mercoledì 11 gennaio 2012

So tutto di te



- Grazie, arrivederci.

So tutto di te. Me ne vado, perché non c’è altro da fare, mi trovo davanti alla moglie è da lui poco distante. Sospendo il respiro e li guardo. Lei, capelli castani e lisci, occhi caldi, rassegnati, esitanti, in cerca di risposte. Testa bassa, passi incerti e frettolosi, camicia leggera, poco trucco, quanto basta per ricordargli che persino lei può essere desiderabile. Da altri. Un piede nel vuoto, una fede d’oro, labbra sottili. Già… sta dalla parte della Bibbia come dell’impeccabilità, lui è nel peccato ma in qualche modo il serpente che seduce sei tu! Tu piccola amante, il mondo in questo non è cambiato, non cambierà. Tu che saresti disposta a urlargli in faccia il tuo amore… Guarda il tuo eroe, guardalo! Non ha altro che te, ma non riesce a dire basta alla sua vita, non riesce a raccontarsi la verità, non vedi piccola creatura come è lontano dalla verità, non vedi come fugge da te, da lei, da se stesso? Non legare il tuo passo esitante al suo passo così incerto, non legare il tuo amore al suo tormento. Salvati ti prego, perché io non lo posso fare. Ma sembra di vederti, sui tuoi occhi è caduto un velo, ma sembra di sorprenderti rincorrervi nei sogni. Ecco che la moglie se ne va, le cammino accanto e ascolto il suo pensiero, è come lava che finalmente scorre lungo i fianchi del cratere, come fuoco che implodeva dentro, è rovente, distrugge tutto ciò che è, lo trasforma in cenere, avanza, senza chiedere, investe, scivolando, veloce. Scappa non farti travolgere, io le cavalco a fianco, ma sono solo vento, raccolgo ciò che sento, lo porto lontano. Sai che dice? Sai che pensa? Il suo passo nervoso ha stillato questa frase, malcostruita, ma che importa non c’è grammatica nel pensare, nel riversare sentimenti più che umani senza logica, dice che sei la classica donna nata per sedurre, che ce l’hai nel sangue, che lo fai ovunque, fosse solo, nello scambiare la più banale frase con chi capita per caso nel tuo spazio, che come muovi le labbra, come schiudi le ciglia, hai perle da offrire e porci a raccogliere, hai una camminata che provoca, un modo di vestire che provoca, un modo di svestire che provoca, come usi le mani,come sorridi e rimandi, e convinci o commuovi, un gioco sleale, continuo, come il mare allo scoglio, non importa in quanto tempo, ma prima o poi sei tu a dare la forma a ciò che desideri. Forse non riesce a darti tutta la colpa di questo, ma se ne convince, perché fa meno male di certo, pensarti puttana e lui solo fesso. Pensarti una trappola seducente e lui solo ghiotto. Sono colpi di pistola i suoi pensieri e sai? Sai tu cosa sei? Un continuo, eterno, malato, raffronto con lei. Cerca di capire cosa l’ha allontanato da se’, cosa di te. Cosa di te? Lascio che continui a sferrare colpi e consumare il marciapiede nei passi veloci e nervosi. Lascio che continui la pioggia e lascio che continui a pensare che persino se piove c’entra con te.

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