martedì 9 luglio 2024

Il gioco della verità - Quarta e ultima parte - Drammaturgia Eloisa Guidarelli - Genere farsa





LA MATTINA DOPO LE TRE RAGAZZE SONO AL CENTRO DELLA SCENA, MA SEMBRANO TOTALMENTE DISORIENTATE, GULA FA PASSI GOFFI A GAMBE APERTE CON UNA GONNA, LISIA SBADIGLIA IN TUTA E BRIGIT ENTRA CON UN VESTITO SCOLLATO, TRUCCATA, CAPELLI SCIOLTI, MENTRE FISCHIETTANDO POSA LE SCARPE COL TACCO AL CENTRO DELLA STANZA  E COMODAMENTE CERCA DI INFILARSELE. NESSUNA SEMBRA GUARDARE L’ALTRA, FINCHE’ GULA NON SCOPPIA A RIDERE.

 

Gula – Brigit, ma come ti sei conciata (passeggiandole intorno provocante) se non ti conoscessi direi che sei una bella fica!

 

Brigit – Sai Gula, se decidi di portare la gonna dovresti evitare di camminare e sedere a gambe aperte!

 

Lisia- Nessuna nota che ho una semplice tuta, niente di provocante? Non volete sapere perché? Non avete battute da fare? Non vi viene in mente che in me c’é stato un profondo, importante, cambiamento, una rivoluzione interiore incredibile? Guardandomi cosa vedete, eh?

 

SILENZIO. LE ALTRE DUE LA GUARDANO RIFLESSIVE.

 

Gula e Brigit (in coro) – Tu sei gnocca comunque!

 

SCOPPIANO TUTTE E TRE A RIDERE, QUELLE RISATE ISTERICHE E LIBERATORIE, QUELLE CHE SEMBRANO NON POTERSI INTERROMPERE MAI PIU’ E CHE QUANDO STANNO CALANDO, IMPROVVISAMENTE, COME SCROSCI D’ACQUA DI UN TEMPORALE, PROVOCATI DA UNO SGUARDO, DA UN CENNO O DA UN RESPIRO, RIPRENDONO PIU’ FORTI DI PRIMA. MENTRE SI ROTOLANO PER TERRA E SI SPINGONO E SI STRAPPANO I VESTITI RIDENDO, ENTRA IN SCENA FENICE, HA I CAPELLI DRITTI, UNA VESTAGLIA DA DONNA E UN TERMOS CHE PORGE A GULA.

 

Fenice – (lapidario) Ieri notte ho pensato molto. (Porge il termos a Gula) Ecco quello che avevi chiesto, una provetta non mi è bastata, (guardandole tutte mentre sono ancora a terra e a bocca aperta) grazie dell’aiuto, mi avete veramente ispirato, se non è troppo io tornerei a dormire, cioè comincerei a dormire, non sento le ginocchia.

   

ESCE, TRASCINANDOSI, DI SCENA, GULA GUARDA IL TERMOS CHE HA TRA LE MANI, LE ALTRE LE SI AVVICINANO FACENDO CERCHIO.

 

Gula – Ecco qua, nessun padre, niente complicazioni, nessun legame, e chi ha bisogno di uomini, eh? (parlando al termos) E’ simpatico, forse l’ultimo dei romantici, forse anche uno con le palle, sai cos’è l’importante? Che io e te potremo anche idealizzarlo, io ti potrò raccontare qualsiasi cosa, lui non potrà deluderti mai, tu non potrai odiarlo mai, non ti dovrai misurare con lui, dimostrargli mai nulla, tu sarai libero dalla classica competizione padre – figlio e se sarai femmina... meglio, decisamente meglio, naturalmente il tuo orientamento sessuale sarà ininfluente, ti amerò a prescindere, ecco invece il tuo orientamento politico, potrebbe essere meno ininfluente, ma so che non mi deluderai, sono cose che si sentono. E se sarai maschio, crescendo con tutte donne saprai amarle e rispettarle e capirle, capirle, ecco.

 

LE ALTRE DUE SONO RIMASTE PERPLESSE A GUARDARLA.

 

Brigit – Si ma ora che farai?

 

Lisia – Dobbiamo liberare Fenice?

 

Gula – Scusate, perché l’abbiamo rapito?

 

Brigit – Non ricordi?

 

Gula – No.

 

Lisia – Non potevamo pagare l’affitto, ricordi?

 

Gula – E ora, possiamo?

 

Brigit – No.

 

Gula – Se lo liberiamo quello ci denuncia, e poi io voglio un figlio e ora devo concentrarmi su questo (guarda il termos) Chissà forse va agitato, forse dovrebbe ascoltare della musica?

 

Brigit – Chi lo sperma? Gula queste cose si fanno quando c’è già il bambino, ma cosa ti sta accadendo?

 

Gula – E che ne sai, tu! Ci sono sempre nuove teorie, proprio tu che da moralista, chiesarola e bigotta sei contro l’aborto perché dici, tu e la tua setta credente, che si uccide una vita, una vita anche al primo mese! Proprio tu vieni a dirmelo? Dovresti essere d’accordo! Io agisco ancora prima, prima che sia all’interno del mio utero.

  

Brigit – Finiscila, ma cosa credete tutte! (urlando isterica) Sapete perché mi sono vestita così oggi? Perché questa notte mi é apparso lui!

 

Gula – Lui, chi? Fenice?

 

Brigit – No (piangendo e guardando in alto)

 

Gula – Ah, Lui! E perché lo dici con la minuscola che non capisco!

 

Lisia – E allora?

 

Brigit – Mi ha detto, oh era così bello, era così bello, con questi capelli lunghi e vestito di jeans, un po’ tipo figlio dei fiori, sapete…

 

Lisia – Brigit, sei blasfema…

 

Gula – Lasciala dire, certe cose sono come l’eclissi vanno osservate e basta!

 

Brigit -  Mi ha detto, Brigit io non ho mai creato le bigotte, sono un’invenzione puramente umana ha detto! Ed è sparito con la sua Ceres.

 

Gula – La birra?

 

Lisia – Sicura che non era Gula, questa notte!? (Guardando Gula di traverso)

 

Brigit – Non poteva dirmelo prima! (scoppia a piangere)

 

Gula – Beh! Ora che deve fare il giro di tutte le bigotte che ci sono al mondo, pensa solo negli Stati Uniti, quello ne ha da fare! Sarà arrivato quando ha potuto (tra sé) e meno male che è arrivato!

 

 Brigit (affranta) – Ma cosa sono ora, cosa sono, chi sono?

 

Gula – Beh, non che io mi riconosca con questa gonna addosso, ma non mi spiace l’idea di portarla.

 

Lisia – Neanche io mi riconosco più, ma sono stranamente serena, questa mattina non ho scelto come incartarmi, questa mattina ero io, ero io solo questa mattina in tutta la vita, mio Dio.

 

Brigit – Non nominarlo neppure, deluderà anche te!

  

Gula – (urlando) Sapete cos’è accaduto? Ci siamo portati a casa un Guru! Ci ha come ipnotizzate, non sappiamo più chi cazzo siamo, dobbiamo liberarcene e subito!

 

TUTTE ASSERISCONO MUTE. BUIO. GULA E’ SOLA AL CENTRO DELLA SCENA, CHE AGITA IL TERMOS COME SE LO VOLESSE SCECCHERARE, MENTRE DANZA SOLA A RITMO DI UNA MUSICA LATINA. 

 

Gula – (terminando esausta) Non ti chiedo altro che gli ideali giusti e una coscienza, il genere non è affar mio, decidi pure tu, per me è lo stesso.

 

BUIO. FENICE ENTRA IN SCENA GUARDANDOSI ALLE SPALLE, SILENZIOSO, IMPROVVISAMENTE LA VOCE DI GULA ALLE SPALLE LO BLOCCA.

 

Gula – Dove credi di andare?

 

Fenice – Io, io ho fatto qui, e poi mi cercheranno presto, ancora non mi hanno cercato è vero (tra sé) merda, non gliene frega niente a nessuno che sono sparito! Mia moglie sarà disperata, sarà!

 

Gula – Sei sposato?

 

Fenice – Si che lo sono!

 

ENTRA LISIA, CON UNA TUTA DA MECCANICO E TUTTA SPORCA IN VISO.

 

Lisia – Da quanto?

 

Fenice – Ma cosa ve ne frega, dico io!

 

ENTRA BRIGIT IN MINIGONNA E AUTOREGGENTI, UNA GIACCHETTA CON UNO SPACCO IMMENSO DAVANTI.

 

Brigit – Rispondi, no?

 

Fenice – Oggi è il mio anniversario, ecco!

 

Lisia – Un anno? E siete ancora sposati?

 

Gula – Incredibile, guarda che non durerà molto, le statistiche dicono che i matrimoni non durano, non durano proprio! Un anno è già un tempo incredibilmente lungo, non ti annoi?

 

Fenice – Già perché adesso c’é la crisi di un anno invece che dei sette, figuriamoci! Io sto bene con lei, vorrei solo vederla!

 

Lisia – E com’è?

 

TUTTE E TRE SONO ATTENTISSIME.

 

Fenice – (tergiversando) Beh, vi assomiglia un poco…

 

Gula – Ma come, a tutte e tre?

 

Fenice – Perché pensate di essere tre donne?

 

TUTTE SI AMMUTOLISCONO E SI GUARDANO.

 

Fenice – Siete una sola donna, siete tutte e tre la stessa identica donna, la stessa femmina, soltanto che ne personificate tre lati differenti, siete un solo mostro a tre passere!

 

BUIO. CAMBIO SCENA, SONO TUTTE E TRE SEDUTE AL TAVOLO CON LA TESTA TRA LE MANI.

 

Gula- (rompendo il silenzio) Vi torna nella mitologia una donna con tre passere?

 

Lisia – No, c’era quella Dea piena di tette, non ricordo bene. Io credo che Fenice ci odi.

 

Brigit – Io non credo che sia sposato, l’abbiamo messo in difficoltà.

 

Gula – Io propongo il gioco della verità con lui, ci state?

 

Lisia – Avanti, lo sai come finisce quel gioco con un uomo, la prima domanda sarà se ci siamo mai masturbate e come e questo tanto per cominciare.

 

Brigit – Beh, prepariamoci le risposte, lui giurerà e avrà paura quanto noi!

 

Gula – Bene, (urla) Fenice!

 

Fenice – (allegro) Ecco, le mie tre dee, allora cosa desiderate (sarcastico) un bambino anche oggi, del sesso e basta, una chiacchierata su Dio o cos’altro? Parlare dell’affitto o del sequestro o di come ci si possa guadagnare da vivere terrorizzando la gente con uno scopino sporco, dite sono disponibile! L’uomo delle seghe è qui per voi! Ci facciamo un’ammucchiata e disintegriamo tutti i tabù?

 

Gula – Divertente, no vedi noi volevamo fare un gioco!

 

Fenice – Certo, per voi la vita stessa è un gioco, a che si gioca?

 

Lisia – Al gioco della verità.

 

Fenice (scoppia a ridere) – Voi?

 

Brigit (nervosa) – Sì, noi!

 

Fenice – Che sozze! Beh temo di non avere scelta, come sempre, quindi gioco.

 

Gula – Allora comincia col giurare su qualcosa o qualcuno a cui tieni molto!

  

Fenice –  No, non giuro e non voglio neanche ascoltare i vostri giuramenti, siamo grandi! Potrei cominciare io con il chiedervi se vi siete mai masturbate in vita vostra, ma vorrei evitare i classici imbarazzi o le battute o le balle, potrei come seconda domanda chiedervi se l’avete mai fatto non secondo natura, ma neanche questo mi solleticherebbe più di tanto, ho io qualcosa da dire a voi, tutte e tre!

 

LE RAGAZZE LO GUARDANO IMPIETRITE E CON ARIA DI SFIDA.

 

Fenice – Non pensavo a questo, io… io... ecco io… (si carica, ha una rabbia incredibile e infine sbotta) Io non sono un uomo da una botta e via!

 

SILENZIO. TUTTE E TRE CONTEMPORANEAMENTE SI GUARDANO IN MEZZO ALLE GAMBE DI SCATTO E CON ORRORE. BUIO. PARTE LA MUSICA. LUCE,  LE RAGAZZE RIALZANO LA TESTA E SQUADRANO FENICE.

 

Fenice – Già, l’ho detto, io credo nel matrimonio, ci credo (le ragazze lo guardano come si guarderebbe un extraterrestre), quello che c’è stato tra noi, tra voi, cioè tra voi e me, questa intimità seppure solo di intenzioni, certo, beh, io non sono un uomo oggetto, ecco!

 

Gula – Ferma, ferma, hai detto, testuali parole, non sono un uomo da una botta e via?

 

Fenice – Sì.

 

Brigit e Lisia – (al colmo dello stupore) Incredibile!

 

Gula – Ci dev’essere un errore di battute (al pubblico) Al limite sarà la donna a dire una cosa del genere, no? Dite che siamo a una tale confusione di ruoli? State zitti, eh? Basta che qualcuno di voi non mi venga a dire la solita balla che il femminismo ha portato a questo! Nessuna di noi poteva certo immaginare che si sarebbe arrivati a questi estremi! (di nuovo a Fenice) Puoi essere più chiaro?

 

Fenice – Certo, io voglio sposarmi con voi!

 

Lisia – Ma noi non vogliamo sposarci, non è attuale, è anacronistico! E’ assurdo un solo uomo per tutta la vita, quando ne puoi avere uno al giorno.

 

Brigit – Forse tu ne puoi avere uno al giorno! Non capite? E’ l’ultimo romantico!

 

Gula – Macché sono tutti così ora, sono loro a volersi sposare e accasare, a desiderare la famiglia, è finito il tempo dei Casanova, perché ora ai Casanova ci giochiamo noi! Senti, Fenice, nessuna di noi si vuole sposare, forse Brigit, per il sesso invece noi non siamo gelose, potremmo anche passarceli tutti, ma non vogliamo legami, capisci? Una volta scoperta la libertà nessuno torna più indietro, capisci, nessuno cerca più la sicurezza nei vostri guinzagli perché non abbiamo più bisogno di questo per badare a noi stesse e questi sono i fatti! Ma capisci?

 

 

BUIO FENICE E’ RIVERSO A TERRA PRIVO DI VITA. LISIA ENTRA IN SCENA.

 

Lisia – Fenice! Fenice! Gula, Brigit! Correte Fenice sta male!

 

Gula – (gli si avvicina, lo scuote, lo chiama, sente se respira avvicinando l’orecchio alla bocca e con una mano sulla cassa toracica) Non respira.

  

GULA COMINCIA LA RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA.

 

Gula – Hai visto se si alza la cassa toracica? Lisia, tieni gli occhi sul torace e sentigli  il polso.

 

Lisia - Gula non s’alza il torace, non s’alza il polso (con rammarico) non s’alza niente!

 

Brigit – Chiamiamo il 118!

 

Gula – Sei pazza, l’abbiamo sequestrato e se muore l’abbiamo pure ucciso!

 

FINALMENTE FENICE SI RIPRENDE.

 

Fenice –  Scusate se mi è venuto un collasso, sono un romantico e amo tre portuali! Mio padre mi voleva puttaniere come lui, mi dava del finocchio perché non gli portavo a casa una ragazza ogni sera, non potevo confidarmi, consigliarmi, mi chiedeva: - "Ci sei uscito? Com’è? Te la dà? Ma che fiori e fiori, spendi tutto nei fiori, cretino! E neanche te la trombi"! “Papà, rispondevo, sono al primo appuntamento e non ho osato neanche darle un bacio ma… sono felice, innamorato"! “Innamorato? Replicava, e che vuol dire”? - E  per tutta risposta - “Sei soltanto un’oca morta"! - Diceva. Più lui si involgariva e tentava di involgarirmi, più io idealizzavo ogni donna e desideravo salvarle tutte dal genere maschile, fino a disprezzare io stesso il genere maschile! Più si accaniva in questo linguaggio volgare e maschilista più io diventavo un’inguaribile romantico. Ogni sera che rientravo solo questa voce sentivo: “Te la trombi o non te la trombi”? - E il colmo del colmo qual’è? Che ora che sono femminista, un’onda di femminismo mi travolge e le donne imitano gli uomini e parlano e camminano come loro e… e sono loro che ti trombano e scappano, niente di male, dopo anni di uomini come mio padre, mi aspettavo una rivolta femminile e di trovarmici in mezzo prima o poi. E’ vero, si sono capovolte le cose e non è cambiato nulla, se non che siete come noi, stronze come noi! E questo mi rattrista, innamorarmi di donne che parlano come mio padre, quando non parlava di volgarità parlava per metafore, fin da quando ero bambino le mie risposte alle domande erano proverbi, solo proverbi! “Una mano lava l’altra, un colpo al cerchio e uno alla botte, tanto va la gatta al lardo"... e da piccolo non ci capivo un cazzo, rimanevo con il mio pugno di domande e soluzioni proverbiali che non mi sarebbero servite a un cazzo, non ho mai guardato il festival di Sanremo perché per lui inneggiava al romanticismo e mi rincoglioniva, così mi cantava le osterie. Non avevo scelta, potevo e dovevo diventare un grande porco! Risultato, io ero un disadattato e lui le donne se le faceva anche davanti a me, così imparavo, diceva!

 

 Gula – Tua madre?

 

Fenice- Fuggita!

 

Lisia – Puoi sposare Brigit!

 

Brigit – Io non voglio sposarmi!

 

Gula – Sei impazzita?

 

Brigit – No, a me piacerebbe che rimanessimo così.

 

Gula – Così come?

 

Lisia- Così.

 

Brigit – Il primo sbaglio l’hanno fatto i miei genitori, mia sorella ebbe un attacco di appendicite, chiamarono l’ambulanza, stava andando in peritonite, era una corsa contro la morte, tutti si indaffaravano attorno a lei e io piangevo, quando arrivò l’ambulanza e se la portò via come il vento, io continuavo a piangere e urlare, i miei genitori cercavano di consolarmi, erano commossi e disperati per il mio dolore, anche una volta comunicatomi che tutto era riuscito per il meglio, io continuavo a piangere, allora cominciarono a vedermi come una Santa, un angelo e a riversare su di me questa fervida convinzione di creatura devota e cara al signore, non ebbi mai il coraggio di dirgli, con i miei sei anni, che piangevo perché mia sorella poteva farsi un viaggio in ambulanza di notte a tutta velocità e a sirene spiegate e io no, lo trovavo bellissimo. Ma i sensi di colpa dopo mi hanno fatto scegliere di essere quella che sono, cioè che ora non sono, non posso più sposarmi senza sapere prima chi sono e cosa voglio!

 

 Fenice – Ma sì, rimaniamo così, non avrete più il problema dell’affitto, io non riuscirei a stare con una di voi e neanche una di voi senza l’altra, non abbiamo bisogno di nulla e voi potrete andare con altri uomini, non sono un tipo geloso, non riesco più a uscire di qui! Naturalmente io sarò invece fedelissimo, ne ho tre d’altronde e di più non potrei desiderare! Vi prego mio padre morirà orgoglioso.

 

Gula – Guarda che capita ai prigionieri, ci si innamora dei propri carcerieri, ti conviene andartene e subito, non vogliamo farti altro male. Non voglio uomini qua dentro.

 

 

BUIO. CAMBIO SCENA, VEDIAMO FENICE AI FORNELLI CON UN GREMBIULE, LE TRE RAGAZZE SONO SEDUTE SUL DIVANO, LEGGONO IL GIORNALE FUMANDO TRE SIGARI, ACCAVALLANO LE GAMBE DI TANTO IN TANTO, PERFETTAMENTE SINCRONIZZATE, BUTTANO FUORI IL FUMO NELLO STESSO MOMENTO, VOLTANO PAGINA NELLO STESSO ISTANTE, FENICE FA SALTARE LE UOVA NELLA PADELLA E PREPARA LA COLAZIONE ALL’AMERICANA, IL TUTTO E’ A RITMO DI MUSICA, COME UN BALLETTO, COME FOSSERO TUTTI LEGATI UNO AI MOVIMENTI DELL’ALTRO. SEMPRE A RITMO CONTINUA IL BALLETTO DELLA NUOVA VITA, LE RAGAZZE PRENDONO DALLE MANI DI FENICE UN TOAST E SE NE ESCONO CON UNA VALIGETTA DA LAVORO, UNA DIETRO L’ALTRA, DOPO AVERLO BACIATO,   SENTIAMO  LA VOCE DI UN BIMBO FUORI SCENA: "MAMMA MI PORTI TU ALL’ASILO"?  - FENICE SI GIRA CON UN SORRISO MATERNO.

 

 BUIO. 

 

 

 

FINE

 

 

 

Il gioco della verità - da sinistra Benedetta Conte, Vania Moretti, Eloisa Guidarelli


Il gioco della verità - Vania Moretti, Eloisa guidarelli