martedì 16 agosto 2011

Le coppie





Ora lo so che sono fatta per restare sola, la Corsica bene o male mi dà sempre risposte, sono fatta per amare anche per sempre, ma poi ho necessità di ricordarmi di essere comunque unica e sola, senza compenetrarmi, senza essere più una metà di qualcuno o qualcosa. Ognuno deve vedere la sua Corsica, sentire l’isola propria, come ci camminasse solo, la respirasse solo. Non ce la faccio a respirare per mano, a guardare per mano, finisco per non respirare, per non vedere, per passare e basta. Ho i miei paesaggi, ho gli occhi di una mucca e mi basta guardarci dentro, tra quelle languide ciglia, in quel ruminare calmo, incedere d’incanto, io in questo ho  visto già, amore mio, l’intero mondo, senza essermi mossa di un centimetro. Basta saperlo. E ho fatto un quadro di una ragazza con piccoli seni bruni e capelli colore della cenere, che uscita dall’acqua, con un gesto veloce ha coperto il corpo nudo di arancione, aveva fianchi pesanti e un seno infinitamente piccolo, quasi incavato nelle spalle che erano come monti a racchiudere conchiglie, e pure lì è finita la Corsica. In un ramo a forma di serpente e nell’essere io ora uomo ora donna, ora sasso o perfettamente niente, per fare parte di tutto. E ora lo so, da qui, come sempre, che mi basto, che sopravvivo a tutto comunque. E’arrivata come un’onda piena di alghe che mi sovrasta e io china con la mia famiglia accanto, che dico “ora passa”. E’ arrivata così la risposta a nessuna domanda, che era poi l’eterna incertezza. Avevo nostalgia di me, eccomi tornata. Che ti piaccia o non ti piaccia non importa, questa è la tela già disegnata, non si può ritoccare, solo guardare. Le coppie, le coppie che mistero, si mangiano a piccoli bocconi la libertà, dicendo che è amore, che è compromesso, che è quasi perfetto e non sentono che perdono pezzi per strada. Se volassero liberi, ognuno nel proprio cielo, allora sì, che un incontro sarebbe davvero un incontro. Sanno parlare d’amore le coppie e senza conoscerlo, sanno parlare di niente, fino a spegnersi e cercare appigli, persi da sguardi vacui e spenti. Per non essere questo bisogna allontanarsi spesso. E tornare quando si ha voglia e bisogno, nient’altro. Porte spalancate questo è l’amore, porte spalancate, finestre che sbattono per il troppo vento, nessun orario, questo è l’amore, questo temporale col sole. Ma poi ci si fa violentare e ci si dice “in fondo mi piace”, “in fondo ne ho quasi bisogno”, c’è una tale libertà nel non reagire affatto e nel farsi stuprare il cervello..quasi dormendo. Non importa, a volte può servire per alzarsi e capire. La propria natura alla fine esce sempre, e la mia, coperta di alghe che scivolano lungo gambe e caviglie, come corde appena tagliate, che a fatica scivolano via, la mia natura si è svincolata da tentacoli molli, qualcosa muore, qualcosa muore affinché tu possa scivolare via. Sento i lacci staccarsi e il loro rumore e i muscoli delle spalle inarcarsi e il mio corpo… via libera… E le coppie… tutto quello che non si dice, fino a morire… E le coppie che sognano in tandem e solo chi è davanti sceglie le vie, e le coppie gelose delle proprie prigioni, e le coppie che collezionano battaglie perse sognando di vincere poi le più grandi guerre. E le coppie paura di stare soli, di fare parte di statistiche, di non concedere figli alla terra, le coppie legate al tempo, ai giorni… ti libererò da questo, liberandomi io stessa, farò in modo che non ci finiremo, sono diversa abbastanza per tentarlo. Ti spiegherò un percorso diverso e conoscerai il mio di coraggio, consiste nel diffidare delle onde lunghe, del vento forte e di fermarsi spesso durante un percorso ad ammirare il paesaggio, consiste nelle lacrime che le ferite trattengono e bruciano come farebbe il sale, consistono nel diventare un granchio agile che si nasconde bene dove l’acqua sbatte e dove il colore delle proprie macchie è il colore esatto dello scoglio che ha scelto.

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