lunedì 17 maggio 2021

Intervista a Luca Neves


 

Luca Neves  è nato in Italia a Roma, da genitori capoverdiani, si è diplomato a Roma, oggi è uno Chef accreditato e un bravo rapper. E’ stato al centro dell'attenzione mediatica per la sua singolare storia, dovuta ad un ritardo  burocratico nella ricezione dei molti documenti richiesti, che lo hanno costretto di conseguenza  a presentare in ritardo la richiesta di cittadinanza che gli viene negata. Molti suoi testi parlano delle sue lotte, dei suoi ideali, delle sue speranze e del suo dolore, che in quelle parole, importanti, scelte accuratamente, dolorosamente, diventano lotta comune, trascinante, onda che avvolge, coinvolge. Il rap di Luca Neves, in arte Fat Negga è il ritmo della musica di strada,  una verità scomoda che imbarazza una società colpevole. E’ riscatto sociale, un messaggio importante, diretto, chiaro, che dice, conosco la sconfitta, conosco l’umiliazione, conosco il dolore,  l'ingiustizia, ma le canto, le cavalco e ti porto con me, perché si passa di qua se si vuole davvero uscire fuori, mi ricorda un surfista che cavalca quel tunnel creato dall’onda, dal quale in pochi sanno uscire dritti e stabili, dominando la tavola, e lui si prepara, si prepara tutta la sua vita e poi ce la fa, trascinando nella sua musica, nel suo equilibrio e nella sua costanza, quelli che lo ascoltano, che lo sentono e che ci credono. E’ verità, leggera e potente, dolorosa e incorruttibile, vola a pelo d’acqua fuori dall’onda.

 Eloisa Guidarelli

 

Sai io non ghettizzo la musica che faccio io faccio musica,  però come artista se ci fosse una bella fusione tra il mio stile e il classico, faccio un esempio, io lo faccio, mi ci butto, in questo senso mi dico, non sono solo un rapper o uno che fa rap, sono Neves. Faccio musica.

 Luca Neves

 

 

“Sono nato qua”, titolo di una delle tue canzoni, è nata da una collaborazione con Amir Issaa, che come te sta portando avanti da anni la dura battaglia per la legge sulla cittadinanza, un forte connubio artistico che vi ha permesso attraverso la musica di fare comprendere a un vasto pubblico che cosa significa non avere una cittadinanza. Mi parli di questo incontro e della nascita di questo pezzo?”

Con Amir Issa è una cosa che va da molti anni, risale a 15 anni fa, quando mio fratello girava dalle parti del Flaminio, dove si incontrava molta gente della scena romana, mi parlava di questo Amir, quando ancora ero piccolo, lui già combatteva contro la discriminazione e per lo Ius soli, figlio di egiziano, mamma italiana, lui è un nome affermato nel rap, tutti lo conoscono Amir Issaa. Un giorno mi sono trovato in studio con il mio produttore e amico Steven One e gli ho fatto leggere il mio pezzo, gli dicevo: “sai manca qualcosa”, sentivo che mancava qualcosa, si pensava a una collaborazione e lui mi fa: “tu chi proporresti”? E io ho detto secondo me Amir. Amir, pilastro del rap, potenza musicale del rap. Lui è uno dei pochi che comunque canta di diritti, chi fa rap non può non denunciare le lotte dei fratelli, per questo mi ha fatto bene sentire solidarietà da certi rapper, mi disse: “io sono stato fortunato perché mia madre è italiana e questo mi ha permesso di viaggiare, di avere un medico, di spostarmi per lavorare, e mi sono immaginato invece come potevi stare tu nella tua vita” E così sono nate le parole del rap che dicono: “ … e se mia madre  ha fatto tutto per salvarmi/ ninna nanna sottovoce per non disturbarli/e adesso questi vorrebbero incatenarmi/schiavi della storia è la paura ad ammazzarli/è dare il potere in mano ad ignoranti/il loro unico orizzonte è il muro che c’hanno davanti” , dove per “muro che hanno davanti” si intende la burocrazia, lui parla della burocrazia, come muro che hanno davanti. Questo è stato inserito nel Docu Film di VICE da New York, dove si trovano l’ intervista e scene della registrazione “Sono nato qua”

Chiarezza nel linguaggio, disinvoltura, parole come bombe di protesta ma anche di pura poesia, un mix esplosivo, nel pezzo “La mia città"  dove dici:"Ti penso sempre quando sono solo/ la mia vita i miei pensieri mi capivi al volo” e ancora “non portare invidia” “porto l'amore dentro anche se non c'è", si sente la mancanza e la presenza di una figura per te importante e d’esempio che è stata tua madre. Cercare di essere una persona concentrata sull’amore, sui sentimenti che non portano odio o rancore, "porto amore anche se non c'è" è davvero una frase carica di significati, puoi parlarmi di questo testo?

 Tu hai capito bene, dove altri hanno visto metafore, sì è di mamma che parlo, motivo di forza di oggi, un soldato, veramente un soldato, è venuta a mancare nel 2013, lei è veramente motivo di tutto quello che faccio oggi, il motivo è lei, la forza è lei, tutto quello che faccio oggi è lei, Maria Araujo Jeltrudes, la chiamavano Cristallina. Quando dico “portare il sorriso anche se non c'è"  perché è così, io sono così, perché è vero che non ce l'ho io il sorriso ma lo porto. Immagina quando accade questo che tempesta di sentimenti che ci sono dentro. Nei confronti dell’invidia io penso sempre alle parole di mia madre, “tu lavora su di te”. Ci sarà sempre qualcuno più bravo di te, è normale, ma anzi incontrarlo è di stimolo per fare meglio. Questo mi è stato di grande aiuto, vedere le cose da questa prospettiva. “Africa Latina” è nato quando mia madre era in coma, nel 2013, con il rapper  Chiky Realeza, lui è una forza della natura incredibile, uno che davvero si dedica totalmente al lavoro ed è in grado di farti sentire tutte le emozioni. Mi ricorderò sempre quando si alzò da tavola facendo un discorso verso gente che mi accusava di affiancarmi a lui per interesse, eccetera, lui prese le difese mie, e disse a tutti che io sarei andato avanti con o senza di lui. Una stima reciproca, da quando ci siamo incontrati abbiamo capito il fuoco che ci lega. Questa solidarietà di alcuni rapper e amici mi ha fatto molto bene.

Una persona molto importante nella tua vita, un amico con il quale sei cresciuto e tuo produttore, in arte Steven One, in “Basta un sorriso” pezzo che avete registrato e cantato insieme. colpiscono le parole: “basta un sorriso contagioso/ cambia la realtà/ fai quello che senti senza perdere la dignità/ la verità è che si cambia per necessità/ più si cade in basso e con più forza ci si rialzerà” come in molti dei tuoi testi esiste il riscatto ma anche un profondo rispetto degli altri e della dignità stessa, come un monito a non perdersi, ma semmai a trovarsi, a reagire, c’è anche tanta speranza e voglia di guardare al futuro con positività,  parlami di questa collaborazione artistica.

Si è vero c’è in questo pezzo tutto questo, “Basta un sorriso” è una produzione di Steven One, Stefano Bartolucci in arte Steven One, lui è il mio produttore musicale, diciamo siamo cresciuti insieme, è quello che ha sempre creduto in me, sì, fa grande parte della mia vita, con la collaborazione di Frammento che è il nome d’arte di Lorenzo Ravagnani, il ritornello è il suo: “Basta un sorriso contagioso, cambia la realtà, fai quello che senti senza perdere la dignità, la verità è che si cambia per necessità, più si cade in basso e con più forza ci si rialzerà” lui è anche un bravo grafico e lì c’è una sua opera di una donna africana che ricorda proprio mamma africa, molto bella.

 Tu sai molte lingue, ti esprimi in Italiano, inglese e capoverdiamo nei tuoi pezzi rap, ma ci sono anche altre lingue? E’ molto bello sentire nei tuoi pezzi questa espressione multiculturale.

Sono sempre stato affascinato dall’inglese, non lo parlo ma sono sempre stato attratto, come dal rap americano, e lo inserisco anche nei testi. Altra lingua, alla quale sto lavorando è il francese, che mi ha sempre attratto, ad esempio c’erano dei termini che mi colpivano,  “Tant Pis”, parola che mi è rimasta impressa e ho provato a farne una canzone, nata così, riprende un po’ la Afro beat: “per poco non mi /Tant Pis”, dove Tant Pis è come dire un “Vabbè dov’è il problema?” “non importa” e ancora: “Qui in Italia  non tira un’aria buona, qui in Italia c’è bisogno di unione/ Tant Pis” (vabbè!) “Fuori dalla mia nazione…” poi parlo in capoverdiano e parlo anche lo spagnolo, e lì, per lo spagnolo, ho fatto molto pratica nella collaborazione con il rapper Chiky Realeza, perché in Africa Latina, da venerdì a domenica facevamo le sessioni con Chiky, io gli parlavo in capoverdiano e lui in spagnolo.

 Una curiosità come nasce il nome d’arte Fat Negga?

Questo nome d’arte è nato da un mio amico oggi architetto, lui ha questi capelli rasta, lui a vestirsi è il più stiloso a livello di cinquantenne ma a noi ci affascina, c’è molta allegria dietro questo nome d’arte, poi sai io sono sempre stato un po’ cicciotello, allora è nata così scherzando, eravamo tra amici e lui se ne esce e mi dice: “tu perché non ti chiami Fat Negga” ma era uno scherzo, solo che a me è piaciuto, e così è nato.

Da cinque anni al tuo fianco c’è una persona molto importante, la ballerina Hélène Mastroianni con la quale non solo condividi la vita ma anche il palcoscenico, siete infatti un duo artistico, mi parli di questa idea di performance che nasce da due espressioni artistiche molto forti?

Con Hélène ci siamo conosciuti a teatro, lavoriamo entrambi indipendentemente, abbiamo provato a fare un evento insieme, alla gente è piaciuto, e da allora abbiamo fatto altre trasferte insieme, abbiamo molto rispetto delle nostre discipline, ci troviamo bene e lavoriamo sodo.  Tra i progetti futuri avevamo pensato a un evento di “Fusion", una fusione tra evento culinario Italia  Capo Verde e diverse discipline artistiche. Volevamo coinvolgere molti artisti.

Hélène Mastroianni (ballerina, performer di danza aerea e acrobatica):

 - Desideriamo mostrare quel filo comune che ci lega tutti. E’ importante che l’arte sia un linguaggio leggibile, non vedere solo un genere, questo allarga l’orizzonte. Per quello che voglio comunicare posso decidere il tipo di danza più adatta: waterball, che è una danza all’interno di una grande sfera di plastica dove si fanno evoluzioni, in genere si usa in acqua perché è più spettacolare, o danza aerea con il cerchio.

Nella canzone Africa, le tue parole “mamma Africa ogni giorno sta piangendo/ porto ogni giorno l’Africa nel petto" sono davvero una dichiarazione d’amore verso l’Africa, in questa canzone sono anche nominati i grandi rivoluzionari e politici che hanno lottato per i diritti umani in Africa e nel mondo, contro discriminazioni e razzismo, da Mandela a Malcolm X a Martin Luther King, mi parli di questo pezzo e della collaborazione artistica con ft Fral  e Tmadel?

Sì, Madel è senegalese e sta a Roma, canta in senegalese, Fral canta giamaicano e ha questa grande passione per la Giamaica, dove è stato, ha imparato la lingua benissimo e se tu non sai che è di Roma, nato ad Ostia e lo senti cantare giamaicano, quasi non ci credi che è romano, Madel invece, rappresenta quel tipo di persona nel video, molto legata al denaro, o alla moda, che si lamenta perché non ha i soldi per andare a ballare e dice: “sabato sera senza soldi non si può andare in discoteca” e questo è identificabile in quello stile di vita chiamato “swag”. In questo video, proprio attraverso noi tre, Madel nel tipo “swag” legato al denaro, all’apparenza, a un certo tipo di vita più leggera, Fral canta giamaicano e incarna più lo stile e la filosofia reggae, e io rappresento lo stile rap, quindi tre modi di fare musica e anche tre stili di vita. Il messaggio è che non esiste un colore e non esiste una bandiera diversa, e mai quanto in questo video è rafforzato proprio questo concetto. Cos’è la nazionalità, la cittadinanza, cosa sono le bandiere, i confini, non esistono, in realtà non esiste niente di tutto questo perché siamo tutti uguali, questo è il messaggio, parliamo diverse lingue e tutti la stessa lingua, veniamo da diverse culture e siamo tutti la stessa cultura. “Mamma Africa ogni giorno sta piangendo/porto ogni giorno l’africa nel petto” non è un ritornello, può sembrare un ritornello anche dal tono con il quale viene cantato, come se si dovesse ripetere più volte, ma in realtà è una frase che viene detta una sola volta nella canzone, in questo caso si chiama “bridge”. In questo video ci siamo truccati noi in viso, abbiamo fatto tutto noi, per quanto riguarda i nomi importanti fatti nella canzone, da Mandela, Malcolm X, Martin Luther King, sì è la storia dell’Africa ma anche di quelle persone che hanno messo la vita fino all’ultima goccia di sangue.

Bellissimo ritmo Ba Pa Frent, Africa Latina, ogni tuo pezzo che ho sentito parla di diritti umani che mancano, c’è una rabbia che non è rivolta ad odiare mai, ma piuttosto a ripartire da zero, a ricostruire, è desiderio, speranza, rivendicazione dei meriti di ogni individuo, esorta a credere in se stessi, a lottare ed andare avanti.

Sì è così. Ba Pa Frent ha preso vita nella metro, guardi, fissi un punto e pensi: “nella mia vita ne ho viste tante”, ma vai avanti, “Ba Pa frent” vuol dire “vai avanti”, e questo si ripete in tutta la canzone, il messaggio è quello di rialzarsi sempre, altrimenti che fai? Allora vai avanti, nonostante ti accadano anche cose spiacevoli, terribili, vai avanti.

In Fatfloydmayweather, video in bianco e nero in collaborazione con Steven One e interprete insieme a te ritroviamo Hélène Mastroianni. Tu nomini spesso il grande Muhammad Alì, che significato ha avuto ed ha per te in questa canzone e nella vita?

In “Fatfloydmayweather”, ci sono il mio nome “Fat” e il cognome  “Mayweather”, “Floyd Mayweather” è un noto pugile statunitense, uno dei migliori, il mio riferimento. E’ famoso soprattutto per la maestria nello schivare i colpi, è velocissimo, e si mette in angolo, questa è una cosa che in genere i pugili non fanno, perché così facendo ti esponi e ti rendi più vulnerabile, ma lui invece lo fa e lo fa spesso, di regola, mettendo gli altri in posizione di svantaggio, in quanto lui è bravissimo a schivare, è velocissimo, e io l’ho preso come un esempio, il diventare agile, abile a schivare, quando la vita ti mette all’angolo. Ma in questa canzone cito anche Iron Mike, che si riferisce a Mike Tyson, e lui rappresenta invece la forza fisica e la determinazione e poi Muhammad Alì e lui è la rivoluzione. C’è un pezzo dove dico: “prendo le valigie voleremo insieme Iron Mike / Fat Negga” NC/un altro paio di ali Muhammad Alì” Quindi i pugili citati in realtà sono tre, tre grandissimi, ma se ti devo dire la verità quello nel quale mi rispecchio maggiormente è certamente Mayweather.

In Africamor senti le radici capoverdiane, sei italiano, romano, capoverdiano. E’ una bellissima canzone, colpisce il video dalla coreografia alla regia e passa un messaggio molto importante attraverso un’ironia intelligente.

Sì, in questa canzone si sente molto la tradizione capoverdiana, ci sono molti riferimenti in questo senso, ad esempio al piatto tradizionale di Capo Verde che è la Cachupa, poi la Caldera, sai quella grande pentola tipica. In realtà io sono stato a Capo Verde nella mia vita un’estate nel mese di luglio in una vacanza con i miei genitori e avevo 6 anni ed è stata l’unica volta fino ad ora. In questa canzone l’orgoglio capoverdiano lo facciamo sentire anche attraverso un importante rivoluzionario di Capo Verde, Amilcar Cabral, che fu un politico guineense, fondatore del Partito Africano per l’indipendenza della Guinea e delle Isole di Capo Verde dal Portogallo, lui nasce nel 1924 in Guinea, e muore assassinato nel 1973 nello stesso anno in cui la Guinea ottiene l’indipendenza dal Portogallo, la fine del colonialismo portoghese per il quale lottò tutta la vita. E fu un grandissimo rivoluzionario.

Madre terra è un video carico di importanti significati, che sembrano anche onirici, davvero questo è un video molto simbolico e le tue parole qui sono altre bombe, dolorose, parli anche dell’esperienza in carcere, chi è questo indigeno che vediamo nel video della canzone, qual’ è  il significato della carezza che ti fa al viso, dello scambio di oggetti, sembra suggerire un desiderio di ritorno alla madre terra, alle sue origini.

Si, in questo video c’è una provocazione, è come una rivisitazione della storia al contrario, invece della visione solita dell’uomo bianco che vede per la prima volta l’uomo nero, qui accade l'esatto contrario, per questo io sono vestito in quel modo strano, come i vecchi ricercatori, imitando un po’ quel genere, però in questo caso io sono nero, mentre qui l’uomo bianco è rappresentato come il nativo, indigeno locale,  è il guardare la storia da un’altra prospettiva. Ti obbliga a metterti nei panni dell’altro, a spostare i punti di vista e anche i punti di vista della storia. Per quanto riguarda invece il riferimento alla giornata in cella, veramente quel giorno c’era questa signora che mi ha detto: “E’ S. Gennaro” ed era come volesse dirmi, non ti accadrà nulla o ti proteggerà lui, ed era il 19 Settembre e c’era veramente S. Gennaro con me e c’ero io e c’erano loro. Dovevi vedere la freddezza, io chiedevo di fare una telefonata, a mio padre, per avvertirlo, rassicurarlo,  che non si preoccupasse. Sono venuto per farmi un documento e mi danno un foglio di via.  Una situazione assurda, mi trovo in una cella con altri, che tutti erano dentro per qualche motivo, che ne so, furto o aggressione o qualsiasi altra cosa, io ero l’unico dentro perché ero venuto per fare un documento, e quelli che stavano in cella con me mi chiedevano cosa avessi fatto. Mi hanno tenuto dalle 10.00 del mattino fino alle 20.00 di sera. Oggi questo foglio di via per fortuna non c’è più, ma significa vivere con la paura che da un giorno all'altro tu possa essere mandato a Capo Verde, che per assurdo non mi riconosce neppure come cittadino di Capo Verde perché io non sono nato lì, ma al Regina Elena di Roma.  In cella sono riuscito a fare un video di nascosto, ho filmato tutto. E’ nata così l’idea di farne una canzone e intitolarla S.Gennaro. (si riferisce a un pezzo ancora inedito)

E sempre in “Madre terra” fai riferimento al tuo essere Chef. Durante il lockdown hai fatto molte dirette con ricette creative, mi ricordo in particolare il panettone al Mango, molto richiesto e apprezzato. Cosa rappresenta per te l’arte del cucinare, l’essere Chef, cosa provi quando prepari o crei un nuovo piatto, ed è vero che hai un tuo modo di andare a ritmo durante le fasi di preparazione, le tue dirette di ricette sono sempre accompagnate dalla musica.

Era il panettone al cioccolato e mango, sì, se cucino e non c’è musica sento che qualcosa manca, quando c’è la musica è tutto bello, tutto perfetto, ti metti un cd e dalla prima traccia all’ultima finisci il piatto, ed è un bel viaggio a ritmo di musica, poi ti può venire l’ispirazione di assaggiarlo in un certo momento della canzone e decidi di cambiare qualcosa, aiuta l’ispirazione, quando parlo di ritmo di musica intendo andare in sintonia con il cibo, è come ballare con una persona quando c’è sintonia. Anche i rumori della cucina sono musica, perché crei suoni continuamente, un mestolo, un cucchiaio che sbatte, coperchi, tegami, fai suoni, rumori non cercati, ma con la musica creano una sinfonia, un insieme, finiscono per fare parte della musica che ti accompagna. Per il panettone c’è stato un vero team di lavoro, per quanto riguarda le confezioni, il logo, le lettere allegate di auguri, è andata davvero molto bene, è molto piaciuto.

So che tu hai avuto offerte anche all’Estero per quanto riguarda collaborazioni importanti a livello musicale e so che il non avere i documenti in regola ti impedisce molte opportunità lavorative, anche dal punto di vista del tuo lavoro di Chef, il non avere la cittadinanza, che ti spetterebbe di diritto, ha creato grossi ostacoli lavorativi o in certi casi l’impossibilità proprio di esercitare il tuo lavoro. Cosa significa, nella vita pratica, non avere i documenti in regola?

Vieni chiamato per andare a suonare fuori, e questo significa fare conoscere la tua musica, ma anche avere un guadagno e conoscere delle persone, avere scambi culturali importanti, potere fare progetti, possibilità, magari ti arriva una proposta e saresti pagato tu, il viaggio, lo staff, eccetera e devi rinunciare a tutto perché non puoi viaggiare, non puoi prendere un aereo senza una cittadinanza e un permesso di soggiorno. Fare lo Chef  e non avere i documenti in regola significa che possono sempre decidere come pagarti, mi è capitato, ad esempio, che mi pagassero a rate,  o che non mi pagassero affatto, sicuri che non avrei fatto alcun ricorso o denuncia, oppure mi è capitato mi avessero conteggiato e pagato meno lavoro di quello che mi spettava. Significa non essere tutelati, puoi subire mobbing e ricatti. Ho incontrato anche belle persone, chiaramente, che davvero mi hanno aiutato e offerto lavoro onestamente, con le quali mi sono trovato benissimo, ma resti in una posizione di fragilità e vulnerabilità.




Luca Neves con Stefano Bartolucci in arte "Steven One"




Con Hélènne Mastroianni ballerina e performer danza aerea e acrobatica







Biografia artistica Luca Neves

2009 live murua 69/

Civico 29/la strada /Marino centro sociale

2010 live la strada /alcatraz (Roma) /contest musicali /

2011 live teatro rione “shekspear a parte” con l’accademia l’arte nel cuore.

2012
Live centro sociale auro e Marco /

2014

Ba pa frente  Biografia artistica

2009 live murua 69/

Civico 29/la strada /Marino centro sociale

2010 live la strada /alcatraz (Roma) /contest musicali /

2011 live teatro rione “shekspear a parte” con l’accademia l’arte nel cuore

2012
Live centro sociale auro e Marco /

 2013

Africa Latina
Fat Negga, Vato El cholo e Chiky Realeza

https://youtu.be/Bqy1MKKxbFA

2014

Ba pa frente  - Primo singolo tratto dal street album Capoverde in progress

https://youtu.be/zj8srU20tcg

2015

Africamor -  Nuovo singolo Fat Nigga estretto dal street album Capoverde in progress AFRICAMOR  ROMAFRICA

Africamor

https://youtu.be/w2NXmSOOGvU

2015

Prod Delgado – (Street Video)

Katastrophen

https://youtu.be/saGqt0aZ9j4

2015

Basta un sorriso – Frammento & Fat Negga – Prod Steven One

https://youtu.be/j73g2jr-oBE

2015

Nes night nel progetto musicale
Di Steven One “knowkcout”

https://youtu.be/B852T_oHg5g

2016

Conexao – Fat Negga ft. Koyf

https://youtu.be/EEOA681yxIA

2016

Kese Films –Life a short Gorillaz Story Regia Adriano Agostinacchio

Video Docu del nuovo show della #GorillazProduction – ospiti Festival internazionale della danza e delle danze (Dir. Maria Pia Liotta)

2016

Fat Negga ft. Fral - PANDA remix

https://youtu.be/A_LF1t1A5Pw

2016

Frammento

Fat Negga - Dj Fast Cut agli Scratch - prodotto da Sukhà

2017

Vuoi rubarmi l’anima Fat Negga – Prod Steven One

https://youtu.be/TSP-JTKzOVk

2017 Africa – (Fat Negga ft Fral Tmadel) Direct editing by Agostinacchio Aka Kese Films – Assistant Davide Michelangeli

https://youtu.be/c2T-zTHhJ2c

2017

Fatfloydmayweather
Base Steven one – Fat Negga – con Hélène Mastroianni - riprese Adriano Agostinacchio Films https://youtu.be/TxEh0wGBpHY

2018

Parlate alle mie spalle -  Fat Negga Script/Direct/Editing By Adriano Agostinacchio Mix and Master; Edoardo Castagna aka Kistudio

https://www.facebook.com/100000211120290/posts/2008941882456163/?d=n

2020

Madre terra

https://youtu.be/oa19U4XrPgA

 2020

Sono nato qua

Fat Negga - Amir Issaa

https://youtu.be/YdApS5kd0Kw

2020

Meglio di ieri

Frammento & Fat Negga

https://youtu.be/y8hfKz1G9Eo


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