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Foto Eloisa Guidarelli |
Never Again – Part Three
Panchina sulle rive del
Passirio, Sergej e la Linda Gringa sono assorti nei pensieri più cupi e molto
concentrati.
Sergej – Ho la soluzione.
Lei – Cosa?
Sergej – Devo uccidermi, i
tuoi della CIA saranno soddisfatti, i miei del KGB anche, tanto mi
ucciderebbero loro, comunque.
Lei – Che merda di idea e
secondo te io farei a meno di te? Fingiamo di ucciderci e uccidiamo due che ci
somiglino, una sorta di incidente, dobbiamo fare in modo che non si risalga al
DNA e insomma false identità a parte, a noi.
Sergej – Ho provato, già
provato non ce la faccio a uccidere due che si amano come noi. Come si dice
quando hai un transfert, insomma mi transferisco… Mi trasferisco in loro, mi
ferisco con un transfert! Io non sono per le transazioni. Non mi piacevano
neppure i trasferelli, quando sai, facevi quei disegnini imprimendo con forza
una matita su quella figurina, trasferendoli su carta. Io mi … Mi metto nei loro panni, mi… vedo
noi. Non riesco non sono più così gelido, non lo so, tutto ciò che alla lontana
mi suggerisce di noi è sacro, anche due morti al posto nostro!
Lei – Ma che dici? Non li
dobbiamo cercare che si amano o che ci somiglino… Insomma che siano due, a
caso.
Sergej – Mah, così senza motivo… Mi basterebbe poco, un
piccolo pretesto, almeno, almeno che mi stiano sulle palle.
Lei – Come se ci volesse
molto.
Sergej – Da
Lei – Cosa? Ah, sì… Senti,
lo so, noi siamo abituati a uccidere su commissione, ma questa volta dobbiamo
farlo per la nostra libertà, gli ultimi due, dobbiamo Sergej, cerchiamo due
stronzi! Il mondo è pieno.
Sergej – Ma non è una fine
romantica, poi non è facile fare fessi il KGB e la CIA lo sai benissimo,
altrimenti ce ne saremmo già andati da un pezzo!
Lei – (Distratta) Da
Sergej – Cosa?
Lei – Scusa, dicevo sì nella
tua lingua, pensavo tra me.
Sergej (Si accende
improvvisamente) Adoro quando parli in russo, farei qualsiasi cosa per te,
ripetilo!
Lei (estraniata) Da.
Sergej – Ora posso anche
morire.
Lei – Non posso vivere senza
te, allora moriremo insieme.
Sergej – Buttiamoci sotto il
treno, è romantico, come Anna Karenina.
Lei – Io non sono romantica
e non sono Karenina!
Sergej – Non abbiamo altra
scelta, per liberarci da questo assurdo lavoro e restare insieme per sempre.
Lei – Ma sarà davvero una
fine veloce? Perché voglio sia una fine veloce.
Sergej – Meglio un Frecciargento, insomma non mi butterei sotto un regionale, metti che ferma proprio
sui nostri piedi, sarebbe doloroso, neppure tanto eroico, con la sfiga che ci
perseguita rimaniamo pure gambizzati e con la CIA e il KGB alle costole.
Lei – Vero. Andiamo a vedere
gli orari dei treni. Così so quanto tempo ho per lasciare qualche saluto,
qualche messaggio romantico, qualcosa.
Sergej (Stravolto dalla
rabbia) A chi?
Lei – Ma che ne so, tu non
hai nessuno da salutare?
Sergej – No, tu, solo tu, ma
sei qui.
Scena successiva i due sono
sui binari, un fischio in lontananza. Le mani che si stringono.
Lei – Sergej, pensavo a una
cosa stupida, oggi mi sono fatta ritrarre da un pittore, e avrei voluto farti
vedere questo ritratto, era così bello, non so cosa mi piaceva tanto di quel
ritratto, ma avrei voluto lo avessi tu, ora non ha importanza, era un nudo
niente di ché.
Cresce il fischio della locomotiva , il treno passa
sui binari a tutta velocità, a lato dei binari Sergej e sotto di lui, lei.
Salvi per una frazione di secondo.
Sergej – E’ un gioco sleale!
Sapevi che non potevo morire sapendo vivo quel viscido di pittore! Adesso prima
lo devo uccidere!
Lei – Ma se neppure esiste,
te l’ho detto è più forte di me, non sono romantica! E poi perché tanta fretta
di ucciderci se tutti ci vogliono morti, attendiamo e basta, o andiamo in
pensione subito, mimetismo.
Sergej – Dove abita, dove
sta? Come ti ha avvicinata, parla! E non dirmi che non esiste, tu non sai
mentire senza un fondo di verità e lui è il fondo!
Lei – Non credi che dovresti
essergli persino grato?
Sergej – No, voglio vedere
il ritratto.
Lei tira fuori da dentro il
reggiseno un foglio spiegazzato. Sergej che osserva il gesto cade svenuto.
Lei – Dove sei Sergej? Sergej? Oh merde! Sergej, ma come ti viene, spostiamoci anzitutto dai binari, usciamo da
questa squallida stazione!
Sergej – Perché tieni il suo
ritratto sul tuo seno, non so neppure in quanti pezzi mi toccherà farlo quell’uomo.
Lei – Sergej non sapevo dove
mettermelo, ho un vestito senza tasche, anzi per questo cavolo di ritratto mi è
toccato anche mettere il reggiseno, che sai che non sopporto, allora sai che
faccio, lo butto insieme al ritratto. Sergej, Sergej? Ma dove sei… Oh Mierda!!
Sergej svenuto a terra. Lei
cerca di schiaffeggiare Sergej, Sergej lentamente si rianima.
Sergej – Fammi vedere il
ritratto.
Lei – Eccolo e facciamola
finita.
Sergej – Infatti è quello
che voglio, finirlo.
Sergej osserva il ritratto, un tremito lo percorre
dalle mani alla mascella. Non stacca gli occhi dal ritratto.
Lei – Eddai! Sergej è un
lavoro di fantasia.
Sergej – E perché ci sono
due seni?
Lei – Perché ne ho due.
Sergej – (Grida) E
allora che fantasia è? Lo so bene, volevo dire perché ci sono i tuoi due seni?
Lei – (interdetta)
Non ero nuda, è solo arte, la sua fantasia… Ma sei assurdo Sergej.
Sergej – Anche quando avrò
sparpagliato il suo corpo sarà arte e fantasia, va bene?
Lei – Ci farai soltanto
beccare prima! Abbiamo problemi più urgenti non credi? L’ho fatto solo perché
altrimenti ti saresti buttato con me sotto quel dannato treno! Grazie a questo
pittore siamo vivi!
Sergej – Volevo appunto
ringraziarlo, l’indirizzo! Non importa, lo trovo.
Lei – Senti, io non so
neppure se questo mi pensa o quando mi pensa o se mi pensa.
Sergej – Una musa si pensa
sempre, ventiquattrore su ventiquattro, una musa ti entra dentro, potresti
persino essere la sua ragione di vita.
Lei – Anche se fosse, io
neppure lo frequento, neppure lo so.
Sergej – Appunto, io non
sopporto l’idea che tu fluttui nella sua testa a tua insaputa, soluzione,
fargli sparire la testa. Puff!
Lei – Basta, non me ne frega
più nulla, sono stanca dei morti che mi semini inutilmente alle spalle! Che
palle! Ora prendiamo tempo, dobbiamo tornare alla base, ho pensato a tutto,
quasi, ci chiederanno le nostre teste, almeno a me chiederanno la tua e a te la
mia, e naturalmente noi saremo a mani vuote, così dobbiamo convincerli che
stiamo solo prendendo tempo e che vogliamo fare un lavoro pulito, “lavoro
pulito” Capisci, Sergej? Non fare stragi… E poi dobbiamo tagliare la corda e
molto velocemente. Sono più lucida di te, penserò io in questa fase, tu non
uccidere per ora. Solo questo. Non U.C.C.I.D.E.R.E !
Si baciano, passa un suonatore di tromba, si mette
davanti a loro e suona la tromba per diversi minuti, insopportabili minuti,
Sergej si stacca un momento da lei e lo fredda, l’uomo cade e continuano a
baciarsi. Poco dopo Sergej è a colloquio presso KGB.
-
Dunque Sergej, speravo
lei avesse capito, ne fosse venuto a capo, ma non c’è il corpo della Linda
Gringa e neppure un omicidio, anzi dalle nostre fonti neppure una sparizione è
in splendida salute! La nostra nemica numero uno è libera e felice! Non è
quello che le avevamo chiesto, e noi oltretutto non chiediamo, ordiniamo!(Battendo
un pugno sul tavolo)
Sergej - Non sia
precipitoso, la ucciderò, tanto più che mi ha tradito, solo è necessario un
lavoro pulito, e per un lavoro pulito ci vuole tempo.
-
Lavoro pulito, Sergej?
Allora le leggo io qui qualche esempio recente di lavoro pulito, che lei,
membro del KGB, agente scelto, punta di diamante, insomma il migliore uomo che
abbiamo, ci ha confermato di essere in grado di fare! Lei ci sta
ridicolizzando! Leggo qui, cos’è questo bollettino di guerra!? Abbiamo un
vecchio trovato ucciso davanti a una chiesa evangelista con ancora il giornale
tra le mani, guarda caso vicino alle rive del Pass.. Del Passerà, del fiume
Passera.. come cacchio si chiama quel dannato fiume che lei ama tanto!
Sergej – (glaciale) Passirio. E’ il fiume del destino.
-
Bel destino di merda
per quel povero vecchio! Non mi risulta che lei lo dovesse uccidere! Poco più
avanti è stato trovato un cieco, un cieco Sergej!! Cosa le ha fatto un povero
cieco?
Sergej (glaciale) – Niente, solo l’ho trattato come tutti, non faccio
distinzioni, ero nervoso, muoveva questo bastone a destra e a sinistra ho
tentato di avvisarlo ma mi ha seccato una rotula e sono scattato! Un riflesso,
ho sparato. Dovrebbero fare attenzione con quei loro bastoni, spazzano l’aria
da destra a sinistra, come il mondo fosse solo aria, e la gente accanto sembra
che salti la corda per evitare quel bastone impietoso e non rallentano mai,
velocità costante, naturale, loro se ci sei ti spazzano via, non mi sembra
democratico e neppure educato, se avesse avuto il cane non lo avrei mai
toccato, il cane sa sempre dove andare!
-
Le sembra normale? Il
suonatore di tromba invece cosa le aveva fatto?
Sergej (glaciale) Beh il suonatore di tromba, insomma io mi stavo
baciando e quella non era l’ouverture che io avevo prevista, ecco, se devi
proprio entrare nella colonna sonora dei miei ricordi, almeno fallo con lo
strumento che desidero.
-
Le sembra una cosa
degna del KGB? Lei lo sa che se ognuno di noi si comportasse come lei non ci
sarebbe più un solo essere vivente sulla terra, lei uccide per futili motivi!
Sergej – Da.
-
E ancora, sempre a
proposito di lavoro pulito, un ragazzo con un cellulare in mano riverso sui
binari della stazione di… insomma non importa.
Sergej – Suoneria di
Gigi D’Alessio.
-
Davvero? (Si
riprende, dal dubbio effettivamente sollevato, con un sonoro pugno sul tavolo) Dove lei passa semina cadaveri, e uno solo doveva
portarcene, che naturalmente non ha, certo, per via del suo lavoro pulito!
Neppure una guerra fa tanti morti. (Suona il telefono) Da. (Pausa)
Da. (Pausa) Merda! (Pausa)Da. (Pausa)
Da. (Pausa) Cazzo. (Pausa) Da.
Sergej – Bel
dialogo.
-
Un altro cadavere, uno
scempio, pezzi sparsi ovunque, sa dirmi, immagino, anche dove. Dall’identificazione
si tratta di un pittore. Mi dica che non è stato lei Sergej, e stato lei? Tanto
lo scopriremo entro breve.
Sergej – (con un
sorrisino compiaciuto) Da.
To
be continued.