martedì 1 febbraio 2011

Dai polsi mi escono viole

22/7/07

Guarda, sputo nel piatto dove mangio, è una pietanza che non sfama e puzza a distanza, “attenta” mi risponde il superiore, se non mangi questa minestra… Certo che salto! E nel vuoto mi rigiro e cado in piedi come un gatto, meglio della merda allungata nel tuo piatto. E’ così che è cominciata l’anarchia l’ho seguita per vicoli bui e odore di piscio, misti all’odore che fiutano le mie narici, pregustando l’aroma proprio dell’adrenalina scaturita dalla mia fantasia. Ed è per questo che prima di consegnarti i miei sogni in un sacco e aspettare che neonati tu me li leghi a un laccio e questo a un sasso, mentre i miei occhi comincerebbero con loro a sprofondare e le mie orecchie li sentirebbero gridare e mi si contrarrebbero le labbra per i seni pesanti di latte fermi a guardare. E’ per questo che ho armato l’arco, e la penna è diventata una freccia, intinta nel veleno nero della mia fantasia… L’uomo che amo ha portato una carriola che era ruggine e vento come la mia gola e non mi ha disinfettato ferite, mentre una quercia mi sosteneva la schiena e il capo e avevo lo sguardo vuoto e troppo lontano per vedere chiaro. L’uomo che amo si è messo di fronte ai miei occhi che non guardavano, aspettavano e si riempivano di colori gettati dal tempo, dalla pioggia, come di terra e di fango. E petali e semi condotti nelle pupille per sbaglio da un vento contrario. Poi l’uomo che amo ha rovesciato tutte le lettere sparse sul mio corpo. Il romanzo mi è caduto sulla pelle, i suoi occhi sono diventati verde bottiglia e me li sono versati in gola e mentre mi succhiava il seno c’era l’odore di rosmarino e di mare tutt’attorno. Poi sono cresciuti alberi nelle pupille nere a cibarsi della notte e solo il verde portava sfumature, annaffiato col sangue delle mie ferite, il dolore ne è uscito rafforzato come un gioco di colori complementari. L’uomo che amo ha labbra amare e per questo non mi vuole baciare, dai polsi mentre lo guardo mi escono viole.

1 commento:

  1. "Il desiderio
    è la cosa più importante
    è l'emozione del presente
    è l'esser vivi in tutto ciò che si può fare
    non solo nell'amore
    il desiderio è quando inventi ogni momento
    è quando ridere e parlare è una gran gioia
    e questo sentimento
    ti salva dalla noia.
    Il desiderio
    è la cosa più importante
    che nasce misteriosamente
    è il vago crescere di un turbamento
    che viene dall'istinto
    è il primo impulso per conoscere e capire
    è la radice di una pianta delicata
    che se sai coltivare
    ti tiene in vita."

    Da "desiderio" di Giorgio Gaber

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