanzia
normale, quando giocavo al dottore con
i miei amici, quei giochi che si fanno da piccoli e toccava a me fare il paziente,
scappavano via tutti, ero sempre solo. Odiavo il mio pisello. A dieci anni le signore mi facevano il filo,
mi fidanzavo con le madri dei miei amici capite? Erano loro a chiedere ai
propri figli di portarmi a giocare a casa, volevo anche farmi prete, ma poi ho
capito che erano le donne le mie vere amiche e consolatrici, loro mi hanno
fatto capire di avere un dono. E per loro continuo a tirarmi giù le mutande nei
parchi e ovunque, qualsiasi cosa pur di strappargli un sorriso. Gli uomini non
mi hanno mai voluto bene! Così vedi Max, sai qual'è il mio più
grande sogno? (pausa lunghissima, tutti lo
guardano) Farlo in un teatro, con un pubblico solo femminile,
per questo ti chiederei una piccola parte, non voglio dire battute, non saprei che dire, una scena veloce, un
momento tutto mio, ti prego!
Max – Non
se ne parla neanche!
Regista -
Vediamo, certo se poi il pubblico femminile che sappiamo essere in
maggioranza chiamasse altro pubblico
femminile, Max… pensa anche
all’incasso, siamo un teatro povero, agli esordi, abbiamo bisogno di
pubblicità, di farci conoscere…
Max – (Ringhiando) Tu, tu che mi hai
tagliato il copione senza nessuna pietà
e io ho sofferto in silenzio e continuo a soffrire, tu, tu ora vuoi mettere questo essere schifoso in
scena come fenomeno da baraccone?
Ehi – Tu
hai solo paura che ci sia uno scroscio di applausi a scena aperta, vero?
Ammettilo!
Regista - Max io sono il regista e se decido che Ehi
può avere un ruolo, avrà un ruolo in questa storia.
Max – Ne riparleremo! Tu devi parlarmi, spiegarmi, io... io… soffro troppo, esco!
MAX
ESCE DI CORSA.
Regista - Alex,
raggiungi Max, devo fare un provino ad Ehi, anzi, chiamami qui Max.
ESCE ALEX,
POCO DOPO ENTRA MAX.
Illustrazione Eloisa Guidarelli - Continua...
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