domenica 19 luglio 2015

Never Again - Part nine


Linda - Foto Eloisa Guidarelli
Roger - Foto Eloisa Guidarelli


Never Again – Part nine


 

 

Interno KGB ufficio, il capo del KGB è sconsolato, stanco, devastato dagli eventi e dagli agenti, fa una telefonata interna.

 

Capo del KGB – Melissa, a rapporto nel mio ufficio e porti con sé quei documenti che le ho chiesto.

 

(Si sente sospirare all’altro capo del filo)

 

Capo del KGB – Melissa? Porti il suo culo qui!

 

Melissa – Capo, se il mio culo potesse muoversi da solo glielo manderei, ma vede devo asciugarmi lo smalto sulle unghie, non posso afferrare documenti ora, attenda dieci minuti, (con voce suadente e incredibilmente erotica, più bassa dell’epicentro terrestre) un po’ di attesa non ha mai fatto male, anzi, fa pregustare il momento dell’incontro vecchio mio!

 

Capo del KGB – Melissa Perdio!

 

Melissa – (Sbuffando) Non scomodi i piani alti arrivo! Che nervosismo al KGB!

 

Entra Melissa spalancando la porta con un calcio per non rovinarsi lo smalto, incede verso la cattedra del capo, un’alternanza di sollevamento del seno destro con quello sinistro, scandiscono la falcata dinoccolata, le spalle, che sinuosamente accompagnano la camminata, danno un andamento ondulatorio al petto, prominente, esploso dalla camicia semi aperta come una minaccia, Melissa non porta il seno porta due MOLOTOV. Alle sue spalle agenti rimasti in ufficio osservano come in un viaggio senza possibilità di ritorno, il fondoschiena di Melissa, le chiappe lanciate a destra e a sinistra a un ritmo folgorante, creano una sorta di ipnotismo generale, cala un silenzio come un sipario, dove il tempo e lo spazio, sono soltanto il movimento dato da un culo perfetto, che sembra mettere d’accordo ogni sorta di disputa mondiale, dove tutto, ogni più grande affare di spionaggio, si potrebbe al momento tralasciare. Il culo di Melissa è qualcosa come l’ora legale, ci si può solo regolare, stabilisce l’andamento dei minuti e delle ore, scandisce il tempo esatto per meglio morire. Melissa giunge alla scrivania, si china poggiando le mani aperte, le unghie smaltate di rosso, come stelle marine incazzate per essere state pescate da brezze marine, i seni enormi pendono sodi, inesplosi e minacciosi davanti agli occhi del capo, il quale si deterge il sudore dalla fronte, non si trovano meglio gli agenti alle spalle di Melissa, ai quali al momento è offerto uno spaccato del mondo a novanta gradi di inclinazione, cominciano, come su altura, ad avere scompensi cardio-respiratori, Melissa dovrebbe distribuire maschere d’ossigeno ad ogni passaggio.

 

Melissa – Desidera? Cosa posso fare per lei?

 

Capo del KGB – (Balbuziente) Bella scelta di parole agente, allontani quel seno che mi minaccia della borsa o della vita!

 

Agente – Bella scelta di parole anche la sua capo!

 

Capo del KGB – Lei esca accidenti! Tutti uscite da qui! Andate a farvi una doccia fredda, mi sento avvolto dal tosterone, da tasttetterone, da testosterone! Uno scioglilingua, non si respira! Melissa dove va lei? Lei deve restare! Ho qui un giornale scandalistico Melissa.

 

Melissa – Può chiamarmi Mela, e allora?

 

Capo del KGB – Allora io amo mia moglie! Cioè scusi, volevo dire, lei è qui ritratta, sorridente con questa ridicola coppa, leggo qui, che ha appena vinto un concorso per Miss Maglietta Bagnata, poi segue un’intervista, un’intervista nella quale ammette di essere un agente del KGB! Capisce? Io devo già stare dietro alle situazioni aberranti in cui si mette quella sorta di spia a nome Sergej, il KGB non può attirarsi l’attenzione, ne’ mettersi in ridicolo!

 

Melissa (speranzosa) – Le ha viste Sergej?

 

Capo del KGB – Melissa, le ha viste il mondo intero, purtroppo per lei è un pezzo che Sergej non ne fa parte, ma mi dica un poco, non avrà pensato a questa bravata per attirare l’attenzione di quell’uomo, è l’unico uomo al mondo che neppure la vede, lo sa che è perso irrimediabilmente verso quella donna, verso Linda. Sviene a intravedere soltanto la prima scarsa di reggiseno che porta quella scimmia francese, dopo che l’ha vista nuda non so quante volte, se Linda pronuncia una mezza parola, se si scosta di un attimo la maglietta, se fa un gesto qualsiasi e provoca un minimo spostamento d’aria che quel cane possa captare per lunghezza d’onda, Sergej sviene! Non c’è guerra Melissa, perché crede che tutto il KGB stia tentando da anni di risolvere questa faccenda? Abbiamo una spia inefficiente, inutile, un agente scelto e addestrato dei migliori ridotto a un cencio, purtroppo non è facile, sa perché? Melissa cara? Perché solo con lei è ridotto così, con noi e con la CIA è lo stesso uomo scaltro e imprendibile di sempre! Lo stesso spietato assassino! Melissa lei è licenziata.

 

Melissa (soffiandosi sullo smalto) - Capo, ha già provato a licenziarmi una volta, c’è stato uno sciopero di tutte le forze dell’ordine, da qui a oltremare, il KGB è insorto, non aveva più mezzo agente a sua disposizione, e quando ha tentato di sostituirmi, tutto il corpo del KGB è caduto in una depressione pericolosa, ricorda? Gli agenti mostravano stati di regressione infantile, non centravano più la tazza del cesso e si pisciavano sui calzoni, non si radevano, non si lavavano e non lavoravano, lei, capo, mi ha supplicata in ginocchio, una mia passeggiata e ho rialzato l’intero KGB, risollevato! Nello spirito, nel morale e nel…

 

Capo KGB – Lasci stare ho capito, ricordo purtroppo.

 

Melissa – Capisce che la mia presenza è fondamentale e cosa vuole che sia, vale bene un po’ di smalto alle unghie. E capo, non si diletti con quei giornaletti, lei un uomo di cultura!

 

Capo del KGB – A proposito di cultura Melissa, ma lei non ha voglia di sana rivendicazione femminile, non è stanca di essere l’oggetto sessuale di chiunque e di ottenere ogni cosa in questo modo?

 

Melissa – Capo, oggetto sessuale io? L’oggetto è lei, io mi chino e le sussurro cose dolci, esco da qui, ho ottenuto tutto quello che nessuna donna otterrebbe mai, io con una passeggiata le faccio dire sì a tutto ciò che voglio, chi è l’oggetto? Vi abbiamo sempre preso per il culo nei secoli dei secoli, ci abbiamo giocato con i vostri desideri e anche con le vostre paure, io mi sposo un uomo ricco, non importa se è pure anziano, non si può avere tutto e lo prosciugo di ogni suo avere, lo sfrutto e lo butto, lui è contento, colpito e affondato. Sono punti di vista combinati a un innato talento.

 

Capo del KGB – Certo Melissa, certo. Dunque Melissa facciamo così si prenda una vacanza, paga il KGB, e se ne vada per un poco, non posso avere il controllo di tutto. (Si deterge la fronte)

 

Melissa – Grazie, questo è davvero un bel regalo, vado subito a consultare qualche meta calda ed esotica. Grazie Capo!

 

Entra un agente trafelato nell’ufficio, sbatte contro la scrivania del capo con il volto ancora orientato  verso Melissa.

 

Capo KGB – Cos’è agente non si ricordava della mia scrivania? Pensava forse di camminare in aperta campagna!? In una valle verde?  Si ricomponga e si scordi per un poco Melissa, si è presa una vacanza! Allora mi aggiorni su Sergej. Posizione?

 

Agente – Perso!

 

Capo del KGB – Lo sappiamo questo, ma dov’è?

 

Agente – Perso nel senso che non ne abbiamo più traccia!

 

Capo del KGB – Come cazzo è possibile! (Un pugno sulla scrivania fa tremare una serie di porta-matite, cade un portaritratti con l’immagine della moglie del capo e si rompe) Raccolga mia moglie per favore, grazie, lasci qui. Mi aggiorni (si infila un sigaro in bocca, e se lo accende nervosamente).

 

Agente – Ecco ho seguito io stesso la faccenda

 

Capo – Complimenti!

 

Agente – Come mi aveva richiesto sono andato a confessarmi, sa quando Sergej aveva la copertura da prete, come al solito avevamo notato comportamenti strani e paradossali in quella chiesetta a casa di Dio… volevo dire in culo al… Distante. Temevamo potesse farsi smascherare per l’ennesima volta e che la CIA questa volta arrivasse prima di noi.

 

Capo – Per Sergej non so più cosa potrebbe essere peggio, caro agente, se arrivasse la CIA o appunto noi, prosegua, dunque?

 

Agente – Beh solo per studiare i suoi orari e comportamenti mi sono andato a confessare, inventandomi un peccatuccio lì per lì, ho finto di essere un guardone patologico.

 

Capo – Finto?

 

Agente – Si insomma, gli ho confessato che mi piaceva guardare le coppie che si toccavano e facevano sesso, e che … insomma con dovizia di particolari e deviazioni, ecco alla fine della confessione mi è stato risposto “Dieci seghe Amen” Capisce? Che poi amen l’ha detto minuscolo. Irrispettoso, credo.

 

Capo – E’ un consiglio idoneo, però è chiaro che non va bene per la copertura! Immagino abbia risposto così a tutti quanti, quindi solita situazione, è fuggito, non sappiamo dove sia, né sotto quale identità si nasconda, ma di certo sappiamo che si vedrà con Linda, attendiamo, immagino spunteranno i soliti morti al suo passaggio. Non riesce a non mettersi nei guai. Esca, ne ho piene le scatole per oggi!

 

All’interno della CIA Linda è davanti al proprio Capo.

 

Capo – Linda, dobbiamo cambiarti copertura, quella della scultrice non può rimanere, visto che esponi ovunque, ti ritagli articoli sul giornale, hai scolpito tutti i busti dei nostri agenti segreti in missione speciale che ora stanno schiaffando anche nelle Biennali d’Arte e nei Musei! Hai fatto saltare, oltre la tua, una trentina di coperture e perseveri!

 

Linda – Però sono passati alla storia. Li ho resi immortali.

 

Capo della CIA – No li hai resi mortali, perché i nostri agenti, quelli che tu hai scolpito sono morti come mosche, uccisi dai nostri nemici, tra i quali quel bel biondino del tuo fidanzato russo al quale hai fornito un bel busto di ogni suo nemico.

 

Linda – Saranno morti accidentali, cosa c’entro io, io sono una scultrice, e poi io non sono fidanzata a nessuno.

 

Capo della CIA – Quindi non lo ami più? Sempre che tu possa amare a modo tuo.

 

Linda – No, faccende personali.

 

Capo della CIA – Non ci sono faccende personali alla CIA, visto che ti fai il nostro nemico numero uno!

 

Linda – E’ ridotto all’impotenza, farnetica con una lumaca, è fuori di sé, non è più un pericolo, potrei ucciderlo quando voglio.

 

Capo della CIA – Bene, allora cosa aspetti? Che ci uccida i pochi agenti che ci sono rimasti, Linda?

 

Linda viene distratta da una immagine su un televisore dell’ufficio, previsioni del tempo da un’emittente privata, Sergej è in uniforme, barba di qualche giorno, come un personaggio di Corto Maltese, bello, blu, in divisa, indica con una bacchetta le regioni coperte da temporali , sembra sia sotto psicofarmaci, saltella e si agita troppo, sembra impacciato. Linda cerca di porsi davanti al suo capo, di coprire lo schermo un po’ distante.

 

Linda – Ecco, non posso ucciderlo ora, è una questione di principio,  la penso come Nietzsche “anche i nemici devono essere all’altezza” Sarebbe troppo facile ora per me.

 

Capo della CIA – Linda, non prendiamoci in giro, la CIA uccide da sempre schiacciando ogni nemico con mezzi anche illeciti, e sbattendosene della filosofia, e dell’altezza o meno di un nemico, uccidiamo giganti e nani, il tuo Sergej è capace di fare fuori un cieco perché il suo bastone lo urta, ti sembra uno che segua una qualche filosofia rispettosa dell’umanità? A quell’uomo fluisce nel sangue il massimo del cinismo! Abbiamo su di lui un solo vantaggio e sei tu, e ti ripeto che questo è anche il solo motivo per il quale tu sei ancora viva!

 

Linda – Io…

 

Il capo la interrompe.

 

Capo – SSSttt! Voglio sentire le previsioni per questo fine settimana, ma tu guarda hanno sostituito il tipo del meteo, era così bravo.

 

Linda trasale vedendo nell’angolo in basso dell’inquadratura due piedi distesi, qualcuno è stato fatto fuori nell’immediato e Sergej se ne è servito come copertura, devono essere morti anche i cameraman e Sergej si sta giostrando tra telecamere fisse, Linda suda freddo e spera che il suo capo non noti la diretta con i piedi del morto . Sulle mostrine di Sergej la lumaca sembra fissare il video.

 

Capo della CIA – Ma che cazzo fa? Ha aperto una finestra in studio e guarda in alto.

 

Linda si mangia le unghie. E per distrarlo gliele sputa nel coppino.

 

Capo Della Cia – Linda che modi sono! Ma hai visto quel tizio? Stava dicendo le previsioni per oggi, ha aperto la finestra e si è messo a guardare in alto, rieccolo.

 

Si sente la voce di Sergej, il capo della CIA alza il volume

 

Sergej – Oggi nuvolo! Si sbilancia di nuovo dalla finestra aperta, poi alle telecamere : Piove! Domani se non sarà seren si rasserenerà, e comunque domani è un altro giorno. Quindi che vi importa? Arrivarci a domani, altro che tempo! - Lancia la bacchetta – Veniamo ai mari, fin che la barca va lasciatela andare, i venti fischiano a nord, sud, est e ovest, fischia il vento e infuria la bufera scarpe rotte e pur bisogna andar… Linda ti amo, cosa fai questo fine settimana? Estate caldo – Inverno morsa di gelo – Non siete mai contenti, cazzo, quindi perché volete saperlo! Tanto il vostro fine settimana sarà comunque una merda!

 

Il capo della CIA sbianca e tira un calcio al televisore.

 

Capo della CIA – Avrei dovuto capirlo da come quel cretino dava le previsioni guardando fuori, eccolo lì, ci sbeffeggia anche mandandoti dediche dal meteo! Li ha uccisi tutti! Che fai qui impalata, corri e portami quell’uomo vivo o morto! Altrimenti ti conviene sparire con lui Linda, ma essere molto, molto brava a non farti beccare né da noi, né dal KGB! Esci!

 

Linda ha incubi e non riesce a dormire nella sua casa studio a Trieste, Sergej è chissà dove, ed entrambi sono braccati dalle più grandi potenze mondiali di spionaggio, deve lasciare tutto, sparire, ma è una scultrice, non si sente più una spia, mentre si rigira in preda alle angosce sono le sei del mattino e una voce a lei nota sta urlando per le strade!

 

Sergej – Donne sta arrivando l’arrotino ombrellaio, scendete in strada, arroto coltelli, forbici, coltellacci da cucina, asce bipenne, coltelli serramanico! Donne volete farla finita con le crisi coniugali, i tradimenti? Arrotino Ombrellaio, arrotate i vostri coltelli più belli, Arrotino Ombrellaio, soddisfatte o rimborsate, o soddisfatte e rimborsate, soddisfatte solo, decidete voi, Arrotino Ombrellaio!!

 

 Linda si precipita in strada con un coltello da cucina, a stento vede il volto di Sergej, un’orda di donne lo circonda e circuisce, tra lame e ombrelli, spunta il volto raggiante di Sergej che con un braccio in alto fende la folla con la lumaca sul palmo, una penosa statua della libertà nella ventosa Trieste.

 

Linda – Sergej, ma che cazzo fai qui? Ti cercano ovunque e ti cerco soprattutto io ! Ti devo ammazzare.

 

Sergej – Sei così drastica Linda, solo perché non mi si è drizzato una volta! Come ti amo Linda, dammi quel coltello.

 

Linda – Non è questo, anche se sai che per me sarebbe un ottimo motivo.

 

Sergej arrota il coltello e parla a Linda, le da’ un veloce appuntamento in un ristorante francese a Parigi, le dice che una volta lì le spiegherà ogni cosa, le restituisce il coltello, le sfiora le dita, e mentre sta per sfoderare uno dei suoi sorrisi più seducenti, scivola e cade all’indietro battendo la testa, una folla di donne si accovaccia per farlo riemergere, quando Sergej torna sulle sue gambe Linda è sparita e lui porta recenti tracce di succhiotti e graffi.

 

 

 

 

 

 

Un ristorante francese fuori mano, molto romantico nella romantica Parigi, a un tavolo a lume di candela sono Linda Gringa, spia a servizio della CIA, e il suo temibile nemico Sergej, spia al servizio del KGB, braccati entrambi da entrambe le superpotenze, irrimediabilmente innamorati l’uno dell’altro, l’uno con l’ordine di uccidere l’altro, nel mezzo alla luce oscillante della fiamma mossa dai loro respiri in penombra, Roger, la lumaca salvata in autostrada da Sergej, salvataggio che provocò una delle più grandi stragi sull’autostrada per Trieste. I due si guardano negli occhi e si tengono la mano, Linda è vestita come un ragazzo, ampi pantaloni e bretelle, pistola, fondina e cappello da uomo, una camicia trasparente e senza maniche, seno da adolescente ed eterno broncio. Sergej è vestito ancora da prete.

 

Linda tenendo la mano a Sergej – Sai che con questa copertura hai proprio l’aria da perfetto coglione e diamo abbastanza nell’occhio.

 

Sergej – Lo so, ma per fuggire mi era comodo, nessuno fa troppe domande a un prete, i preti vanno e vengono senza domande, solo confessioni, tutti guardano bene i preti Linda, a parte noi.

 

Linda – La penso come Nietzsche “Dopo essere venuta a contatto con un uomo religioso, sento sempre il bisogno di lavarmi le mani” Linda stacca le mani da Sergej e fa per voltargli le spalle, quando Sergej fulmineo la blocca.

 

Sergej – Chi è questo Nietzsche? Lo nomini spesso di frequente, si spesso in effetti è di frequente, insomma lo nomini! Poggia troppo sulle tue labbra, lo dovrò uccidere, quando l’hai conosciuto?

 

Linda – Sprezzante – Lascia stare, è già morto!

 

Sergej rimane attonito, Linda gli volta le spalle e fa per andarsene alla Toilette, Sergej tra sé:

 

-        Nietzsche… morto, verificherò, certo con un nome così… La vita deve essere dura.

 

Linda torna e si siede, cerca di rimanere calma, ma non le riesce.

 

Linda – Va tutto storto Sergej, io voglio fare la scultrice e quelli non me lo lasceranno più fare, e poi tu qui, vestito da prete, con la tua impotenza, perché non mi desideri più?

 

Sergej – Ma no Linda io ti desidero enormemente… Sai non saprei, lo stress, la vita da spia…

 

Linda tira fuori la pistola da sotto il tavolo e gliela posa tra le gambe .

 

Linda – Non mi prendere per il culo Sergej, mi parli come alla tua dottoressa? Secondo te io non sono stressata? Eppure non sono impotente!

 

Sergej – Ma Linda la tua … la tua … come dire, tu non devi avere erezioni, il tuo stress è più gestibile.

 

Linda – Questo è profondamente sessista!

 

Arriva il cameriere, francese, puzza sotto il naso, impettito, impeccabile, laccato, leccato, inderogabile, come uno spot pubblicitario. Guarda la strana coppia dall’alto in basso, astenendosi da giudizio che è già un pesante giudizio.

 

Cameriere –  I signori hanno deciso ?

 

Linda – No, ecco, noi, che cosa ci consiglia?

 

Cameriere – Oh benissimo, abbiamo Escargot à la Bourguignonne…

 

Linda trasale.

 

Sergej – Sarebbe?

 

Cameriere – Sconcertato dalla domanda, sottovoce verso Sergej - “Ecco Padre, le lumache, lumache, sa quelle che vengono bollite nell’acqua vive e poi…”

 

Sergej impallidisce, guarda Roger che impallidisce, Linda guarda Sergej a cui il colletto bianco da prete sta per esplodere per via delle vene tirate sul collo, lo sguardo di Sergej ha una lenta ma inesorabile trasfigurazione, deglutisce, inala ossigeno, volge lo sguardo omicida a 360° nel ristorante, vede coppie di assassini, Escargot, hanno ordinato Escargot, magari lì ci sono parenti di Roger, Roger ne fiuterà l’odore, la paura, Sergej comincia a fumare da orecchie e naso come una locomotiva, un piede scalcia sotto il tavolo come un toro che vede rosso, per controllarsi, inghiotte saliva più volte, ma il volto è cereo, imperlato di sudore, vene bluastre e rigonfie gli pulsano sulle tempie. Linda accetta l’inevitabile con il fiato sospeso. Poi Sergej se ne esce cercando di sembrare normale e cordiale, ma la voce risulta strozzata, sottile, perfino effeminata. Linda lo guarda con sospetto.

 

Sergej – Escargot? Posso vedere la cucina?

 

Cameriere – Beh ecco, in genere non si potrebbe Padre, ma per quale motivo…

 

Sergej – Benedizione, ringraziare per il cibo offerto, un gesto al cuoco di profonda gratitudine.

Sergej ha gli occhi a palla, capillari rossi strabuzzano attorno all’iride castana. Osservando l’abito talare di Sergej ora in piedi, Linda si illude, vedendo un rigonfiamento, abbozza un sorriso esultante, poi il suo sorriso svanisce, capisce che è solo l’arma di ordinanza nascosta da Sergej e non la sua preferita. Roger è sulla spalla di Sergej. Linda pensa che sia un vero peccato che Sergej sia così inutilmente erotico, con quella gonna. Il cameriere finisce per cedere al desiderio di Sergej e Sergej lo segue nelle cucine, in quel mattatoio di orrori, Sergej vede casse di lumache a terra, alcune che si arrampicano sulle pentole d’acqua bollente, è il tempo di un battito di ciglia, corpi di cuoco e camerieri sono proiettati ai muri, pentole d’acqua spente con idrante,  lumache messe sotto l’acqua, la porta bloccata da Linda, il ristorante intero sotto sequestro, Sergej, esce dalla porta della cucina come da un saloon, sembra muoversi in un film di Sergio Leone, si potrebbe avvertire la stessa colonna sonora, ha pezzi di sangue e cervello sopra l’abito talare.

 

Sergej – Chi ha ordinato Escargot, signori? Chiede con voce sottile e melliflua.

 

Si alzano mani in segno di arresa in un coro di “Io no”

 

Sergej – Qui le ordinazioni dicono il contrario, Escargot al tavolo 7, al tavolo 12, al tavolo 11, al tavolo 10, a tutti i tavoli! Allora, abbiamo queste possibilità, farvi passare la stessa esperienza, capire cosa devono provare queste adorabili creature e quindi dovrei farvi spurgare per giorni e poi mettervi nell’acqua bollente e ricalarvi giù ogni volta che tenterete di uscirne, vero Roger? Già, ma non ho tutto questo tempo e neppure pentole così grandi, così… Ora vi alzerete tutti, uno a uno, e andrete a raccogliere tutte le lumache dalla cucina, riporterete quelle ancora vive fuori, usciremo tutti insieme come a una gita scolastica, tutte quelle cassette di lumache fuori e con la massima cautela, se inavvertitamente ne schiaccerete una io vi farò inavvertitamente saltare il cervello! E’ chiaro?

 

Una fila di gente vestita elegante e di qualsiasi estrazione ed età entra nella cucina e cercando di evitare sangue e pezzi sparsi dei camerieri, raccoglie con cautela e dedizione ogni singola lumaca. Linda, Sergej, Roger e la folla del ristorante escono in strada, il resto è nell’edizione straordinaria della sera.

 

Capo del KGB con tutti gli agenti a raccolta.

 

-        Siamo nella merda fino al collo, abbiamo individuato Sergej, un prete fa strage in un ristorante francese, sembra sia esploso il tutto dopo la parola “Escargot” Penso si tratti di un codice tra lui e Linda, una loro parola d’ordine.

 

Agente – Forse Sergej è intollerante !

 

Capo del KGB – Le sembra un motivo per fare strage?

 

Agente – Beh per Sergej …

 

Capo del KGB – Sergej è intollerante alla razza umana.

 

Linda, Sergej e Roger sono per le strade di Parigi, mano nella mano. Soli. Uno squillo nel cellulare di Sergej, un sorriso piacione sul suo volto, uno sguardo torvo di Linda. Uno smile di Melissa dai Carabi su WhatsApp per l’irresistibile Sergej.

 

 

 

To be continued

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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