domenica 24 febbraio 2019

Africa





AFRICA


Corallo nero,
madre fatta di terra,
spirito d’acqua e foreste,
sale marino e ferite,
indurite dal vento e dalle proteste,
dignità fiera
quando i tuoi figli guardano il cielo
battezzati da un mare senza risposte
sclera bianca, taglio di luna
preghiera amara
dannata fortuna
censura nella tortura
sono figlia illegittima di un'Africa mai vista,
mi cresce dentro in ogni momento,
apri le tue mani dove la linea della vita ha racchiuso nel pugno
carezze lontane,
io sono  fatta di pinete e rosmarino,
erbe di macchia,
muschio sulla roccia,
allargo le tue dita e mi chiedo osservando questo  nido vuoto
cos’è la bellezza,
di quale materia è fatta,
perché si annida spesso nelle pieghe del dolore?
In quella dignità
nata dall’ orrore
i tuoi occhi stelle
che sanno splendere
      sole.
Non perdonateci
a noi che non abbiamo saputo riconoscere fratelli
a noi che non abbiamo saputo rispettare la madre
a noi che  abbiamo saccheggiato, colonizzato e oggi respinto esseri umani
a noi che abbiamo venduto armi e insanguinato le vostre terre
a noi che abbiamo stretto patti con i dittatori più feroci,
a noi indifferenti e vuoti
a noi figli dalla pelle bianca, lasciateci la nostra antica colpa, perché oggi,
come allora,
abbiamo creato quello che pensiamo
un Olocausto minore
non privo del vostro orrore

Abbiamo chiuso i porti come si chiudono gli occhi ai morti,
e più di quelli che abbiamo contati
mi feriscono quelli mai arrivati
mi feriscono quelli senza nome
i bambini non fotografati sulla riva, quelli che non hanno potuto mai commuovere,
quelli che non hanno venduto giornali,
quelli mai esistiti perché mai faranno notizia

 
le nostre lacrime facili e prevedibili,
così discutibili
dovrebbero riempire il mare
solo così ci si potrebbe incontrare,
come abbiamo potuto dimenticare che persino la luna se esiste è nell’abbraccio della  notte
quindi non perdonateci
lo sapevamo
e lo abbiamo sempre saputo
rubare quello che non ci è mai appartenuto

Africa
Madre offesa
tradita
la testa tra le mani
il sale sotto le unghie
la statua della libertà  si è girata dall’altra parte
e piange:

ruggiti
piogge
vento tra le foglie
pappagalli di ogni colore
risate piene delle iene
passi pesanti degli elefanti
palme nel vento
madri leonesse
di eleganza
deserti di dune
passi di danza
predatori
prede
rifugi
sangue
templi tropicali
storie tramandate
di uomini e vento
di donne e terra
di tamburi e canti
di spirito che avvolge tutte le foglie
di sorrisi di bambini
di perché sospesi
in quegli occhi arresi
per dimenticare i giochi
l’infanzia lasciata presto
perché si deve crescere con tutto il resto
il peso del diventare adulti per sopravvivenza ed esigenza
e coltivare sogni nella polvere e nel colore,
nella polvere e nel colore
avere sguardi e compiti da adulti quando ancora non hai tutti i denti

ho iridi di perle nere
bagnate nei sogni dell’alba

ci sono viaggi di notte e morte tra le acque
come lenzuoli freddi a coprire i loro occhi
una conchiglia che ti rigiri tra le dita
una scala a chiocciola verso l’abisso della vita

come il dolore antico sembra guardare sorpreso da iridi in pasta di vetro, e tacere parole amare dalle labbra di rame dei Bronzi di Riace,

lo sai? Oggi accusano la pace

ma loro ti guardano dentro per negarti sorrisi d’argento
   
“sono gli uomini

che non hanno mai capito

il sacro presente

nato dal tuo infinito"
 
Come potrò tornare da te?