IL BISOGNO DI UN FINALE - PARTE TERZA
EHI ESCE DI SCENA SCONSOLATO.
Ehi – Mi
avrete sulla coscienza! (tra sé) Se ce l’avete una coscienza.
TUTTI E TRE SONO A OCCHI BASSI SUL TAVOLO, NON SI
GUARDANO, SILENZIO.
Max - (assorto nei suoi pensieri) Potrei
intitolarla “il bordello”.
Regista – Per
carità Max, anche se sei uno scrittore, vedi di non prendere tutto ciò che dico
alla lettera.
Max - Brutto segno se ancora non ho trovato un
titolo, (scuotendo la testa amareggiato) trovo sempre prima il titolo,
prima che ci sia la storia da raccontare, è dal titolo che nasce! Brutta
storia, non so mica se ci sarà un finale senza ancora un titolo. (Si rende
conto che tutti lo stanno guardando perplessi e preoccupati, verso il regista)
Guarda che io, io ti odio perché ti stimo! (tutti lo guardano sconcertati) So
che è difficile da capire ma, io ho dato questo testo a te, a te non a un
altro, a te l’ho dato. ( Si perde) Perché? Perché, (temporeggia)
perché l’ho dato a te? (cerca di recuperare con astuzia) Perché l’ho
dato a te ti sarai chiesto! Anche perché sei l’unico regista che conosco, é
vero, come negarlo ma, non è questo il
punto, io lo avrei dato comunque a te, perché so che tu credi in me, e questo… (Max
é impacciato, alza la voce per scuotere il regista che é rimasto impassibile) La
mia sofferenza è doppia! Poniamo che tu fossi un regista che non stimo, potrei
prendere il mio testo e andarmene, dire la cosa non mi interessa, ridere alle
tue critiche, gioire di tutto il resto e fregarmene perché se non credessi in te cosa me ne fregherebbe
di un giudizio negativo o positivo anche, se appunto io non credessi in te. Mi diresti che non sono un professionista? (Butta il copione in aria e urla)
E chi se ne frega! Che il testo fa schifo? (Prende il copione di Alex e lo
butta in aria urlando) E chi se ne frega! Che una scena d’amore non
c’entra? ((Prende il copione di Ehi
e lo tira in aria, urlando) E chi se ne frega!
Regista – Sai
Max, un copione che cade a terra a teatro porta sfiga, un’enorme sfiga! Ne hai
fatti cadere almeno tre, quindi prima di continuare dovresti battere ogni
copione per terra tre volte!
SILENZIO DI GHIACCIO, MAX LO GUARDA MORTALMENTE
OFFESO.
Ehi – (Dalle
quinte al colmo della più sincera meraviglia) Che enorme cazzata!
Regista – (Verso
Ehi) Taci! Max, vuoi per favore battere questi copioni tre volte a testa
per terra!?
MAX ESEGUE MALVOLENTIERI GUARDANDO IL REGISTA CON
ODIO OGNI VOLTA CHE RIPONE UN COPIONE SUL TAVOLO.
Ehi – (Dalle quinte, parlando ad alta voce)
Certo che questa gente di teatro è superstiziosa quasi a livello di paranoia,
non si fischia sul palcoscenico, non ci si veste di viola, non puoi fare cadere
il copione, l’unica cosa sana e sensata è toccarsi il culo prima di entrare in
scena, che poi è per questo che la maggior parte della gente fa teatro!
NESSUNO CONSIDERA EHI, MAX CONTINUA IL SUO DISCORSO
AMAREGGIATO MA DETERMINATO.
Max - Ho scritto e ti ho dato me, quando hai
cominciato a tagliare e spostare e aggiungere e, io non ero pronto, non lo ero,
non lo sarò mai temo, soffrivo perché pensavo, io lo stimo anche, io lo stimo e
gli credo persino. Io gli credo, non é mica un regista come un altro, é anche
uno che stimo, cazzo! (Urla) Porca puttana non riuscivo neppure a odiarti e
quando ci riuscivo mi sentivo in colpa! (Come in trance) E’ pure uno in
cui credo, mi dicevo, perché allora mi ferisce sapendo di farlo? Mi chiedevo,
perché non mi parla? Mi dicevo, perché non si fida! Mi rispondevo! Perché mi
esclude? Mi ripetevo, perché non sono degno! Mi rispondevo! (Urla) Cazzo
solo un dialogo volevo! Che schifo incazzarsi in rima! (Si calma) Ma non
capisci che per un autore é come vedere un figlio che se ne va, non si é mai
pronti a vederlo andare solo, magari cresce in fretta, magari fa tutto ciò che
non avremmo mai voluto facesse e… possiamo solo guardare. (Urla) Neanche
il tempo di capire e me lo hai portato
via, neanche gli avevo fatto le dovute raccomandazioni, non gli avevo detto di
non fidarsi dei registi, non gli avevo dato la merenda, non gli avevo dato un
bacio, non gli avevo detto di usare le precauzioni, non gli
avevo mica detto di tornare presto la sera e di non correre e di mangiare e… (si
rende conto per un attimo e guarda le facce sconvolte di tutti, poi quella
disgustata del regista, si calma di nuovo) Capite, giorni d’ansia per lui, una vita per lui, scegliere il titolo, il carattere che gli sta bene, magari quando
é più grande una copertina e l’ultimo
regalo che gli dobbiamo é lasciarlo andare, lasciare che si faccia una sua
identità di (pausa) copione. (Urla) Facile a dirsi per un figlio!
(Amareggiato) Ma non per la mia commedia.
Regista –
Disgustoso! Raccapricciante, patetico, folle, presuntuoso.
Ehi – (Urlando fuori scena) Da
esibizionisti del cazzo!
TUTTI, URLANDO:
-
Taci!
Max – La
stiamo facendo troppo seria?
Regista – Sei
tu l’autore Max, fai qualcosa!
IN QUEL MOMENTO ENTRA EHI, HA CORSO, CERCA DI
PRENDERE IL RESPIRO, HA QUASI UN ATTACCO D’ASMA, SI SFORZA DI COMUNICARE UNA
NOTIZIA URGENTE:
Ehi – (Ansimante)
Presto, presto sta arrivando l’uomo della
S . I . A . E !
TUTTI HANNO UN UNICO RIFLESSO IMMEDIATO E QUASI
CONTEMPORANEO: NASCONDERE I COPIONI E TIRARE FUORI CARTE DA GIOCO, UN LIBRO E
UNA RIVISTA, EHI SI GUARDA ATTORNO TERRORIZZATO.
Regista - Mi raccomando manteniamo la calma. Faremo
come sempre! Inventatevi tutti un mestiere, basta che non abbia nulla a che
vedere con il teatro, siate convincenti, assumete un aspetto tranquillo e
sereno, so che è dura! Ricordate non stiamo per mettere in scena nessuna
commedia (tra sé) e visto come vanno le cose, magari diciamo pure la verità!
Eccolo!
ENTRA L’UOMO DELLA SIAE IMPETTITO, RIGIDO, FISCALE E
VESTITO COME UN CONTROLLORE DEI TRENI.
Uomo della siae
- Buongiorno!
TUTTI ALZANO LE MANI COME MINACCIATI DA UNA PISTOLA.
Uomo della siae
- Riposo, prego! Normale controllo che
usiamo fare a teatro.
Ehi –
Quale teatro?
Regista – (Dandogli
un calcio da sotto il tavolo e bisbigliando) Non esagerare!
Ehi – (Supplicando) So che c’é una multa
per questo ma, sia comprensivo, non ho
obliterato quando sono entrato.
L’uomo della siae – Ah! Non si preoccupi, quella di obliterare il
biglietto prima di entrare e prima di uscire da un teatro è una proposta di
legge che andrà in vigore dall’anno prossimo, con multe salatissime! Comunque
per ora può rilassarsi, bene voi siete gli attori?
CORO DI TUTTI:
-
(Urlando) NO!
Regista – Siamo amici, ci troviamo solitamente a
teatro, ecco!
Uomo della siae
- Lei ha tutto l’aspetto di un regista
. (Studiandolo)
Max – (Tra
sé) Colpa dell’impermeabile.
Uomo della siae - (Rivolto verso Max) E lei
dell’autore, coraggio a quando il lieto evento?
TUTTI LO GUARDANO MALISSIMO.
Max – Non
ci sarà nessun evento, soprattutto lieto!
Uomo della siae
– (Stucchevole verso Max) Capisco, non si sono ancora rotte le acque,
l’autore è in attesa!
Max – Già (sprezzante)
in compenso a tutti si sono rotti i coglioni!
Uomo della siae – Brutale! Come tutti gli artisti! Bella ragazza, (verso
Alex) l’attrice?
Ehi –
(Ha una crisi isterica, urla) Lo sa, sa tutto! Gioca, gioca come il gatto
col topo! Perché non la facciamo finita, ci metteranno tutti dentro, tutti.
ALEX TAPPA LA BOCCA AD EHI.
Alex - Scusatelo, soffre di manie di persecuzione!
Regista – (Tra
i denti minacciando con lo sguardo Ehi) Tra poco soffrirà solo di
persecuzione!
Uomo della siae
- Bene, fuori il copione! (Silenzio)
Una locandina, le date le avrete no? (silenzio, nessuno fa un gesto) A
quanto il costo dei biglietti? (silenzio) Avete detto il numero di
serate? (silenzio) Perché pensate di replicare, vero?
Max –
Guardi che si sta sbagliando, io non sono uno scrittore, guardi sto leggendo (mostra
il libro) e si sa che chi legge non scrive! Ha provato a fare tutte e due
insieme? Lui, capisco che ne ha l’aspetto e per questo ha tutta la mia
comprensione, ma non è un regista, lui é…
é… uno scommettitore, sa il vizio del gioco e, lei, (sognante)
lei, beh lei, fa l’assistente sociale e, lui, lui… (con disprezzo) lui
è il caso sociale appunto! Come vede la realtà è meno interessante ma, è più reale, ecco.
Uomo della siae
– E cosa ci fate tutti a teatro?
Regista –
Guardi, si giocava a scala quaranta, se vuole restare, o se vuole proporre un
altro gioco… E’ un teatro adatto per giocare, anche a carte, c’è silenzio,
spazio per le penitenze, ci si concentra, ci veniamo spesso, forse anche domani
per dire, certo se riusciamo sempre a combinare con gli impegni, capisce?
Uomo della siae
– Eppure, quello che si sta svolgendo
qui ha tutto l’aspetto di una commedia, persino il pubblico! (guarda il
pubblico) Come la mettete col pubblico?
Max – Ma quale pubblico, guardate bene è gente che prega! Vengono spesso, troppa
gente in chiesa capite? E poca a teatro, così la gente si è spostata a pregare
nei teatri, adatti anche, non trova?
Regista – Già
è così provi ad andare in chiesa e forse là troverà chi recita!
Uomo della siae
– Bene, comunque devo perquisirvi, è la legge!
Max – Ma
non siamo armati!
Uomo della siae – Al di là
del fatto che anche se lo foste non me lo direste, (secca risata) ha! Io non cerco armi normali, cerco copioni!
Regista – Ma
dove vuole che si riesca a nascondere un copione addosso!
Uomo della siae
– Ho anni di servizio alle spalle signore e,
non mi faccia parlare, ho visto artisti nascondere i copioni ovunque, li
ho visti ingoiare le pagine intere perché fossero ancora leggibili, (pausa)
dopo! E non mi faccia andare oltre, ho visto attrici nascondere oggetti di
scena…
Max –
Lasci perdere, abbiamo intuito.
Uomo della siae
– Per ora vi perquisirò esternamente, diciamo, perché spero che ancora non vi
siate ingoiati niente, e vedete di non farlo! Dopo le perquisizioni sono più
antipatiche e non si dimenticano facilmente e, comunque potrei anche farvi una
radiografia e sarebbe umiliante trovarvi le pagine scritte galleggiarvi dentro
come su una lavagna luminosa.
LI PERQUISISCE UNO AD UNO, SOFFERMANDOSI SU ALEX.
Uomo della siae
– Direi che siete puliti! Tornerò quando meno ve lo aspettate e se su quel
tavolo troverò copioni per voi sarà la fine! Riconosco immediatamente attori,
registi e autori, riconosco gli artisti
ovunque, ci addestrano, come i cani da tartufo! Siamo addestrati per questo!
Max – (Urla) Se farò mai uno spettacolo devolverò
tutto in beneficenza, andrò su Marte, o sulla luna! Dove le sanguisughe come te
non mi toglieranno il sangue! Parassita!
Uomo della siae
– Classico discorso d’autore! Scrivete alle spalle dello stato, chiedete di
proteggere le vostre opere e poi non volete pagare!
L’UOMO SE NE ESCE MENTRE TUTTI TENGONO MAX PER LE
BRACCIA CHE CONTINUA A SCALCIARE.
Max –
Usuraio!
Ehi –
Dobbiamo essere uniti!
TUTTI IN CORO:
-
Assolutamente.
BUIO. VEDIAMO ENTRARE IN SCENA ALEX IN PUNTA DI PIEDI, SI GUARDA ALLE
SPALLE, AI LATI, E’ AGITATISSIMA,
CONTINUA A GUARDARSI INTORNO MENTRE AVANZA, GUARDA L’OROLOGIO.
Alex
– (sottovoce) Max, Max ci sei?
ENTRA MAX FURTIVO, SI GUARDA ALLE SPALLE, POI ABBAGLIATO
DA ALEX LE CORRE INCONTRO E SI ABBRACCIANO.
Max –
Quanto tempo abbiamo?
Alex – Poco
é la pausa delle prove. (Alex parla
a testa bassa cercando di nascondere la faccia)
Max – Alex,
cos’ hai fatto? (scorgendo un occhio nero)
Alex –
Niente, è che sono innamorata, penso sempre a te e, quando ho sbagliato per la
decima volta i saluti…
Max – I
saluti? Sta montando i saluti ma se sto cercando ancora il finale!
Alex – Lo
sai che lui ci tiene ai saluti, ha detto che vuole cominciare per tempo, per
non trascurare nulla. Quanto durerà circa la tua commedia?
Max – Beh,
manca il finale, comunque non supererà un’ora credo, un’ora e mezza forse.
Alex –
Ecco, due con i saluti!
Max –
Alex, povera Alex, ma come fai a sbagliare i saluti? (Ripensandoci dopo,
urla) Mezz’ora di saluti?
Alex –
Sapessi cosa ha montato, cominciano con una marcia militare, (pausa,
riflette) incrociata, Ehi pensava di calarlo dal soffitto, un sistema di
carrucole, poi vedrai, io dopo una serie di evoluzioni acrobatiche dovrei
terminare con un tuffo carpiato dal palcoscenico e cadere in piedi, il tutto
sempre sorridendo, dice che non si deve vedere la fatica di un attore, mai.
Max - (interrompendo)
Basta così, non voglio neanche sentire. Sono disperato, non riesco più a scrivere niente di sensato
e tu compari sotto tutte le forme, sembra che ti sei alleata con le
parole, a te fanno sempre spazio, ma se
consegno altri fogli su di te lui, mi uccide! (pausa, riflette) Ha
ragione, e se avesse ragione? Non siamo professionisti, ci vediamo di nascosto
e non rendiamo più.
Alex – (rapita,
dopo una lunga pausa) Sei un maestro. Non so ancora di cosa, però per me lo
sei, come i maestri metti soggezione. Sei sotto il suo mirino e io sotto il tuo
e noi (pausa, guarda il pubblico) sotto
i loro! Niente di nuovo quindi. Forse se fossi un uomo sarei come te. Sei la
mia parte maschile? Ho pensato a noi Max, non potremmo stare insieme mai, per
il semplice fatto che non possiamo mentirci. Siamo come allo specchio. (Come
in trance) Siamo prede in fuga col fiato nemico sul collo. Siamo già una
provocazione. Siamo oltre. Non lo freghi un tuo simile. Lo sai Max cosa sono i
suoi occhi, gli occhi del regista? (Alex si avvicina a Max come per un bacio mentre continua a
parlargli all’orecchio) sono metal
– detector. Quando avremo una tregua? Mai. Lo so mai. Sarebbe adeguarsi.
Sarebbe convincersi. Sarebbe la fine. Ci siamo. Siamo ancora in guerra. Siamo
ancora alleati. No. Non sei cambiato. No non mi hanno cambiata. No non ci hanno
cambiati. Abbiamo ancora i loro morsi, sento affondare ogni giorno i loro
denti, ci strapperanno, un giorno le idee come brandelli di carne?
Max – (interdetto,
dopo una lunga pausa) Chi i registi? Sai cosa mi piace di te Alex ? Che ciò
che dici non c’entra mai un cazzo con niente! No (l’abbraccia) le idee
no, nessuno te le può strappare a morsi e ingoiare. Meno male, non trovi?
Alex – Già,
meno male. Devi concentrarti su Ehi, dagli un cuore, un’anima, un motivo!
Parlagli, cerca di capirlo, di incontrarlo, affrontalo Max!
Max – Non
ce la faccio, rappresenta il disimpegno per uno scrittore! E il regista che
taglia tutto, si è fissato e ne vuole fare il personaggio principale! Te lo
figuri? Un pervertito! Non credo che ne uscirò illeso questa volta, questa
volta dal manicomio non mi salva nessuno.
Alex –
Fagli fare un gesto importante che lo riscatti, lui soffre!
Max –
Alex, ragiona come posso riscattare uno che in scena si presenta a brache
calate, come? E’ uscito l’esibizionismo che è in me e, io ora me ne vergogno
solo, lo disprezzo, sono caduto nel piccolo, solito concetto maschile che tutto
si misura col… col… non riesco neanche
a dirlo.
Alex – Max,
ne hai fatto un eroe femminile, una specie di Superman!
Max – Tu
sei ciò che di più bello ha creato la mia immaginazione.
Alex – Ma
tu devi accettarci tutti! Devi accettare tutti i lati di te stesso.
Max –
Alex, risparmiami la psicologia e lasciami da solo con i lati di me stesso che
mi fanno schifo, grazie. Non sai quanto ci tengo!
Alex - (uscendo) Ciao, e non scrivere più
di me!
ALEX E’ USCITA DI SCENA, MAX E’ SOLO SEDUTO SULLE
SCALE E IMMENSAMENTE TRISTE.
Max – (Parlando
ad alta voce tra sé) Superman, colpa dell’educazione che danno a noi maschi
fin da bambini, e tutti quei giochi basati su quello, Max, Max facciamo a chi
piscia più lontano! Max, si gioca al dottore, corri! Si conta fino a tre e ci
si tira giù le mutande e, (pausa) c’è
sempre la stronza che non lo fa, ma in compenso alla vista del tuo non la
smette più di ridere!
IN QUEL MOMENTO ENTRA EHI.
Ehi –
Brutta faccenda quando le donne ridono!
Max – Come
ti permetti di ascoltare i miei pensieri! Non ti sei neanche scelto un nome.
Ehi – Non
hai mai avuto intenzione di darmelo!
Max –
Pensavo che il regista ti avrebbe tagliato immediatamente, invece mi sbagliavo
anche su questo!
Ehi – Non
capisco il tuo odio, sei razzista? Che poi tutti i personaggi perseguitati
ingiustamente come me, possono solo riscuotere grande simpatia!
Max – Io
non so cosa stai a rappresentare, non so da quale zona recondita della mia
psiche sei uscito, non so cos’altro scrivere di te.
Ehi – (singhiozza)
Ma lo vedi che hai creato un mostro? Hai portato tutta l’attenzione sull’arnese
e hai fatto di me solo un cretino che non fai neppure parlare, uno zombi, (urla)
uno zombi esibizionista, l’ho sentito il regista, l’ho sentito il regista cosa
credi? (rassegnato) Invece io ho anche un cuore e un cervello e
un’anima, ecco!
Max – Ah
si? E quando l’ho scritto questo eh? Sta a vedere che adesso tu e tutti i
personaggi vi scrivete da soli, sta a vedere! (Aggredendolo) Mi stai
facendo fretta? Mi serve tempo, ho cominciato male con te, come faccio a
tornare indietro, sei un esibizionista nero su bianco, non sei altro, (urla)
vattene! Andatevene tutti e lasciatemi in pace!
Ehi – Il
regista ha aggiunto due righe, sono sensibile, ho un cuore e una testa, ecco. (Max
lo guarda sconvolto) Non volevo
dirtelo per non farti soffrire.
Max – (umiliato) Cosa ci
faccio qui, cosa!
MAX ESCE.
EHI RIMANE SOLO SI SIEDE SULLE SCALE, LA TESTA TRA LE MANI, ENTRA ALEX E GLI SI SIEDE ACCANTO.
Alex – Tutto bene?
Ehi – No, sono così depresso e mi sento in colpa perché non so se Max ha
scritto che sono un depresso.
Alex –
Max non è una persona facile, ma non
credo che ti odi.
Ehi – Non
odierà te, lui ti ama, il regista ancora non l’ho capito, lo odia o lo stima o
tutte e due o lo odia perché lo stima o lo stima perché lo odia, boh! Chi lo
capisce é bravo, e comunque vedi, per quanto mi riguarda lui non mi odia e non
mi stima, gli sono completamente indifferente! Sono uno sbaglio, uno non degno.
Io voglio tagliarmi, mi taglio da solo, ecco!
Alex – Non
puoi, anch’io volevo andarmene, ma possiamo solo aspettare il finale.
Ehi – (si
guarda in mezzo alle gambe) Ho solo
una certezza.
Alex – (lo
guarda imbarazzata) Già, sai molti uomini vorrebbero avere questa certezza!
(Tra sé) Anche molte donne, credo.
Ehi – Sei
così buona, Max ha messo il meglio di sé in te, (pausa) posso fartelo vedere?
Alex – Se
può aiutarti a stare meglio, va bene.
EHI SEMPRE DI SPALLE AL PUBBLICO E DI FRONTE AD ALEX
SI APRE IL CAPPOTTO.
Alex – (sospirando
estasiata) Ridai fiducia nel mondo!
IN QUELL’ISTANTE ENTRA MAX CHE CORRE ADDOSSO A EHI
COME UNA FURIA GLI SI AGGRAPPA AL BAVERO DEL CAPPOTTO E COMINCIA A SCUOTERLO
URLANDO:
Max – Io
ti uccido con le mie mani! Maniaco, eccolo il finale, correte per vedere il
finale, l’uccido!
Alex – (saltellandogli
intorno preoccupata) Lascialo, lascialo lo faceva per sollevarsi, è solo
depresso, lascialo!
Max –
Depresso? (inferocito) Non l’ho mai scritto, a lui quello che gli si
solleva non è il morale (lo riafferra meglio e lo scuote di più) Te lo
faccio vedere io, dovevi stare lontano da lei, è una delle poche cose sulle
quali io e il regista siamo pienamente d’accordo! Chiaro?
Alex –
Basta! Lascialo (pausa) Max sei invidioso, ecco!
MAX A QUELLA PAROLA ESITA, LASCIA EHI CHE SI SISTEMA
IL BAVERO E SI RIALLACCIA I PANTALONI, SI GIRA LENTO VERSO ALEX E LE VA
INCONTRO CON OCCHI DI FUOCO.
Max – (in
falsetto) Cos’hai detto? Che cosa hai osato dire? (urla) Ti descrivo
come una creatura ultraterrena e romantica e ti abbassi a paragoni così
terrestri, da portuale? Ho sentito bene?
Alex – (arretrando)
Ma.. tu… tu… hai detto che ero ribelle,
che ti piacevo per quest… che…
Max – (urla)
Ribelle non puttana! Se penso tanto alle parole che scrivo ci sarà un motivo!
Ehi – (petulante)
Ha detto che le ridò fiducia nel mondo.
Max –
Taci, schifoso! Dimmi che non é vero Alex, dimmi che non è vero e io crederò a
te, dillo!
Alex – (urla)
No è vero! Mi ridà fiducia nel mondo, non hai mica scritto di me che sono
una bigotta, puritana no? Non hai specificato ancora nulla di me! Tu sai
parlare bene Max, tu sei un filosofo, un poeta, tu filosofeggi, filosofeggi,
descrivi, descrivi, ma lui ha…
Max –
Zitta! Alex, non sporcarti la bocca di quella parola!
Alex – Non
la dirò, (Alex continua a indietreggiare col fiato grosso) Ma lui… ha…
Max – Ti
proibisco di fare gesti!
Alex –
Perchè non affrontare la realtà? (Urla) Lui ha (sognante) il più
bell’arnese…
Max – (cade
in ginocchio e urla) Dove hai imparato a dirlo!? Hai rovinato tutto, tutto!
Eri il personaggio più bello che io abbia mai potuto sognare, hai distrutto un
mito, un ideale di donna, un esempio! Alex! Perché non impari a mentire, quando
serve, come tutte le donne, perché sei così dannatamente sincera!
Alex – Max,
un uomo senza arnese é come la terra senza il sole, voi ruotate intorno al
vostro arnese, è la vostra identità, ammettilo, noi donne abbiamo sempre
sbagliato nel cercare di dare importanza al resto, nell’innamorarci dei vostri
pensieri, o delle vostre parole, perché persino i vostri pensieri e le vostre
parole sono comandate dal vostro pisello. Capisci? Tutti abbiamo sbagliato, se
nella donna tutti gli stimoli partono da comandi del cervello, nell’uomo
partono da impulsi del pisello! Ma non ve ne facciamo più una colpa. E’ una
questione di genere, e a questo punto allora l’importante è almeno che siate
degni di un bell’arnese, visto che è lui a dirigere la vostra vita, a tenervi
al guinzaglio, e voi lo seguite ovunque, e tu hai scritto di lui (indica
Ehi) senza ipocrisia e adesso lo disprezzi, io invece lo ammiro. Un uomo
senza arnese è un cieco senza bastone.
Ehi –
Nietzsche?
Max –
Basta, Alex per sciacquarti la bocca ci vorrebbe una cisterna di detersivo, ti
lascio ai tuoi misteri sull’universo, hai fatto abbastanza per oggi.
ECHEGGIA UN URLO CHE PARALIZZA TUTTI QUANTI.
-
Riunione di compagnia!
DI NUOVO LA SOLITA SCENA, SONO TUTTI AL TAVOLO
PRIGIONIERI DELL’IMMENSA PAUSA REGISTICA PRIMA DI COMINCIARE.
Regista – (prende
un ampio respiro) Lavoro con dei deficienti! Max, questi fogli?
Max – Dev…
devo ritoccarli, ecco. Parlano d’amore, a tratti eh? Sì purtroppo mi escono!
IL REGISTA LO FULMINA CON LO SGUARDO.
Max - Un pochino parlano d’amore, come nei film
c’è sempre la scena di sesso, ci vuole soprattutto se non c’entra! (arrampicandosi
sugli specchi) Facile scrivere in maniera coerente, invece io vado contro
corrente, facile farsi uno specchietto dove ho un’idea più o meno centrale, un
finale magari, no? (pausa, si risponde da solo) No! uno parte e scrive e
se è uno scrittore è lì che si vede! (riflette)Tipo il finale, che cazzo
vuol dire? Tutti si aspettano un finale, cos’é tutta questa voglia di finire,
nella vita io ho continue esperienze che non hanno un finale, che sono finite
così, troncate dagli eventi! Non c’è musica, non c’è morale, non si chiude e
apre nessun dibattito, non vengo avanti per prendere i saluti. I finali li
inventiamo noi, ma la vita è un flusso senza fine. Hanno tutti fretta di
morire, ecco cos’é, guai a non avere le conclusioni, a non segnare un punto, la
gente non ci dormirebbe la notte, beh! E’ venuto il momento di scuotere
l’opinione pubblica, non è lo scrittore che si deve adeguare ai desideri di
nessuno, ma il pubblico si adeguerà ai desideri dello scrittore. Tu mi dici che
la scena d’amore non c’entra? Per questo io la metto!(pausa lunghissima il
regista lo squadra minaccioso) Arte! Licenza poetica?
Regista – Max?
Max – (stringendo
i denti) Sì?
Regista – Fa
schifo!
Max – (cercando
di pararsi il culo con la filosofia) Schifo! Ma cos’è lo schifo? E in base
a cosa stabiliamo che una cosa fa schifo e l’altra no? Cose che fanno schifo a
una persona potrebbero piacere a un’altra, giusto? E quindi il punto è
chiedersi perché ! Perché dico questo? Mi fa schifo veramente o è una mia
difesa verso ciò che non conosco, ciò che mi è ignoto, o solo che è diverso,
come un ragno ad esempio, che spesso ci fa schifo ma, il punto è (pausa)
il ragno cosa pensa di me? (Non avendo riscosso alcuna approvazione ma solo
uno sguardo sdegnato del regista, prosegue su un’altra strada) Un autore
non si scompone davanti alla critica, soprattutto quando ancora non è andata in
scena la commedia e manca il finale. (Immensa pausa) Bene, cercherò un
finale ma non perché credo sia giusto, logico o opportuno
e tanto meno perché lo dici tu! Lo troverò perché la gente non è ancora pronta
per la mia scrittura d’avanguardia, ecco.